Dopo quattro anni di restauro riapre il Musée Carnavalet di Parigi. La storica istituzione, inaugurata nel 1880, racconta la storia della città dalla Preistoria ai giorni nostri.
La storia di Parigi racchiusa in un museo. L’origine della città, la sua evoluzione, i momenti di sofferenza e quelli di rinascita. La secolare storia della Ville Lumiere rivive al Musée Carnavalet. Situato nel quartiere centralissimo di Marais, l’istituzione ha da poco completato un rinnovamento durato quattro anni e rallentato dall’emergenza sanitaria.
Aperto nel 1880, il Musée Carnavalet espone circa 3.800 opere che ripercorrono le vicende della città dalla Preistoria al XXI secolo. Dipinti, sculture, arredi, oggetti d’arte, fotografie, disegni, modellini in scala e tanto altro. Si trova veramente di tutto, qualsiasi segno tangibile in grado di cristallizzare un momento o un passaggio storico per la città. Tra questi spicca una piroga del neolitico rinvenuta nella Senna, gli affreschi di epoca romana, quando Parigi si chiamava ancora Lutetia, ma anche le chiavi della Bastiglia, frammenti delle sue mura abbattute dai rivoluzionari, la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 o la camera – con tanto di letto, ovviamente – in cui Marcel Proust scrisse Alla Ricerca del Tempo Perduto. Il tutto coadiuvato da 140 nuovi pannelli multimediali che offrono supporto all’esperienza di visita.
I 3.900 metri quadrati di superficie hanno necessitato di un’opera di restauro particolarmente impegnativa. Lo stesso si può dire per le preziosità contenute al suo interno. Nel corso dei quattro anni necessari per portarli a termine, hanno partecipato ai lavori più di centro curatori e restauratori. Il budget a disposizione per l’impresa era di circa €4.4 milioni.
L’impegno enorme ha consentito di rinnovare completamente il percorso espositivo, ricalibrato lungo una scansione cronologica lineare ed efficace, con l’obiettivo di rendersi immediatamente comprensibile a tutti i visitatori. In particolare sono otto le macro-finestre temporali in cui è suddivisa l’esposizione permanente.
Si parte dalla Preistoria. Dal mesolitico al neolitico, il racconto di Parigi e dei territori limitrofi inizia ancora prima che ci fossero gli strumenti adeguati a tramandarlo. La sezione si estende fino all’età Gallo-romanica, con numerosi reperti capaci di ricordare l’atmosfera del tempo. Dagli elementi decorativi che impreziosivano piazze e luoghi pubblici, agli oggetti di ogni giorno utilizzati nelle case. Tra questi spiccano preziosissimi frammenti di affreschi, conservati nelle loro fattezze originali.
Segue la parte dedicata al Medioevo. In quest’epoca Parigi inizia a configurarsi come un centro urbano di grandi dimensioni, in grado di convogliare al suo interno potere politico e religioso. La riva sinistra della Senna, un tempo fuori dalle mura, viene ora annessa; sorgono le università, la città cresce insieme alla sua popolazione e alle ambizioni dei regnanti.
Sulla medesima linea anche la sezione incentrata sul XVII secolo. Parigi è sempre più un incredibile centro politico, religioso, economico e artistico. Dipinti, sculture e modelli in scala raccontano i personaggi principali che hanno contribuito alla sua crescita. Tra questi spicca madame de Sévigne, figura chiave per gli intellettuali del tempo. E ancora, nel XVIII secolo, la città prosegue nella sua crescita trasversale. Il secolo è raccontato in modo particolare dai disegni e dalle decorazioni, simboli di una Parigi che matura un gusto estetico calibrato sulla commistione di passato e presente.
Veramente notevole lo spazio riservato alla Rivoluzione Francese. Il Carnavalet vanta la più grande collezione al mondo di reperti risalenti al decennio 1789-1799. Dipinti, disegni, sculture, ceramiche, medagli e accessori di tutti i tipi raccontano quegli anni tumultuosi. Su tutti spicca una riproduzione della Bastiglia e la ricostruzioni delle ragioni e delle modalità con cui fu attaccata. Un momento fortemente simbolico che però fu in seguito strumentalizzato.
Ampio spazio, e non poteva essere altrimenti, a Napoleone e al suo Impero. Numerosi i reperti che testimoniano gli interventi operati dal grande condottiero alla città, che sotto la sua guida raggiunse uno splendore mai sperimentato. Il percorso continua poi nel XIV secolo parigino, segnato da Napoleone III e le trasformazioni cittadine operate da Haussmann. Infine il XX e XXI secolo, con gli eventi storici più recenti quali l’attacco terroristico al Bataclan, l’incendio a Notre Dame e l’insorgere del Covid-19.
Tra i restauri più significativi troviamo certamente la Wendel Ballroom, una splendida sala che ospita le decorazioni realizzate nel 1925 da José Maria Sert y Badia. L’opera si distingue tanto per la tematica quanto per la tecnica pittorica utilizzata. La vicenda biblica raffigurata si concentra sulla Regina di Sheba e del suo incontro con Re Salomone. Il visitatore risulta totalmente avvolto dall’atmosfera nebulosa e dai drappi rossi che creano uno scenario quasi teatrale. Realizzato su pannelli di compensato affissi al muro e su tele ancorate al soffitto, l’opera era stata inizialmente posizionata dall’industriale Maurice de Wendel nella sua abitazione di New York. Giunta al Carnavalet nel 1989, il lavoro si distingue per il contrasto tra rosso e argento, che dominano la composizione e donano un’armonia luminescente da cui è impossibile distogliere lo sguardo.
Un altro importante restauro ha visto come oggetto il dipinto del 1620 St. Genevieve Fighting Back the Huns in Front of City Hall. La Santa patrona di Parigi è raffigurata mentre regge un libro aperto in una mano e una candela nell’altra. Sullo sfondo i luoghi simbolo della città si stagliano sotto un cielo scuro. In particolare il restauro ha interessato tutta la parte superiore del dipinto, che ha rivelato dettagli a lungo sepolti. Su tutti, uno strano animale fantastico che vola nel cielo.
In ultimo si distingue un modello in scala di Place de l’Hotel de Ville di Pierre-Louis Foulley. L’opera restituisce una dettagliatissima visione dell’arrivo in città di Louis-Philippe d’Orléans l’ultimo giorno della rivoluzione di luglio nel 1830.