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Petite Maman, al cinema il nuovo film di Céline Sciamma

Petite Maman

Petite MamanPetite Maman, al cinema il nuovo film di Céline Sciamma, un viaggio fatato nel silenzio che separa figli e genitori. In sala dal 21 ottobre

Quello di Céline Sciamma è un cinema che si fa sempre più minimale e poetico, in forma radicale, sostenuto esclusivamente da ciò che l’occhio può vedere, riuscendo così a raccontare anche molto altro rispetto al “semplice” mondo del visibile. Il suo è uno sguardo che si getta in profondità, con delicatezza ma senza reticenze, tra sentimenti complessi, silenziosi e delicati, lo fa senza ripensamenti, con la certezza di una necessità, quella del racconto umano.

Dopo Ritratto della Giovane in Fiamme, dramma in costume genialmente ridotto ai minimi termini (sussurrato e incendiario), l’autrice torna con un film minuscolo, anche nel minutaggio (72 minuti), in cui si riappropria di un mondo a lei già caro, quello dell’infanzia (Tomboy, La mia vita da Zucchina). Petite Maman getta uno sguardo limpido e al tempo stesso quasi trasognato – ma mai fantasioso – sul vuoto che separa il mondo dei bambini da quello degli adulti. Uno spazio vasto e (quasi sempre) incolmabile, in cui navigano forze e segreti senza nome: gli adulti non li sanno esprimere, i bambini faticano a immaginarli.

Petite MamanNelly, la piccola protagonista del film, ha 8 anni, è triste perché la nonna materna è appena morta e non ha potuto salutarla come avrebbe voluto; nel breve piano sequenza iniziale alla casa di riposo, salutando, una dopo l’altra, le anziene ospiti del reparto, arriva infine nella stanza ormai vuota della nonna: con grandissima sintesi e intelligenza, viene così riassunto un anno e mezzo di pandemia.
Nel bosco vicino alla casa della nonna, Nelly farà la conoscenza di una bambina dall’aria familiare, mentre la madre sparisce e il padre sa fornirle solo spiegazioni elusive. Quello che Nelly compie è un viaggio magico e silenzioso, non servono formule magiche, super poteri o effetti speciali, Petite Maman è una riflessione sulla distanza tra passato e futuro, che si rincorrono senza incontrarsi mai, ma parlandosi in continuazione, in maniera fitta fitta e senza mai capirsi.

Céline Sciamma dirige un piccolo film perfetto, in sospeso tra un sobrio realismo magico, domestico e segretamente fatato, e un apparente verismo, dall’ingannevole aspetto dimesso. Guarda a Miyazaki per raccontare un mondo in cui è lo sguardo dell’infanzia a vincere sulle logiche della narrazione, ma come regista e autrice si siede accanto a Apichatpong Weerasethakul e Tsai Ming-liang in una lotta – gentile solo all’apparenza – di resistenza autoriale.
Come dice la misteriosa nuova amica di Nelly: «i segreti non sono solo le cose che teniamo per noi, ma anche le cose che non riusciamo a condividere perché non troviamo le parole per farlo».

In sala dal 21 ottobre

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