Da ragazzino ho amato moltissimo il film “Risvegli”, con Robin Williams e un superbo Robert De Niro, che racconta la storia vera del dottore Malcolm Sayer (vero nome Oliver Sacks). Nel 1969 in un ospedale del Bronx scoprì l’effetto positivo di un nuovo farmaco: la L-DOPA. Somministrò questa “medicina” a un paziente affetto da catatonia osservando una somiglianza tra la condizione dei pazienti catatonici e dei pazienti parkinsoniani. Leonard Lowe (De Niro) e il resto dei pazienti vengono risvegliati dopo avere vissuto per decenni in stato catatonico e si ritrovano a vivere una vita del tutto diversa dalla precedente.
Per chi ha avuto esperienze dirette con patologie del genere, magari un familiare o un amico, è qualcosa di straordinario poter immaginare, comprendere, o anche solo intuire il risveglio della persona amata.
Una bella mostra in arrivo al Palazzo del Barolo a Torino prova a interrogarsi sul tema.
Si intitola The light of the darkness, la mostra personale di Emilio Fantin, uno dei momenti del progetto Risvegli a cura di Gabi Scardi con Katherine Desjardins (Chicago) proposto dal Centro Itard Lombardia.
La ricerca dell’artista si sofferma sulle forme del sensibile e dell’esistenza immateriale, indagando le relazioni tra fatti e sogni, tra attività sensoriale e costruzione dell’immagine interiore, tra vita e morte; nella convinzione che flussi, impulsi, intenzioni e movimenti di pensiero, sebbene soggettivi e invisibili, costituiscano l’origine dei fatti concreti e manifesti. Al centro del progetto c’è l’indagine a lungo termine che l’artista conduce sugli stati di coscienza desta, di sogno, di sonno. Questa ricerca ha portato Fantin anche all’ambito del coma, coinvolgendo una serie di persone, tutte reduci da tragici traumi ma capaci di esprimere forza vitale e nuovi orizzonti. Tra i temi centrali del lavoro ci sono dunque il rapporto con il corpo, il vivere situazioni di anomalia, la possibilità di costruire una seconda esistenza dopo un cambiamento radicale.
Nell’ambito del progetto Risvegli sono compresi diversi eventi, in Usa e In Italia, di cui la mostra The light of the darkness a Palazzo Barolo è una tappa fondamentale:
The light of the darkness si svolgerà negli immersivi ambienti delle cantine di Palazzo Barolo, dove Fantin proporrà l’Integratore: un dispositivo spaziale di dimensioni ambientali concepito al fine di integrare stati di coscienza diversi, ossia di favorire incontri uno a uno tra individui dai diversi trascorsi di vita, alcuni dei quali hanno attraversato lo stato del coma. Al suo interno si svolgono attività che coinvolgono il pubblico in esperienze di improvvisazione immaginativa e onirica; attraverso di esse l’artista intende stimolare l’esplorazione delle dimensioni meno esposte della realtà.
La mostra comprenderà anche disegni e fotografie riferiti a diversi stati di coscienza e ancora sette video, filmati nell’Integratore nel 2019 in Occasione di Pulsazioni1#ECO, alla Casa dei Risvegli, Ospedale Bellaria di Bologna, volti a riportare le testimonianze di coloro che hanno partecipato al progetto, condividendo la propria esperienza dello stato di coma. Ogni video è accompagnato da un disegno sul tema degli stati coscienza.
Emilio Fantin pone le condizioni per un confronto dialettico tra saperi diversi, dalla logica matematica, all’agricoltura, al mondo dei sogni. Indaga le relazioni tra piante, terra e altre forme di vita e, partendo da una visione biodinamica, mette in atto processi artistici che ne manifestano il carattere estetico. Dal 2005 è docente alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove ha iniziato assieme ad altri docenti una sperimentazione didattica, passando dai singoli corsi al corso integrato fino a culminare nel laboratorio Architettura e Arte negli spazi pubblici. Parallelamente è stato creato L’Osservatorio Public Art, struttura di ricerca per l’arte negli spazi pubblici. È promotore del progetto Dynamica, gruppo di studio nomade, per una ricerca sul rapporto tra i diversi saperi. Ha dato vita, assieme agli altri artisti del progetto Lu Cafausu, alla Fondazione Lac o le Mon, (San Cesario di Lecce, Puglia) per la ricerca artistica. Ha tenuto lezioni all’Art Institute of Chicago (2012) e collaborato con Free Home University, promosso dalla fondazione canadese Musagetes (2013/14). Ha partecipato a manifestazioni nazionali e internazionali tra cui: Sensibile Comune GNAM, Galleria Nazionale Arte Moderna, Roma (2016); ASU (Arizona State University) Art Museum (2013): Documenta 13 a Kassel (2102); Frasq, Festival internazionale della performance, Parigi (2011); Performa, Festival Internazionale della performance, New York, (2007); Biennale di Venezia (1993, 1999, 2008).
Emilio Fantin, Risvegli
The light of the darkness
A cura di Gabi Scardi con Katherine Desjardins
Mostra ospite del PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari nell’ambito della Rassegna Singolare e Plurale 2021, un progetto di Città di Torino e Opera Barolo a cura di Artenne e Forme in bilico.
Palazzo Barolo, Torino
26 ottobre – 8 dicembre 2021
Opening martedì 26 ottobre dalle 17.00 alle 20.00