Immagino una rivolta di tenerezza (in inglese suona meglio) A RIOT OF TENDERNESS.
Agnese Spolverini
Si fonda su una metamorfosi, sul rapporto non binario ma mitico fra sfera pubblica e privata, fra mutazioni diurne e solari, e risvolti notturni, incubi e inconscio. Pillows like pillars è un dispositivo di ricerca critica, espositiva e culturale che vive di una osmotica doppia natura andando al di là delle coordinate temporali.
Una mostra di Agnese Spolverini, Gianna Rubini e Maria Chiara Ziosi, realizzata a cura di Stefano Volpato a Torino, presso Barriera, in occasione della undicesima edizione di Mirror Project, iniziativa prodotta in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Un catalogo-poster – il cui graphic design è stato realizzato da Mattia Pajè – che raccoglie tre interventi delle artiste in mostra: due testuali e uno grafico. Un elaborato di alta qualità, contenutistica e tecnica, che evidenzia le dinamicità che oggi possiede il ruolo dell’artista: curatore, autore, creatore ci sfere di senso; sulla strada brillantemente aggiornata, ormai da anni, da Francesco Vezzoli.
Attraverso questi due poli Stefano Volpato attiva la nostra attenzione ribaltando le nostre aspettative e portando in continua ibridazione gli spazi con cui entriamo in relazione: cuscini che si fanno pilastri, tenerezze dai confini ambigui, pagine che si fanno poster, abissi inconsci che si fanno prossimi e sfogliabili fra le nostre mani.
Pillows like pillars ruba le parole al verso di una canzone di Morrissey ed evidenzia il rapporto fra corporeità intima e spazio espositivo, fra pubblico e privato. Il tutto inserito nella cornice di un capitalismo spinto e sempre più aristocratico che ha assorbito il concetto di classe e che si muove in un postmodernità che, come brillantemente evidenziato da Volpato, ha “[…] spezzato la separazione che strutturava le due sfere: logiche tecno-economiche e lotte sociali sconfinando in modo crescente nella seconda, complicando la relazione”.
Se la condizione trans pandemica attuale ci pone davanti a nuove possibilità di esistenza, il modello di interrelazione non può essere quello sviluppato nei decenni precedenti ma deve evolversi verso un percorso che conduca da necessità microemotive a possibilità microaffettuose. Senza scomodare le pratiche relazionali di fine anni Novanta, si evidenzia all’orizzonte una ricerca sui limiti e le declinazione di una tecnologia sempre più tenera e sempre più invasiva: se il nostro smartphone ci apre al mondo attraverso il quotidiano accarezzare il suo schermo, contemporaneamente regala a potenti multinazionali i nostri dati privati, racconta le nostre abitudini, le nostre preferenze sessuali e i nostri legami affettivi trasformandoli in merce. Il passaggio da imprenditori e prenditori si fa breve e reale, la risposta pare ristretta e affidata a sole pratiche da folk politics.
In questo panorama omogeneo ma fortemente binario gli artisti si relazionano con lo spazio espositivo del non-profit art space torinese e sulla carta del catalogo, propongono le loro ricerche, declinando gli aspetti relazionali in un universo in bilico fra necessità di comunità e di contatto umano, e sostituti tecnologici, fra realtà e illusione in questo mondo in cui il limite fra verità e finzione oscilla verso un reale eccezionale che supera le fantasie cinematografiche.
Questo contenuto è stato realizzato da Marco Roberto Marelli per Forme Uniche.
Gianna Rubini, Agnese Spolverini e Maria Chiara Ziosi
PILLOWS LIKE PILLARS
Mirror Project #11
a cura di Stefano Volpato
coordinata da Yuliya Say
13 maggio 2021 – 12 giungo 2021
realizzata in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Il catalogo di Pillows like pillars è stato progettato da Mattia Pajè
Associazione Barriera – Via Crescentino, 25 – Torino
http://www.associazionebarriera.com/exhibitions_events/pillows-like-pillars/
https://www.instagram.com/associazionebarriera/