Riceviamo e pubblichiamo un saluto del maestro Marcello Lo Giudice a Manuel Laghi, scomparso prematuramente la scorsa notte a Trieste
Per un tragico incidente ieri sera è scomparso Manuel Laghi. Ci legava una profonda amicizia e rapporti di lavoro, in quanto grazie alla sua sensibilità’ e conoscenze internazionali, mi aveva dedicato la mostra al Castello di Miramare di Trieste ed era stato tra gli organizzatori della mia mostra al Museo MaXXi di Roma, che tanto successo avevano avuto di critica e pubblico.
Quando lo conobbi nel 2000 , iniziava il nuovo millennio, e iniziava anche la nostra amicizia.
Lui era noto a Trieste per attività legate alla moda, alla produzione di film con cui aveva guadagnato tanto e perduto tanto aI tavoli da gioco dei casinò della Slovenia. E proprio dalle sconfitte del gioco Manuel mi diceva che era rinato a nuova vita. Nel nostro incontro a Milano gli diedi fiducia e gli consegnai 2 miei quadri da vendere. Non aveva soldi per pagarmi, ma anche io allora sconosciuto non li pretendevo e poi mi fidavo di Manuel, si vedeva subito he era un uomo onesto e sincero.
Infatti poco tempo dopo aveva venduto i miei quadri a Trieste. Iniziava per lui la passione per l’arte e per la cultura, organizzando mostre anche di artisti giovani e dei convegni culturali al caffe degli specchi a Trieste con poeti e scrittori del calibro di Juan Octavio Prenz, Giorgio Pressburger e Claudio Magris. A Parigi abbiamo incontrato Tahar Ben Jelloun, che poi avrebbe scritto una poesia dedicata al mio libro “Blu”. Manuel amava la vita, ma di più il mare di Trieste. Non andava quasi mai via da Trieste. Io gli dicevo che era pigro e non amava viaggiare, ma lui mi rispondeva: “Marcello dove vuoi che vada se ho la fortuna di vivere nella città più bella del mondo?”.
Manuel aveva tantissimi amici, con cui spendeva tempo libero con entusiasmo e passione. Era sempre al telefono a parlare dei suoi progetti e della vita. Citava ultimante i classici: Platone, Seneca, Cicerone. Il trattato sull’amicizia di Cicerone era sempre nel suo comodino.
Trieste perde oggi un cittadino illustre, che vagava nella città’ e salutava ed era salutato da tutti. E’ stato per Trieste un faro di luce. Dopo Leo Castelli, Manuel laghi ha continuato la tradizione triestina per l’amore delle arti visive e la pittura contemporanea. Io sono felice di averlo conosciuto e la sua morte improvvisa mi lascia in eredità i veri valori della vita come l’amicizia e l’amore per il prossimo.
Trieste dovrebbe tenere vivo il suo ricordo e dedicargli una via o un giardino o un lungomare.
Addio amico mio