Cinema e teatro si fondono creando un’opera d’arte totale. Al PalaCinema di Locarno arriva I Cercatori di Luce, la videoinstallazione su tre schermi di Giuliana Cunéaz. L’opera filmica della durata di 30 minuti dà anche il titolo alla mostra, a cura di Valentino Catricalà. L’esposizione presenta insieme a fotografie e video di backstage, una serie di abiti creati appositamente dall’artista evocando quanto compare sullo schermo. Dal 27 ottobre (ore 18) al 14 novembre 2021.
Concepita prima della pandemia, I Cercatori di Luce è un’opera premonitrice, di forte attualità, che s’interroga sul destino del pianeta messo gravemente in pericolo. Quello creato da Giuliana Cunéaz è un grande affresco sul potere rigenerativo della natura, attraverso il lento percorso che conduce dalle tenebre alla luce. Un’indagine al cui interno il tempo non è solo narrazione, ma presa di coscienza. In quest’azione, Giuliana Cunéaz prosegue dunque la sua ricerca verso una nuova realtà ecologica.
All’interno dell’opera compaiono due macchine-scultura: da un lato una forma che richiama il Mulino e dall’altra una Grande Stella che ricorda un’ipotetica struttura rotante che, a contatto con l’aria e la terra, è in grado di trasformare l’energia. Quest’ultima immagine ha come riferimento mitologico Nut, la dea egiziana del cielo notturno che veniva raffigurata mentre partoriva le stelle. Il Mulino, pur mantenendo la sua funzione, in questo caso estrae corpi di luce. Ad attendere le nuove forme, una moltitudine di bambini con cui costruire la coscienza etica di un Nuovo Mondo.
L’artista utilizza il 3D dagli inizi degli anni Duemila, ma in questa circostanza i personaggi reali interagiscono con le immagini virtuali all’interno di un lavoro corale, di carattere immersivo, dove sono presenti continui riferimenti alla performance, alla danza e al teatro:
Nella mia videoinstallazione si attua uno scambio di energie partendo dall’idea che la Terra è corpo vivente. Le tecnologie dialogano con attori e ballerini nell’ambito di un lavoro che vuole intercettare il cambiamento e, non a caso, i costumi che ho creato fanno riferimento ad una realtà multietnica.
Nell’opera filmica Cunéaz ha coinvolto l’attrice spagnola Angela Molina, la quale interpreta il tramite tra le forze celesti e l’energia terrestre. Con la Molina il paesaggio nanomolecolare in 3D, ispirato ai concetti della fisica quantistica, diventa lo scenario sul quale intervengono anche gli altri personaggi de I Cercatori di Luce. Tra questi Aida Accolla, ex prima ballerina della Scala, e Aurora Talarico, la più giovane modella a sfilare per Valentino. Un ruolo di primo piano, poi, è quello di Giulia Staccioli (interpreta un personaggio che si pone in relazione con la memoria e la classicità), regista, coreografa e fondatrice dell’Accademia Kataklò, la compagnia italiana di danza acrobatica.
Insieme allo storico dell’arte e presidente della Fondazione Burri Bruno Corà, presente all’interno del cast in un ruolo inedito, partecipano al film gli attori Mohamed Ba, Barbara Caviglia, Paola Corti, Andrea Damarco, Valeriano Gialli, Stefania Tagliaferri. Le musiche originali sono state realizzate da Paolo Tofani, chitarrista e compositore che ha fatto parte degli Area (International POPular Group).
Nell’ambito della mostra, accanto alla proiezione, compaiono gli abiti ideati per i personaggi del film disposti su strutture che potrebbero ricordare automi tecnologici. Gli abiti non sono semplici accessori, bensì vere e proprie opere d’arte create con la medesima metodologia che ha visto nascere i paesaggi nanomolecolari.
L’abito di Angela Molina, per esempio, evoca le incrostazioni di forme minerali viste al microscopio elettronico; quello di Aurora Talarico è composto da molteplici e intricati fili dorati che acquisiscono gradatamente un ordine molecolare; il mantello di Bruno Corà reca il disegno di microrganismi. Si crea, dunque, una forte sinergia tra gli elementi, indipendentemente che il punto di partenza sia organico o virtuale.
Informazioni
I Cercatori di Luce di Giuliana Cunéaz
a cura di Valentino Catricalà
28 ottobre-14 novembre 2021
La mostra è aperta tutti i giorni: 11-19; sabato 11-22
Ingresso libero