L’importante mostra dedicata all’intero lavoro di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, intitolata La Verità di Michelangelo Pistoletto. Dallo Specchio al Terzo Paradiso, è stata prorogata fino al 9 gennaio 2022.
Oltre 40 opere, fotografie e video costituiscono la più completa rassegna del lavoro di Pistoletto mai realizzata in Svizzera, organizzata in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e curata da Maria Folini e Alberto Fiz. La mostra “istituzionale”, filologica, è completata da due installazioni: un Terzo Paradiso di pietre levigate donato dall’artista, al Monte Verità, e uno di piante al Castello San Materno.
Nella mostra si possono vedere i noti Quadri specchianti del maestro di Biella, basi per il suo percorso artistico ulteriore. Anche lavori giovanili come l’Autoritratto con fondo oro, antecedente diretto degli specchi e testimonianza delle prime ricerche di Pistoletto oltre la tela, di cui l’artista parla dicendo “sono un autoritratto senza volto. Qual è il mio volto? Il mio volto lo devo trovare nello sfondo”.
Si trova ad Ascona anche una iconica Venere degli stracci, 1967, che rappresenta il periodo in cui Pistoletto ha aderito al movimento Arte Povera. Critica del capitalismo e della società consumistica, 54 anni dopo la sua creazione è ancora eccezionalmente attuale.
Una parte dell’esposizione è dedicata al Segno Arte: “fondamentale ricerca di Pistoletto, una figura, costruita dall’intersezione di due triangoli che iscrive un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate, la massima estensione del corpo”. Sono in mostra opere come Attraverso il Segno Arte, Finestra-Segno Arte, Porta-Segno Arte, fra altre.
Il Metrocubo di infinito, opera del 1966, è formato da pannelli opachi rivestiti all’interno da specchi, portando all’estremo la possibile rifrazione e creando un potenziale infinito, che non si vede dall’esterno.
Il Terzo Paradiso, manifesto e simbolo, viene creato e teorizzato nel 2003. Riassume il pensiero di un Pistoletto artista e filosofo, preoccupato per il modo in cui l’essere umano abita, anzi, occupa l’ambiente in cui si trova. La variazione del segno dell’infinito è forse un segno di speranza: l’artista dice “uno più uno non fa due, ma tre; perché io e te siamo in tre: tu, io, noi”. Da qua nascono i tre cerchi del simbolo, l’artista chiama questo 1+1=3 la “formula trinamica”, nata già con i Quadri specchianti, “due elementi contrapposti si uniscono per creare un terzo elemento che prima non esisteva. È la formula della creazione”.
Tornando al Terzo Paradiso: è una riflessione e un manifesto sul vivere nel mondo e sul vivere insieme, sull’essere io, sull’essere tu, sull’essere noi, sull’essere tutti insieme. È, in parole dell’artista, “il grembo di una nuova società”.
L’intero corpus, l’oeuvre di Pistoletto, con fondamenta nell’Autoritratto con fondo oro e nei Quadri specchianti, trova come culmine la teoria e il “segno trinamico” del Terzo Paradiso. Così anche la mostra mette in scena la ricerca del maestro sull’essere, sul vivere nel mondo, sull’ambiente e la natura e su come essi vengono cambiati dagli umani. Riflette e invita a riflettere sulla responsabilità e la consapevolezza dell’essere coinvolti nel mondo, sul vivere insieme.
La Verità di Michelangelo Pistoletto ad Ascona si potrebbe riassumere con una locuzione di un altro artista che cominciò il suo percorso sempre assieme al gruppo Arte Povera: con un “Boettiano” “mettere al mondo il mondo”. L’artista mette al mondo il mondo e insegna, invita a riflettere su come vivere in esso, a trovare, in parole sue, “l’equilibrio tra natura e artificio”. Come ha detto il Sindaco di Ascona, Luca Pissoglio, ci sollecita a “renderci responsabili delle nostre azioni e a trovare concretamente un equilibrio tra le nostre possibilità razionali e le nostre proprietà naturali”.
Sulla sua Verità, che da il titolo alla mostra, Pistoletto ha dichiarato, in una intervista con il curatore Alberto Fiz: “non parlo della verità assoluta, ma della verità sulle cose, ovvero di un fatto incontrovertibile, oggettivo e verificabile che non ha nulla a che fare con un concetto fideistico e trascendente. Ogni immagine viene riflessa dallo specchio a cui non si può sottrarre. Nel flusso continuo dello spaziotempo, lo specchio contiene tutto il possibile, compresa la vita e la morte”.
Vale la pena citare un’ultima volta, per concludere, il Maestro Pistoletto, che è chi spiega nel modo migliore le sue speranze, i suoi pensieri, la sua verità: “Siamo passati dall’Homo sapiens all’Homo techno, ma è esclusivamente attraverso l’Homo artisticus che si potrà recuperare l’equilibrio tra natura e artificio”.