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L’erotismo paesaggistico e naturale di Georgia O’Keeffe al Pompidou. La prima retrospettiva in Francia, anteprima video

Georgia O'Keeffe, Oriental Poppies, 1927, olio su tela Georgia O'Keeffe, Oriental Poppies, 1927, olio su tela

Dall’8 settembre al 6 dicembre 2021 il Centre Pompidou presenta la prima retrospettiva in Francia di una delle più grandi figure dell’arte nordamericana del XX secolo. Scomparsa all’età di 98 anni, Georgia O’Keeffe (1887-1986) ha attraversato gran parte delle avventure estetiche del secolo precedente: dal modernismo degli anni ’20 alla pittura astratta “hard edge” degli anni ’60, attraverso la ricerca per l’identità che ha segnato gli Stati Uniti negli anni ’30.

Il percorso espositivo, volutamente fluido e aperto, dispiega cronologicamente il percorso artistico di Georgia O’Keeffe dalle prime vertigini “cosmiche” ispirate all’immensità delle pianure texane nel 1910, alle metropoli e ai paesaggi rurali dello Stato di New York negli anni ’20-’30, al New Mexico, dove si stabilì definitivamente dopo la seconda guerra mondiale. La mostra si apre in uno spazio dedicato alla Galleria 291, luogo decisivo nella carriera artistica di Georgia O’Keeffe. Quando si trasferì a New York nel 1918, scoprì gli artisti e i movimenti innovativi dell’arte moderna europea. Tra questi, il fotografo Alfred Stieglitz, cofondatore della galleria, che in quegli anni organizzò le prime mostre americane di Auguste Rodin, Henri Matisse, Francis Picabia e Paul Cézanne.

La Galleria pubblica la rivista Camera Work, in cui Georgia O’Keeffe scopre la traduzione di un estratto da Spiritual in Art (1912) di Wassily Kandinsky. Si riconosce nell’estetica del pittore russo, ancorato a un simbolismo che concilia un sentimento romantico per la natura e lo spiritualismo. Alfred Stieglitz è il primo ad esporre i disegni di Georgia O’Keeffe alla Galleria 291 (Special No. 15, 1916-1917). Un colpo di fulmine artistico nasce tra la giovane pittrice e il fotografo che dedicherà quindi una mostra annuale alle opere recenti della O’Keeffe. Nel 1929 fu la prima artista donna a partecipare alle mostre del MoMA da poco inaugurato, così da essere considerata dalla generazione di artiste femministe degli anni Sessanta una “rompighiaccio”.

Al di là dei dipinti floreali che l’hanno resa famosa, la mostra Georgia O’Keeffe al Centre Pompidou restituisce il suo lavoro alla sua complessità e alla sua ricchezza iconografica. Dai grattacieli di New York e dai granai di Lake George alle ossa di bestiame che riporta dalle sue passeggiate nei deserti indiani (Ram’s Head, White Hollyhock-Hills, 1935), la pittura di Georgia O’Keeffe non perde di intensità nonostante il passare degli anni. Se l’ispirazione vegetale è un motivo ricorrente per l’artista, la mostra la colloca in una tradizione che affonda le sue radici nel grande sentimento per la natura ereditato dal Romanticismo storico. Reinventato dal panteismo dello scrittore D.H. Lawrence, innerva il lavoro di O’Keeffe e tinge di erotismo i suoi paesaggi e i suoi motivi vegetali.

Georgia O'Keeffe, Oriental Poppies, 1927, olio su tela
Georgia O’Keeffe, Oriental Poppies, 1927, olio su tela

Georgia O’Keeffe
Centre Pompidou, Parigi
8 settembre – 6 dicembre 2021

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