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Furto del van Gogh. Condannato a 8 anni di carcere l’uomo che trafugò il dipinto

Vincent van Gogh, The Parsonage Garden at Nuenen in Spring (1884). ©Groninger Museum. Vincent van Gogh, The Parsonage Garden at Nuenen in Spring (1884). ©Groninger Museum.
Vincent van Gogh, The Parsonage Garden at Nuenen in Spring (1884). ©Groninger Museum.
Vincent van Gogh, The Parsonage Garden at Nuenen in Spring (1884). ©Groninger Museum

L’uomo olandese accusato di aver rubato i dipinti di Vincent van Gogh e Frans Hals nel 2020 è stato condannato a otto anni di carcere.

Nella sentenza, la Corte centrale dei Paesi Bassi ha inoltre affermato che l’uomo, il cui nome non è stato divulgato, deve pagare 8,73 milioni di euro al proprietario del dipinto di Hals. Nonostante la condanna, i dipinti di Hals e di Van Gogh sono tuttora irrintracciabili.

Il van Gogh, un paesaggio di inizio carriera intitolato The Parsonage Garden at Nuenen in Spring (1889), è stato rubato dal Singer Laren Museum poche settimane dopo l’inizio del lockdown nei Paesi Bassi. Il dipinto, per di più, era giunto al museo in prestito dal Groninger Museum. I filmati di sicurezza avevano colto in fragrante il ladro, ripreso mentre irrompeva nel museo usando una mazza.

Il dipinto di Hals, Two Laughing Boys with a Mug of Beer (ca. 1626-27), raffigura due uomini che festeggiano ed è stato trafugato dal museo Hofje van Aerden, nella città olandese di Leerdam. Il dipinto non è nuovo a episodi del genere: quello avvenuto nel 2020 è infatti il terzo furto subito dall’opera.

Il tribunale ha valutato come gravi i crimini commessi. “Questi dipinti fanno parte del patrimonio culturale nazionale“, si legge nel verdetto. “Fanno parte del nostro passato e sono di grande importanza per le generazioni presenti e future, in modo che possano conoscere il passato”.

Nel suo verdetto, la corte ha inoltre affermato che l’uomo era stato coinvolto in una precedente rapina a Gouda, sempre nei Paesi Bassi. Sembra che l’uomo di 59 anni avesse trafugato il modello di una nave dorata del XVII secolo da un museo nel 2015. Definito “un criminale incorreggibile e calcolatore“, la corte ha affermato che la sua precedente condanna «non gli ha impedito di commettere di nuovo un furto d’arte, il che fa temere che si possa ripetere nuovamente in futuro».

L’uomo continua però a negare il suo coinvolgimento nei furti del 2020.

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