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Art Basel in aiuto dei galleristi: quarantena pagata e fondo di copertura sui rischi

Art Basel in Basel 2019 © Art Basel Art Basel in Basel 2019 © Art Basel
Art Basel in Basel 2019 © Art Basel
Art Basel in Basel 2019
© Art Basel

In risposta alle preoccupazioni dei galleristi Art Basel ha attivato due strumenti che vengono in soccorso degli espositori. Particolarmente interessante il fondo di solidarietà a cui i galleristi dovranno autonomamente scegliere di aderire.

«Extraordinary measures for extraordinary times» ha chiosato Marc Spiegler, direttore di Art Basel. La fiera d’arte contemporanea più importante al mondo si prepara alla prima edizione in presenza (24-26 settembre) dopo lo scoppio della pandemia. Il clima di entusiasmo e ripartenza non riesce però a soffocare completamente le preoccupazioni, che serpeggiano tra i galleristi e rischiano di compromettere la buona riuscita dell’evento.

In particolare sono due i grandi problemi che preoccupano gli espositori. In primo luogo, l‘incertezza sulle vendite, dovuto al timore che quest’anno in Svizzera potrebbe giungere un numero ridotto di collezionisti. In secondo luogo, molti si chiedono cosa accadrebbe se uno (o più) membri del personale della galleria risultasse positivo al Covid-19 e dovesse quindi essere messo in quarantena per 10 giorni in Svizzera.

Detto, fatto. Art Basel vuole fare di tutto affinché l’edizione abbia successo o che, nel peggiore dei casi, non sia totalmente sconveniente per i propri galleristi. Ecco che fiera si è impegna così a pagare il conto per qualsiasi quarantena da passare in hotel e, ancora più notevole, ha instituito un “fondo di solidarietà” di 1,5 milioni di franchi (1,6 milioni di dollari) che sarà distribuito a tutte le gallerie deluse dalle loro vendite.

«Non ci aspettiamo che ci siano molti test positivi, ma non volevamo che le gallerie si preoccupassero a lungo per l’intera fiera che ci potesse essere una spesa extra alla fine, quindi abbiamo pensato di correre il rischio finanziario per loro.» ha spiegato Spiegler a The Art Newspaper.

Capitolo più ostico quello relativo alle vendite. «La realtà è che ci aspettiamo che alcune gallerie andranno molto bene, alcune andranno in pareggio e altre potrebbero invece perdere denaro».

Per questo Art Basel ha creato un “fondo di solidarietà una tantum” di 1,5 milioni di franchi svizzeri (1,6 milioni di dollari). Come funziona? Ogni galleria (in teoria) riceve una riduzione promessa del 10% della sua tariffa al metro quadro (oltre alla riduzione del 10% data in primavera). Questa riduzione non verrà erogata automaticamente, ma piuttosto accantonata come una sorta di fondo di soccorso da Art Basel. Un paio di settimane dopo la fine della fiera, prima dell’invio delle fatture finali, Art Basel chiederà a ogni galleria se vuole aderire o meno a questo fondo, a seconda di come sono andate le vendite.

Se una galleria è soddisfatta delle sue vendite, la sua parte rimarrà nel piatto e sarà distribuita a coloro che hanno avuto scarse vendite e hanno invece aderito. Il sistema di assegnazione sarà amministrato da un revisore indipendente e Art Basel non rivelerà quali gallerie hanno beneficiato del fondo. Se ne deduce che più gallerie sceglieranno di rinunciare alla riduzione, maggiore sarà la riduzione per le gallerie restanti. La domanda è dunque una: quante gallerie decideranno di lasciare i soldi nel piatto da distribuire ai colleghi meno fortunati?

Naturalmente, il sistema si basa sul presupposto che le gallerie più grandi — come Gagosians, Hauser and Wirths, David Zwirner — probabilmente realizzeranno vendite consistenti e non opteranno per ricevere il pagamento di sgravio lasciando così la loro fetta alle gallerie più piccole. Il meccanismo si affida però al buonsenso dei galleristi, dal momento che nessuno dovrà quantificare le proprie vendite per ottenere la riduzione.

Nel complesso le iniziative prese da Art Basel restituiscono il clima di tensione e preoccupazione che aleggia alla vigilia di un evento così importante. Per il mercato e l’intero sistema si tratta di un momento importante per saggiare salute e potenzialità future. Art Basel ha compreso il momento delicato e non vuole lasciare niente al caso. L’edizione deve funzionare, a qualsiasi costo.

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