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La poesia della materia. La bellissima mostra di Alberto Burri alla Fondazione Ferrero

Burri
Alberto Burri, Rosso 1952, Città di Castello, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. ©Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021
Alberto Burri, Rosso 1952, Città di Castello, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. ©Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021

Una grande mostra dedicata a uno dei più importanti poeti della materia. La Fondazione Ferrero e la Fondazione Palazzo Albizzini Collezioni Burri presentano la mostra Burri. La poesia della materia, a cura di Bruno Corà. Dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 ad Alba.

Con una selezione di opere che coprono un ampio arco temporale e rappresentano momenti significativi della produzione dell’artista, Burri. La poesia della materia si configura come una grande monografica. Indagando il rapporto tra l’artista e la materia, la mostra vuole suggerire al visitatore una relazione ben più ampia: quella che l’artista ha con la poesia. Cruciale è stata l’amicizia con Giuseppe Ungaretti, che di Burri ha detto: «Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta», ma ancora di più il lungo rapporto di stima e collaborazione che l’artista di Città di Castello ha intrattenuto con un altro grande della letteratura del Novecento: Emilio Villa. 

Bruno Corà evidenzia così il rapporto tra Burri e la poesia, mantenendo al centro della riflessione la materia, intesa come fonte inesauribile di sperimentazioni in una totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. L’opera dell’artista ha anticipato, con la sua ricerca fondata sulla riqualificazione linguistica, molte delle questioni che hanno contribuito alla nascita delle correnti artistiche degli anni Sessanta, come il Nouveau Réalisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus. 

Il progetto si articola su due sedi espositive parallele, mentre Fondazione Ferrero ospita Burri. La poesia della materia, Palazzo Banca d’Alba accoglie Burri. Il Cretto di Gibellina, a cura di Bruno Corà, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri. Questa mostra, allestita attraverso fotografie ed immagini multimediali, è dedicata all’opera in situ che Burri ha realizzato in Sicilia, considerata una delle più interessanti opere europee di land art. Il Grande Cretto sorge sulle rovine del paese di Gibellina, distrutto durante il terremoto del Belice nel 1968. Utilizzando il cemento bianco, Burri ha inglobato e trasformato le macerie della città vecchia, creando un imponente monumento di 86mila metri quadrati di ampiezza. L’opera ha avuto una lunga gestazione poiché è stata ideata dal maestro nel 1981 ma è stata iniziata solo quattro anni dopo e conclusa postuma nel 2015, dopo una lunga pausa dovuta a problemi amministrativi. Commovente, impressionante e silenzioso, il Grande Cretto si configura come un bianco sudario, capace di trasformare il paesaggio e la memoria collettiva, rendendosi simbolo di rinascita.

 

 

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