A Milano, la galleria Eduardo Secci presenta due progetti espositivi. Il primo, Acustica, è una personale di Alfredo Pirri nello spazio della galleria. Il secondo è limone, limone, la personale di Radu Oreian nel project space NOVO della galleria. Entrambe le mostre sono visibili fino al 20 novembre 2021.
Alfredo Pirri nasce a Cosenza nel 1957 e attualmente vive e lavora a Roma, dove si è diplomato in pittura. Materia, volume, colore e spazio sono i principali strumenti della sua poetica, che tende a fare della pittura un veicolo di luce e della luce stessa un elemento architettonico e spaziale. Curata da Laura Cherubini, Acustica espone negli spazi della galleria Eduardo Secci (Via Bernardino Zenale, 3) diversi acquerelli dell’artista realizzati tra il 2019 e il 2021.
Pirri racconta che “queste opere sono trasparenti e luminose, come la tecnica impone, però posseggono una presenza oscura e difficile da definire a parole. Dentro e in superficie, sono animati da una forza senza nome che li fa apparire estranei alla tradizione eppure all’interno di essa. Difatti, sono acquerelli su carta (di buona fattura) incollati su allumini e incorniciati”. E aggiunge: “Si vedono segni rotondi contornati di aloni che si aprono e si sovrappongono, a volte ricordano la pioggia che cade e rimbalza dentro pozze, a volte un po’ disgustose altre volte aperte e luminose. Quello che succede è che tutto vibra insieme mettendo in risonanza forme e colori. Quegli stessi dentro cui viviamo immersi dentro le città, ai loro bordi, e poi più lontano dove, forse, vorremmo vivere”. Nelle opere di Alfredo Pirri la materia si fa vibrante, chiede di essere ascoltata e udita. Da qui il titolo, Acustica, la scienza che si occupa di studiare il suono.
Il project space NOVO della galleria – nato nel 2021 per dare spazio ai linguaggi della nuova contemporaneità – ospita invece la personale dell’artista rumeno Radu Oreian (1984), curata da Pier Paolo Pancotto. Il titolo della mostra, limone, limone, è anche il titolo di un’opera realizzata da Oreian traendo ispirazione dall’osservazione di due limoni conservati nel frigorifero di casa durante il recente lockdown e lasciati al loro processo di disintegrazione. Il vocabolario visivo di Oreian tiene conto della storia dell’arte classica e rinascimentale, cui si accompagna la memoria fisica (come il richiamo alle viscere del proprio corpo, alla propria pelle o ai propri liquidi biologici). Il filo rosso che attraversa ed unisce i suoi lavori si manifesta nella creazione di una nuova impronta visiva meditativa dotata di una densità particolare, che sembra esistere in uno stato pulsante di tensione e rilassamento.