Christie’s, in collaborazione con Aguttes, presenta l’eccezionale asta del 23 novembre, che offre ai collezionisti un documento eccezionale: un manoscritto autografo di 54 pagine scritto da Albert Einstein e Michele Besso tra il giugno 1913 e l’inizio del 1914.
Questo manoscritto documenta una fase cruciale nello sviluppo della teoria della relatività generale, scoperta che ha modellato la moderna comprensione del funzionamento dell’universo. In quanto tale, è senza dubbio il manoscritto di Einstein più prezioso mai offerto all’asta (stima: €2.000.000-3.000.000).
Adrien Legendre, Direttore del dipartimento Libri e Manoscritti, ha commentato: «Gli autografi di Einstein di questo periodo, e più in generale antecedenti al 1919, sono estremamente rari. Proprio come questo, uno dei due soli manoscritti sopravvissuti che documentano la genesi della Teoria Generale (insieme al cosiddetto taccuino di Zurigo della fine del 1912/inizio del 1913 – ora nell’Archivio Einstein dell’Università Ebraica di Gerusalemme). Esso fornisce una straordinaria visione dell’opera di Einstein e un affascinante tuffo nella mente del più grande scienziato del XX secolo».
Il manoscritto è anche una testimonianza particolarmente preziosa del rapporto di Einstein con Michele Besso, l’ingegnere svizzero che fu suo collaboratore, confidente e amico per tutta la vita.
Già nel 1912 Einstein stava lavorando alla generalizzazione della teoria della relatività speciale, pubblicata nel 1905. Una prima bozza, che privilegiava una metodologia basata sui principi della fisica piuttosto che della matematica, fu pubblicata lo stesso anno. Restava da mettere alla prova questa teoria, e fu allora che entrò in scena Michele Besso, raggiungendo Einstein a Zurigo all’inizio del 1913.
I due amici e colleghi affrontarono uno dei problemi con cui la comunità scientifica era alle prese da decenni: l’anomalia nell’orbita del pianeta Mercurio. Il perielio di Mercurio, ovvero il punto della sua orbita che più si avvicina al Sole, si muove lentamente nel tempo a causa degli effetti di altri corpi nel sistema solare. Esiste una discrepanza infinitesimale tra le equazioni che Newton ha sviluppato su di essa e quanto osservato, ma nessuno è stato in grado di fornire una spiegazione inconfutabile. Einstein e Besso cercarono insieme un’equazione che potesse finalmente conciliare questa distanza.
I calcoli riportati sul manoscritto di Einstein-Besso furono, tuttavia, contaminati da una serie di errori non notati, e più tardi nel 1913 Einstein mise da parte questo approccio alla relatività generale a causa dei dubbi riguardo la sua coerenza teorica. Besso lasciò Zurigo, portando con sé il documento. È grazie a lui che il manoscritto è, quasi miracolosamente, giunto fino a noi: Einstein probabilmente non si sarebbe preso la briga di conservare quello che vedeva come un documento di lavoro.
Nel settembre 1915, Einstein tornò al suo approccio precedente e alla fine stabilì le equazioni di campo valide per la sua nuova teoria. Li perfezionò e li pubblicò in una leggendaria serie di quattro articoli nel novembre 1915, nel terzo dei quali dimostrò che la sua nuova teoria poteva effettivamente spiegare l’anomalo perielio di Mercurio, adempiendo così alla promessa del manoscritto Einstein-Besso di due anni prima. La comprensione umana del funzionamento dell’universo era stata cambiata per sempre.