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Thomas Hirschhorn rimuove l’involucro che nasconde la realtà. Al MAXXI di Roma

Thomas Hirschhorn

Al MAXXI di Roma dal 22 ottobre al 6 marzo 2022 apre al pubblico The purple line, mostra dedicata a Thomas Hirschhorn, artista svizzero la cui arte indaga lo sguardo ipersensibile dell’uomo contemporaneo.

La mostra, curata da Hou Hanru e Luigia Lonardelli, comprende un ciclo di ben 121 pixel collages di vario formato; questi risaltano su una parete dal colore violaceo e accompagnano lo spettatore lungo tutta l’esposizione. Le opere di Hirrschhorn espongono la realtà in un compenetrarsi di immagini e pixel che pongono l’attenzione sulla nostra visione quotidiana, resa confusa e passiva dalla moltitudine di foto e video che media e social distribuiscono costantemente. Le immagini possono essere manipolate e così la nostra visione e percezione della realtà, a cui cerchiamo di trovare equilibrio sul filo sottile che divide il vero dal falso.

L’artista si sofferma sul pensiero di ciò che viene nascosto, celato ai nostri occhi. L’attenzione visiva è concentrata in determinati punti focali omettendo particolari di cui non sapremo mai nulla. La censura è diventata ormai una necessità forzata dalla nostra ipersensibilità verso ogni genere di emozione, azione e situazione scomoda. Ma scomoda a chi esattamente? Viviamo in un mondo in cui è difficile capire di cosa fidarsi, viviamo immersi in false verità e disinformazione date dalla sovrabbondanza di materiale informativo e visivo. Il tutto mentre siamo circondati da immagini censurate, distorte, pixelate e manipolate fino all’osso.

Thomas Hirschhorn, «Pixel-Collage n°46», 2016 (veduta in studio / studio view), 636 x 345 cm | Courtesy l'artista
Thomas Hirschhorn, «Pixel-Collage n°46», 2016 (veduta in studio / studio view), 636 x 345 cm | Courtesy l’artista

In questo contesto cerchiamo la verità, ma al contempo non siamo pronti a guardare in faccia la realtà dei fatti perché essa è spesso brutale, colma di scene di violenza, paura e morte che vorremmo tenere lontano. Questo ci porta a vivere in un mondo ovattato, desensibilizzato perché vittima di ipersensibilizzazione: si tratta infatti di un paradosso al limite del ridicolo. Sembrerebbe che abbiamo così ceduto una parte del nostro potere e della nostra libertà, facendo decidere ad altri cosa possiamo e non possiamo vedere. Vogliamo cedere ulteriormente il pannello di controllo della nostra vita facendo pilotare ad altri anche le nostre emozioni? La censura è anche parte della disinformazione ai danni di temi scomodi e pericolosi, che potrebbero creare un maggiore senso critico nelle persone. Potremmo iniziare a togliere i muri di gomma che ci tengono lontani dalle urla e prendere parte attiva a una società più critica e vigile che possa creare un proprio pensiero iniziando da ciò che gli sta attorno, facendo affidamento alle immagini e alle notizie che la circondano.

Per poter fare delle riflessioni critiche dobbiamo innanzitutto porre delle domande. Siamo disposti a perdere la verità, il senso di realtà e il senso critico nei confronti di un mondo ovattato e falso? Come sostiene la curatrice Luigia Lonardelli la sensibilità sta nello sguardo vigile e attento che non nega la realtà. Dobbiamo esercitare il nostro sguardo a un approccio critico e consapevole che esegua una scrematura delle migliaia di immagini che vediamo nella nostra quotidianità. Riprendendo una frase dell’artista “Il mondo ha bisogno di essere depixelato”, distruggiamo il velo davanti ai nostri occhi togliendo tutti quegli strati di auto protezione che ci escludono dal mondo reale con le sue note più drammatiche e al contempo più sensibili. Le opere di Thomas Hirschhorn ci invitano a togliere l’involucro preconfezionato dalla nostra visione e guardare con occhi pieni d’emozione il mondo che ci circonda, riacquistando la consapevolezza e la fiducia di poter guardare con i “nostri occhi”.

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