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La Russia del disgelo attraverso gli occhi del fotoreporter Sergej Vasilief. A Firenze

Ritratto di una giovane detenuta, 1980 ca. Sergej Vasiliev, Ritratto di una giovane detenuta, 1980 ca.
Il semiottagono delle Murate, a Firenze.
Il semiottagono delle Murate, a Firenze.

Fino al 4 ottobre 2021 sarà visitabile a Firenze, presso il Semiottagono delle Murate, la prima antologica dedicata al fotoreporter Sergej Vasiliev, nato in Russia nel 1937, dal titolo “Sergej Vasiliev: uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta”. Insignito cinque volte del prestigioso premio World Press Photo, l’occhio del fotografo mostra l’Unione Sovietica come non l’abbiamo mai vista.

Il percorso espositivo vanta circa 70 immagini in bianco e nero che riportano alla luce il contesto russo durante l’epoca del disgelo, facendo emergere i tratti stilistici più noti del fotografo. Criminali russi il cui corpo racconta molteplici storie attraverso i tatuaggi, ma anche scene quotidiane legate al tempo libero e alla maternità.

La fotografia di Vasilief è fatta di amore, cronache e tragedie ordinarie, che testimoniano i cambiamenti del corpo con il passare del tempo. Il corpo è dunque sinonimo di decadenza e di rinascita, di speranza in una società libera e democratica.

La mostra, curata da Marco Fagioli e ideata da Jan Bigazzi, si sviluppa all’interno della struttura panottica dell’ex carcere femminile ed è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Amici del Museo Ermitage, il MUS.E, il MAD Murate Art District e il Museo Sergej Vasiliev a Čelyabinsk.

Secondino, giornalista e fotoreporter, Sergej Vassiliev osserva la società russa con grande acume e con una costante attenzione al corpo – sottolinea  – Che sia il corpo pieno di tatuaggi feroci e irriverenti dei carcerati sovietici, o il fisico morbido e fluido delle giovani donne riprese in acqua; che sia il corpo offeso e sfigurato di passeggeri ustionati in un incidente ferroviario, o seducenti nudi femminili in sauna,  la cui carne eburnea fa risaltare un irriverente ciuffo nero fuoriuscito da una treccia lunga fino al fondoschiena, Vassiliev indaga l’umanità senza veli, con occhio vero e impietoso, pronto a cogliere la bellezza come l’orrore.

Valentina Gensini, direttore artistico di MAD (Murate Art District)

Maternità, 1980 ca
Sergej Vailiev, Maternità, 1980 ca

Nella sua vita da fotoreporter, Vasiliev ha documentato la vita nei Kolchoz, aziende agrarie collettive sovietiche, e lungo le strade. Tutt’ora il suo lavoro spicca per l’alta qualità del linguaggio fotografico e la varietà dei temi trattati. Questi ultimi presentano la storia vera, senza filtri, del popolo russo, che è il protagonista della mostra, che fa seguito a quella inaugurata a Bologna nel 2020. Quest’ultima aveva come fil rouge i tatuaggi dei criminali russi di Vasiliev.

Il curatore Marco Fagioli spiega:

Vasiliev è un occhio vergine, vede la realtà sovietica fuori dai miti, dai luoghi comuni. È questo linguaggio inusuale, ad esempio l’utilizzo del ritratto non come genere fotografico ma sociologico, a rendere la mostra davvero interessante, emozionanteLa fama di Vasiliev in Europa è legata soprattutto alle immagini di detenuti tatuati nelle carceri, senza dubbio è stato l’occhio più penetrante della Russia sovietica degli ultimi decenni prima della caduta del muro. Le foto in mostra rappresentano un documento di grande importanza, non solo sulla vita in una “istituzione globale” come un carcere sovietico, ma anche sul punto di arrivo di tutta una tradizione iconografica che dalla Rivoluzione d’Ottobre alla fotografia celebrativa dell’epoca staliniana, e dalla poesia nuova del cinema del Disgelo, giunge al presente.

Le fotografie della mostra sono state scattate tra gli anni ’80 e i primi anni ’90 nelle zone di Čelyabinsk, città ai piedi degli Urali con circa un milione di abitanti. Qui, nel 1957, un’esplosione nucleare provocò un disastro peggiore di quello di Chernobyl. Dal 1968, Vasiliev lavora qui per il principale quotidiano locale chiamato Vecherny Čelyabinsk (Čelyabinsk Sera) in quanto testimone di tutto ciò che accade nella metropoli.

Le sue fotografie sono testimoni di un periodo storico senza precedenti, che sarà pienamente reso noto all’Occidente solo a seguito della “politica della trasparenza” avviata da Gorbaciov. Le sei sezioni della mostra offrono uno spaccato di vissuto: Ritratti, Sauna, Parto, Tatuaggi, Incidente ferroviario di Ufa, Vita in carcere.

Ritratto di una giovane detenuta, 1980 ca.
Sergej Vasiliev, Ritratto di una giovane detenuta, 1980 ca.

L’assessore alla cultura di Firenze, Tommaso Sacchi, asserisce:

Una mostra davvero originale e senza filtri su decenni di storia russa : in una settantina di foto l’artista riesce a calarci in una dimensione lontana che ci racconta molto degli ultimi avvenimenti di quel Paese e attraverso immagini penetranti e a tratti disturbanti ci offre uno spaccato veritiero e inedito dei suoi protagonisti, compresi quelli, come i detenuti, di solito negletti dalla storiografia ufficiale”; aggiunge: “Lo spazio delle Murate si dimostra luogo eclettico e policentrico dove la cultura e l’arte si contaminano con la dimensione sociale dell’edilizia popolare e gli eventi dell’Estate Fiorentina e del MAD.

Nel 2023 la mostra sarà riallestita al Museo delle Culture di Lugano (MUSEC). Per questa edizione a Firenze, essa è accompagnata dal catalogo con testi di Francesco Paolo Campione, Marco Fagioli e Laura Lodigiani. Inoltre, è previsto un ricco calendario di eventi e iniziative collaterali, tra cui TATUATORI FIORENTINI.

Quest’ultima attività prevede i maggiori tatuatori di Firenze, Lorenzo Amuleto, Gabriele Donnini, Rino Valente e Simone Caruso, impegnati in sessioni di tattooing, dalle 11 alle 18 il 6 agosto, 5 settembre e 3 ottobre. I presenti potranno farsi tatuare con la tecnica “vecchia scuola” handpoke, ossia a mano libera e senza l’ausilio della macchinetta.

Con la performance FLORENCE FOLSOM PRISON, il fotografo Francesco Ristori, il 29 agosto, 17 settembre, 3 ottobre, negli orari della mostra, produrrà delle stampe Fine Art in tempo reale per i presenti.

La sua storia è nei tatuaggi, 1980 ca.
Sergej Vasiliev, La sua storia è nei tatuaggi, 1980 ca.

 Informazioni

Sergej Vasiliev, uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta
23 giugno – 4 ottobre 2021
Semiottagono delle Murate
Piazza Madonna della Neve, 8 Firenze
Orario: Dal lunedì alla domenica, 9-19
Ingresso gratuito

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