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Miart 2021. 10 A.M. ART Gallery presenta uno stand monografico su Sandro De Alexandris

“Nelle pieghe della storia. Agostino Bonalumi, Sandro de Alexandris”. Milano, Galleria 10 A.M. ART “Nelle pieghe della storia. Agostino Bonalumi, Sandro de Alexandris”. Milano, Galleria 10 A.M. ART
“Nelle pieghe della storia. Agostino Bonalumi, Sandro de Alexandris”. Milano, Galleria 10 A.M. ART
“Nelle pieghe della storia. Agostino Bonalumi, Sandro de Alexandris”. Milano, Galleria 10 A.M. ART

Per l’edizione Miart 2021, 10 A.M. ART Gallery ha deciso di presentare la ricerca artistica condotta da Sandro De Alexandris, a partire dalla prima metà degli anni Sessanta.

È un lavoro che, mettendo in discussione i fondamenti linguistici della pittura e della scultura, si pone come un’interrogazione sulle loro scelte e sui loro strumenti. Un’indagine intensiva che spazia dal campo dell’opera allo spazio che la ospita e su cui proietta un possibile sviluppo.

Un itinerario di cancellazioni, di progressiva eliminazione che si concretizzata  nelle superfici piegate e sovrapposte del 1964/66, dove le coordinate spazio/tempo/luce si articolano in una nuova definizione del concetto stesso di quadro. É anche la base dello spostamento di piani e volumi di TS, 1966/69, che si organizzano nell’opera per formare campi di concentrazione visiva in stretto dialogo con lo spazio che li contiene.

È una ricerca che si sviluppa e si intreccia nelle opere del 1967/73, con piani sovrapposti e rilievi minimi, attraversati da linee di chiaroscuro a definire percorsi visivi silenziosi, e che porta alle superfici t/n del 1974/ 78, opere in cui un radicale abbassamento della percezione porta a una nuova definizione delle superfici come campi di luce, che diventano materia su cui lavorare, spazio attraversato da un riverbero che svela la materia stessa.

Dagli anni ’80 in poi De Alexandris inaugura poi una nuova fase di ricerca che lo conduce a un lavoro di ricomposizione organica con frammenti di pittura. Parti di vecchi dipinti vengono riutilizzate per analizzare il processo attraverso il quale si forma la pittura stessa. Ne emergono sovrapposizioni di superfici e colori, carta e tela, tutti usati insieme e che hanno ricostruito dolcemente un percorso per analogia: il recupero di frammenti di tempo vissuto.

Un lavoro che, nel 1992/93, si trasforma in tele dal colore diffuso, quasi smaterializzato, uno stato di sospensione, di nuovo interrogativo: una pittura che interroga la pittura, pensieri sulla dimensione mentale dell’immagine, che diventa lo spazio del colore, rivelazione del suo fluire, soglia, apparizione e scomparsa, materia protesa verso un compimento impossibile, movimento lento, punto di partenza per un nuovo inizio.

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