La Bibliothèque Kandinsky del Centre Pompidou di Parigi presenta la mostra/azione Psicoenciclopedia possibile. Esercizi per farla di Gianfranco Baruchello, fino al 25 ottobre 2021. Il progetto è promosso dalla Fondazione Baruchello e realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council.
La mostra/azione Psicoenciclopedia possibile. Esercizi per farla, a cura di Carla Subrizi e Maria Alicata, nasce con l’intento di offrire una restituzione spazio-temporale, nella forma di una esposizione, dell’omonima opera editoriale alla quale Gianfranco Baruchello ha lavorato tra il 2017 e il 2020, commissionata e pubblicata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Fondata da Giovanni Treccani. «La Psicoenciclopedia possibile è costruita come se fosse un volume dell’Enciclopedia Italiana Treccani, ma non lo è», dice l’artista, sfuggendo qualsivoglia definizione del proprio lavoro e sfidando l’identità del sistema stesso di organizzazione del sapere. Il volume, articolato in 816 pagine che raccontano e illustrano 1.200 voci (nella prima parte) e 200 tavole di immagini (nella seconda parte), è un progetto ambizioso e inedito di reinterpretazione del concetto-strumento di enciclopedia, un atlante possibile di relazioni da costruire col “piacere di pensare”, attraverso un ars combinatoria non escludente.
Psicoenciclopedia possibile. Esercizi per farla si presenta, quindi, nelle sale della Bibliothèque Kandinsky, in una installazione realizzata per l’occasione da Baruchello. La costruzione di ogni vocabolario linguistico è un fatto collettivo, che si realizza nello scambio condiviso di informazioni e nella partecipazione reciproca. Allo stesso modo la presentazione concepita per l’istituzione parigina coinvolge attivamente il pubblico, invitato a consultare e a portar via con sé alcune pagine del libro, messe a disposizione insieme a “istruzioni per immaginare” la propria enciclopedia possibile.
Il modus operandi che sottende l’operazione di decostruzione e costruzione del sapere di Psicoenciclopedia possibile è il risultato di una continua ricerca e di montaggio delle fonti, per delineare una costellazione di relazioni tra voci – tratte da scritti editi e inediti, appunti e trascrizioni di sogni dell’artista – e tavole (found images) – derivanti da materiali preesistenti. Come in tutte le opere di pittura, scultura o installazione di Baruchello anche il progetto enciclopedico, che usa l’alfabeto come dispositivo di revisione del sapere, agisce positivamente nell’affiancare diversità, discontinuità e connessioni (narrative, visive, semantiche) inaspettate.
Questa pratica di assemblaggio di parole, immagini o oggetti caratterizza il lavoro del pittore, scrittore, filmmaker dalla fine degli anni Cinquanta e dai primi anni Sessanta. Il possibile è letteralmente il suo campo di indagine: il bianco, le scatole/vetrina, le opere su plexiglass, il montare materiali diversi e in parte trovati, la scrittura come ricerca e soprattutto la riduzione nella pittura, fino quasi all’illeggibilità, di immagini, parole, ritagli, sono soltanto alcuni aspetti di una ricerca che ha reso Baruchello uno dei più audaci e provocatori sperimentatori del XX secolo.
La presentazione parigina di Psicoenciclopedia possibile, promossa dalla Fondazione Baruchello e realizzata grazie al sostegno dell’Italian Council (programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura), s’iscrive all’interno di un ciclo di mostre e presentazioni che coinvolge anche il Centre d’Art Contemporain Genève e il CIMA – Center for Italian Modern Art di New York (dal 6 al 12 dicembre 2021). In occasione delle inaugurazioni di Ginevra, Parigi e New York è in corso di stampa una edizione “minor” del volume in 1.000 esemplari.