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L’Abisso e la Vetta sono la stessa cosa. Submariner: il viaggio metafisico di Vanni Cuoghi a Milano

Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici I "Le Grand Combin - Ollomont"(2020)
Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici I, ‘Le Grand Combin – Ollomont’ (2020)
Chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d’improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse?” (Michael Ende, La Storia Infinita)
Tra abissi marini e cime montagnose sono esposte fino al 12 settembre all’Acquario di Milano sedici opere metafisiche, connubio di realtà e fantasia, create da Vanni Cuoghi (Genova, 1966) per la mostra Submariner. Un viaggio filosofico tra poli opposti, perché vetta e abisso sono la stessa cosa, a seconda della prospettiva in cui si guardano. L’esposizione, a cura di Nicoletta Castellaneta e Ivan Quaroni, inaugurerà una parte inedita il 3 settembre con una grande installazione su Capitan Nemo, ispirata ai romanzi del celebre Jules Verne.
Vanni Cuoghi, Fondali oceanici 5, "Piovra - Mont Gelé" (2021)
Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici 5, ‘Piovra – Mont Gelé’ (2021)

Ma è vana impresa volgarizzare gli abissi, e ogni verità è un abisso.” (Herman Melville, Moby Dick)

La mostra presenta molte opere inedite, dove i soggetti traggono ispirazione dai fondali marini e dalle creature che li abitano, in un costante rimando con il luogo che li ospita, dando vita a paesaggi colmi di situazioni inusuali e ad ambienti che si collegano tra loro in modo enigmatico. Cuoghi utilizza infatti illustrazioni di luoghi fantastici, seguendo la sua cifra stilistica dal sapore surrealista – fatta di citazioni ironiche e oniriche – arricchendoli di elementi misteriosi e rimandi al mondo reale.

 Vanni Cuoghi, Fondali oceanici 3 (Capodoglio -Dente del Gigante), 2021, cm 62x46, acrilico e china su carta

Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici 3, Capodoglio – Dente del Gigante, 2021, cm 62×46, acrilico e china su carta

Via libera dunque a chine su carta che riproducono nella loro perfezione anatomica creature marine, siano esse polpi giganti, capodogli, balene, rane pescatrici, che nuotano magicamente sopra fondali oceanici costituiti da cime alpine iconiche come Le Grand Combin, il Monte Bianco, il Dente del Gigante. Cime note, simbolo dell’irraggiungibile, come il sublime kantiano, che trascende le umane capacità razionali. Nelle opere di Cuoghi questo sublime è evidente nell’ironia in cui certi elementi come i monti innevati si contrappongano giocosamente e con leggerezza a case, umani o pesci dismisura.

[…] né questo né quello possono provare emozioni più strane e più forti di quelle di colui che si trova per la prima volta a vogare dentro il malioso cerchio di schiuma del capodoglio inseguito.”(Herman Melville, Moby Dick)

Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici 4, Rana pescatrice - Monte Bianco, 2021, acrilico e china su carta
Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici 4, Rana pescatrice – Monte Bianco, 2021, acrilico e china su carta

Sia nella serie La messa in scena della Pittura che in Fondali Oceanici, la peculiarità di Cuoghi è l’elemento del weird, traducibile in italiano unicamente come “bizzarro”, ma anche come ciò che è fuori posto, che non torna. Le opere di Cuoghi vanno contro ogni legge della logica e della fisica, pur non perdendo un fil rouge base di razionalità – come cime montuose che si trasformano in simil scogli marini e rocciosi – stravolgendo così la nostra idea di realtà.

Vanno Cuoghi, Fondali Oceanici
Vanni Cuoghi, Fondali Oceanici

L’acqua è il liquido amniotico in cui ci si immerge entrando nel mondo surreale di Cuoghi: ogni convenzione – una volta varcato il suo mondo – viene sconvolta. L’artista mette in scena delle opere teatrali (significativo è il sipario dischiuso, come se venisse svelato l’artificio che vi sta dietro, presente in ogni opera del ciclo La messa in scena della Pittura) in cui l’uomo non è che un attore ignaro, protagonista inconsapevole delle sue performance.

La pittura? Un semplice artificio teatrale. L’invenzione sta nella messa in scena, non nella rappresentazione pittorica.” (Vanni Cuoghi)

Vanni Cuoghi, La messa in scena della pittura (Answer me), acrilico e olio su tela
Vanni Cuoghi, ‘La messa in scena della Pittura’ (Answer me), acrilico e olio su tela

Il suo stile è decisamente particolare e sui generis. Come sono scaturite certe idee?

La cosa che mi diverte di più è giocare con la parola “sembra”. Nella scenografia – come nella vita – certe cose sembrano, ma poi sono tutt’altro. Questa serie di dipinti sembrano dei paesaggi metafisici, invece sono dei paesaggi che veramente sono esistiti nella mia scenografia di vita personale.

Noto forti influenze del mondo teatrale. Ha lavorato per dei teatri?

Certamente, ho lavorato come assistente di Lele Luzzati al Teatro della Tosse di Genova, mia città natale. Dopo aver fatto scenografia in Brera, ho lavorato anche come macchinista al Piccolo Teatro di Milano. Insomma, il mondo del teatro è in parte un’ispirazione.

Quindi anche Genova, località marittima con uno splendido Acquario, è stata di aiuto come Musa?

Beh, il mare è di vitale importanza. Il mare è una specie di limite, una sorta di “linea di confine”. Quando si va dall’altra parte è come se si andasse in un’altra zona: da qui l’idea di fondale scenografico e fondale marino. Volevo qualcosa su cui si muovessero queste figure, montate nel mio studio come dei piccoli presepi a mo’ di quinta teatrale. Ho aggiunto poi le figure umane ed ecco il risultato: posti realistici hanno assunto nuove visioni fantastiche.

Anche la reclusione causa Covid avrà aiutato a ricordare luoghi belli da lei percorsi, immagino.

Con il fatto che siamo stati quasi due anni bloccati in casa, mi sono un po’ sbizzarrito a usare l’immaginazione, ripensando alle montagne e ai sentieri fatti durante le passeggiate.

 

Vanni Cuoghi, Love Letters in the Sand, 2019
Vanni Cuoghi, Love Letters in the Sand, dal ciclo ‘La messa in scena della Pittura’, 2019

Insomma, c’è stata un’importante fusione di reale e immaginario.

Assolutamente sì. Io trovo che la realtà sia il luogo dell’immaginazione per eccellenza. Per me questo sdoppiamento – l’abisso e la vetta – sono di grande importanza perché sono la stessa cosa, a seconda del punto di vista. Se tu sei in cima al monte e guardi in basso, vedi l’abisso e viceversa. Paradossalmente nel diventare vetta ha creato inevitabilmente un abisso. E’ un gioco linguistico, ma anche un ribaltamento della carta.

Ci sono anche allegorie e rimandi alla filosofia, dunque. 

Certo, basta pensare alla bellezza della parola “sottosopra”. Racchiude i due contrari che vogliono dire disordine, ma dentro a ciò ci può essere dell’ordine, un ordine che non abbia a che fare con il reale e le leggi stesse a cui siamo abituati.

… che è anche ciò che compone il fantastico.

Guardi, io uno dei luoghi di ispirazione che ho – le sembrerà strano – è il supermercato. Tutta quella realtà, tutto ciò che abbiamo sottomano, è una fucina inesplorata di idee pazzesche. Le faccio un esempio: una volta nel reparto dei detersivi ho trovato un pupazzetto in gomma di Godzilla.

(Ride)

Godzilla in mezzo ai detersivi è stata un’illuminazione! Insomma, ho immaginato vari scenari surreali su cosa potesse fare quel dinosauro in mezzo a certi prodotti per la casa, visioni lontane dal semplice e scontato fatto che la madre del bambino sia poi andata a recuperare il pupazzo perso dal figlio. Gli inneschi narrativi nascono proprio dal caso.

E dal fatto di essere mentalmente aperti al caso.

Tutto ciò che succede intorno a noi è importante. Io spesso consiglio ai miei alunni questo esercizio: fare una passeggiata, portandosi dietro un block notes, annotando tutto ciò che di interessante incontrano, tutto ciò che sia “diverso” e “fuori posto”. Non ha idea del materiale meraviglioso che mi hanno portato e delle cose bizzarre che accadono. Un ragazzo una volta mi ha portato la foto di un muro con su un cartello “acqua non potabile” e non c’era la fontana! Era sorpreso da se stesso perché sarà passato di lì tante volte e non lo aveva mai incontrato. E’ necessario tenere gli occhi sempre aperti e pieni di curiosità per non perdersi mai nulla. La realtà ha molta più immaginazione di noi.

 

Vanni Cuoghi, Le Due Verità(2017)
Vanni Cuoghi, Le Due Verità(2017)
Vanni Cuoghi, dettaglio de Le Due Verità(2017)
Vanni Cuoghi, splendido dettaglio de Le Due Verità (2017)
Vanni Cuoghi, dettaglio de L'ora blu(2020)
Vanni Cuoghi, dettaglio de L’ora blu, dal ciclo ‘La messa in scena della Pittura’ (2020)

Spesso le opere di Vanni Cuoghi assumono la forma di vere e proprie scatole narrative, box tridimensionali in cui i suoi paesaggi stranianti sono compressi dentro una cornice rigidamente codificata che riproduce il palcoscenico di un teatro miniaturizzato. In questa pittura oggettuale, fatta non solo di elementi grafici, ma anche di collage e carta intagliata, l’artista cristallizza gli episodi apicali di un racconto aperto, suscettibile di molteplici interpretazioni” (Ivan Quaroni)

Vanni Cuoghi, dettaglio di Surrender, sempre dal ciclo 'La messa in scena della Pittura'(2021)
Vanni Cuoghi, dettaglio di Surrender, dal ciclo ‘La messa in scena della Pittura’ (2021)

La seconda parte dell’esposizione, che verrà inaugurata il 3 settembre, propone un enorme diorama tridimensionale in dimensione reale 1:1, ricreando con elementi di arredamento dipinti l’ideale studio del capitano Nemo, mitico comandante del sottomarino Nautilus, che fece la sua prima comparsa in Ventimila leghe sotto i mari, celebre romanzo di Jules Verne. I visitatori diventeranno parte attiva dell’opera, camminando all’interno di questa stanza come dentro una quinta teatrale, il cui oblò si aprirà direttamente su una delle vasche dell’Acquario per rafforzare la convinzione di trovarsi in acque oceaniche.

Un appuntamento imperdibile in cui elementi e universi diversi si uniscono, facendoci comprendere la potenza creativa dell’arte stessa.

Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l’immenso deserto dove l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l’infinito vivente, come ha detto uno dei vostri poeti. Infatti, professore, la natura vi si manifesta con i suoi tre regni: minerale, vegetale, animale.” (Jules Verne, Ventimila Leghe sotto i Mari)

Vanni Cuoghi, Submariner

a cura di Nicoletta Castellaneta e Ivan Quaroni

Sede Acquario Civico di Milano – Viale G. Gadio 2, Milano – M2 Lanza
Tel. 02 88 46 57 50

Apertura fino al 12 settembre 2021

Orari martedì – domenica ore 10 – 17/30 (ultimo ingresso ore 17, con biglietto). Chiusura biglietteria ore 16:30. Lunedì chiuso

Biglietti d’ingresso 5.00 euro intero, 3.00 euro ridotto. La visita alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso all’Acquario.

Informazioni Acquario con giorni e orari di apertura su www.acquariodimilano.it

Prenotazione gratuita e biglietti acquistabili su https://museicivicimilano.vivaticket.it/

 

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