La mostra personale Axis-Anime armate di Domenico Romeo sarà visitabile fino al 26 settembre 2021 presso lo spazio dell’Ex- Saponificio Gavazzi di via Boncompagni 57 a Milano.
Axis- Anime armate è la concretizzazione materica di un processo metodico rituale che l’artista e designer Domenico Romeo (1988) porta avanti da più di tre anni. Il desiderio di approfondire e conoscere il linguaggio primordiale del gesto, ha condotto l’artista ad immergersi nella mimesi compiuta dal puro corpo nel tentativo di imitare la natura per comprenderne le sfaccettature.
Axis è gesto ma è anche ritmo. E’ il compiersi e il ripetersi senza sosta di un alfabeto originario che nei secoli ha visto sfumare il proprio valore, fino a perderne la forza espressiva e simbolica, grazie all’invenzione della scrittura che ne ha snaturato gli aspetti più profondi e sensoriali.
E’ quindi la volontà di riconnettersi a una dimensione mistica, arcaica, essenziale che spinge l’artista a comporre e scomporre sistematicamente i suoi lavori, in acciaio e tessuto, che divengono dei veri e propri moduli con infinite possibilità di espressione. Dotati di un sistema speciale di fissaggio -con bulloni e cardini- creato ad hoc dallo stesso artista, questo rigido ma altrettanto mutevole linguaggio prende forma suggerendo nell’incontro tra linea orizzontale e linea verticale una commistione di riferimenti storici, autobiografici, simbolici e architettonici.
E’ nell’aspetto formale che si condensano tutti i significati ed i riferimenti del progetto di Romeo. Le anime armate che, con la loro forza e autorevolezza, racchiudono e al contempo liberano forme e spiritualità in continua evoluzione. Dalle assi in acciaio emergono, quasi come fossero ferite, delle bandiere senza nome in tessuto verde che fanno vibrare, dal nucleo alla superfice, tutte le opere.
Il percorso espositivo si apre con una vasta serie di croci svettanti verso l’alto che accolgono e preparano il visitatore agli stadi successivi della transizione – fulcro centrale del rituale cerimoniale, nonché apice massimo di unità raggiunto dall’alfabeto di moduli sia per le dimensioni che per complessità dialettica- e della reintegrazione, dove le figure si articolano e disarticolano in geometrie eterogenee che rimandano ad ulteriori interpretazioni dell’immaginario sacrale.
Le opere di Romeo instaurano un dialogo aperto con lo spazio in cui sono allestite, rivendicando la loro presenza sulle pareti, sul pavimento, al centro e sui lati, riflettendo anche nella loro collocazione la condizione di ripetizione e di ritmo di un gesto di montaggio metodico e costante che tocca e indaga tanto la verticalità e l’orizzontalità, quanto le dimensioni di realtà e soprannaturalità.
Il sistema realizzato dall’artista cattura l’attenzione visiva ed emotiva del visitatore per la sua – solo in apparenza- semplicità linguistica pronta a toccare all’istante tutte quelle sensazioni ed emozioni interiori che si ricollegano ad un io lontano e primitivo. Lo spazio scarno e grezzo dell’Ex Saponificio Gavazzi sembra non aver aspettato altro che le opere di Romeo mostrandosi al pubblico nella sua nudità e portandolo in uno stato di sospensione quasi ascetica in grado di connettere fisicamente e mentalmente il visitatore alle opere.