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L’Ermitage di San Pietroburgo crea NFT dei suoi capolavori per metterli in vendita

Vincent van Gogh, Lilac Bush (1889). Vincent van Gogh, Lilac Bush (1889)
Vincent van Gogh, Lilac Bush (1889).
Vincent van Gogh, Lilac Bush (1889)

Il mondo dell’arte continua a prendere le misure alla tecnologia NFT sondandone le potenzialità. Come già avevano fatto gli Uffizi, anche l’Ermitage di San Pietroburgo realizzerà delle copie digitali dei suoi capolavori. L’obiettivo è quello diversificare la propria collezione e allo stesso tempo generare nuove occasioni di vendita.

Il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, Russia, sta realizzando una versione digitale – con relativi NFT – di diversi capolavori della sua collezione. L’intenzione è di venderle provando a monetizzare. All’iniziativa prendono parte opere di Claude Monet, Vincent van Gogh e Leonardo da Vinci. La vendita è programmata per la fine di agosto sul marketplace online di Binance.

Per organizzare la vendita il museo ha dovuto aggirare le rigide restrizioni poste dal governo sulle criptovalute. La recente legislazione sul tema ha infatti posto varie limitazioni all’uso di risorse digitali come strumento monetaria. Tra le altre disposizioni, la legge richiede che la maggior parte delle criptovalute siano registrate presso la Banca di Russia e segnalate a fini fiscali.

Mikhail Piotrovsky, direttore generale dell’Ermitage, ha dichiarato in una nota che la vendita è stata «una fase importante nello sviluppo del rapporto tra persona e denaro, tra persona e oggetto», aggiungendo che gli NFT «creano democrazia, rendono il lusso più accessibile, ma sono allo stesso tempo eccezionali ed esclusivi».

Leonardo da Vinci, Madonna Litta
Leonardo da Vinci, Madonna Litta

Le opere trasformatesi in NFT sono la Madonna Litta di Leonardo, Judith (ca. metà degli anni 1490) di Giorgione, Cespuglio di lillà di van Gogh (1889),  Composition VI di Wassily Kandinsky (1913) e Corner of the Garden at Montgeron (1877) di Monet. Ogni opera sarà realizzata in un’edizione di due: una da mettere in vendita, l’altra da annettere alla collezione del museo (che prevede di esporle questo autunno in una mostra incentrata sull’arte NFT). Entrambe avranno la firma digitale del direttore Piotrovsky.

La proposta, chiamata Your token is kept in the Hermitage, fa parte di una serie di iniziative pensate dal museo per aumentare la propria presenza digitale. Lo scopo è di «assicurare un nuovo livello di accessibilità alle collezioni dell’Hermitage e sottolineare l’importanza della digitalizzazione come nuova fase di sviluppo nel mondo del collezionismo».

L’Ermitage non è il primo museo di livello mondiale a realizzare una versione digitale delle opere della sua collezione. A maggio 2021, le Gallerie degli Uffizi di Firenze hanno venduto un NFT di un dipinto di Michelangelo per $ 170.000, nel tentativo di recuperare le perdite finanziarie derivanti dalla pandemia.

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