Christie’s inaugura la sessione autunnale di aste con la 21st Century Evening Sale. Questa notte a New York la vendita ha totalizzato $219 milioni.
Una partenza col botto per le Big Auction newyorkesi. Christie’s vende tutti i 40 lotti in catalogo e fa segnare aggiudicazioni importanti. In una sala gremita di collezionisti “mascherati”, spiccano le palette dei noti mercanti Jeffrey Deitch e Larry Gagosian. Ma a fare affari sono stati proprio tutti.
A partire da chi si è aggiudicato The Guilt of Gold Teeth (1982) di Jean-Michel Basquiat. un’opera tipica del writer, densa di scritte, segni e personaggi spettrali. Ben giostrata tra le onde del blu e il muro color albicocca. Il dipinto su larga scala è stato il più caro dell’asta, nonostante non sia riuscito a staccarsi dalla sua stima minima: $40 milioni.
Un dipinto su larga scala di Peter Doig, intitolato Swamped (1990), è stato venduto per $39 milioni. Caratterizzato da un’unica barca bianca che galleggia tra le erbacce dello stagno e i ceppi degli alberi, l’opera appartiene alla serie delle Canoe di Doig. Nel maggio 2015, il collezionista europeo che ha venduto l’opera l’aveva acquistata all’asta per $26 milioni; al suo primo passaggio in asta (2002 da Sotheby’s) l’opera fu venduta per $455 mila. Bel salto in avanti. Il risultato ha eclissato il precedente record di Doig di $28,8 milioni, stabilito quando Rosedale (1991) dell’artista è stata venduta da Phillips a New York nel 2017.
Di nuovo Basquiat. Flash in Naples (1983), che raffigura il supereroe dei fumetti che da il nome all’opera, è stato venduto per $19,8 milioni, superando la sua stima di $14 milioni. Il dipinto era stato esposto l’ultima volta alla Fondation Louis Vuitton nel 2020. In precedenza, è stato venduto per $8,1 milioni nel 2017 da Christie’s e nel 2010 per $3,3 milioni da Sotheby’s a New York. Anche qui una grande crescita.
Bell’upgrade per la scena domestica di Hilary Pecis Upstairs Interior (2019), venduta per oltre 10 volte la sua stima più alta di $80.000 e raggiungendo i $870.000. La somma ha più che raddoppiato il record dell’asta di Pecis di $307.600, stabilito meno di un mese fa da Christie’s Londra.
Nuovo record anche per Nicolas Party, il cui Landscape (2021) è stato venduto per $3,3 milioni; così come per Stanley Whitney, il cui dipinto senza titolo del 1999 con file di forme simili a scatole di varie tonalità è stato venduto per $1,2 milioni.
Quanto al gruppo di opere provenienti dallo stesso collezionista, rinominato Image World, raccoglieva opere di Richard Prince, Cindy Sherman, Barbara Kruger e Christopher Wool. Tra questi spicca la vendita di Untitled (Your Manias Become Science), 1981, di Barbara Kruger. L’opera ha fatto segnare un nuovo record per l’artista con $1,2 milioni. Insieme i le 13 opere hanno raccolto $36,5 milioni.
Non delude HUMAN ONE di Beeple. Il crypto artist stupisce ancora con una video-scultura, con l’immagine di un’astronauta che può essere modificata da remoto. Un’opera d’arte in continuo cambiamento, proprio come l’arte stessa. Corredato di immancabile NFT, il lotto era stimato $15 milioni. Ha venduto per $29 milioni.
In generale, molti dei rilanci più vivaci sono arrivati da Hong Kong. Segno inequivocabile del carattere globale che il mondo dell’arte ha definitivamente assunto. Shift che Christie’s, come anche l’eterna rivale Sotheby’s, ha bene inteso. Aste come queste sono ormai eventi internazionali, show a cui tutto il globo è contemporaneamente connesso per non lasciarsi scappare le opere più importanti sul mercato.
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