07 Luglio 2021. Ritorna l’appuntamento con la rubrica Gocce di Medioevo dell’aretina di fama internazionale, Silvia Salvadori, artista, archeologa e conservatrice dei beni culturali.
Il pennello e i colori sono, nelle opere d’arte, la penna e le parole con cui l’artista racconta i propri sogni: la Luce è ciò che li rende Reali.
Silvia Salvadori
Punto meridiano del lavoro di Silvia Salvadori è sempre la scuola pittorica aretina tra il 1200 e il 1300. Proprio da qui prende spunto la rassegna digitale Gocce di Medioevo che, tenuta dall’artista stessa, è giunta al suo terzo approfondimento, di cadenza mensile, sulla pagina Facebook “Bottega d’Arte Toscana”.
Questa volta il tema trattato riguarda la luce e il significato dei colori nella pittura medievale. Un argomento assai importante, poiché a seconda del significato, gli artisti erano in grado e sono in grado tuttora, di fondere le varie tonalità dei colori con le emozioni e i sentimenti dei loro interlocutori.
Il vero artista sa parlare al cuore di chi ammira la sua opera, ne esalta lo spirito, ne eleva le qualità, e lo “innalza” a coprotagonista dell’opera stessa; essa diventa così la Luce a cui lo spettatore cerca di arrivare, poiché ne fa sgorgare le emozioni più belle, ossia quelle che non può spiegare. I colori e la luce, infatti, non solo nella pittura, che è la più grande delle arti maggiori, ma in ogni cosa che ci circonda, la Natura, ci incantano e ci educano al bello e al buono, tanto declamato dai saggi greci e romani, come da quelli medievali, rinascimentali, e di tutte le epoche.
Le parole della Salvadori, quindi, si concentrano non solo sul medioevo aretino, uno dei massimi periodi di splendore artistico della città, ma ci invitano a guardare all’oggi, con lo stesso stupore e con la medesima attenzione che portò non solo Arezzo, ma l’Italia intera, a surgere a capitale mondiale dell’arte e della bellezza artistica e culturale