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L’eterno fascino dello statere di Particapée (ma non solo) al centro dell’asta di Numismatica Genevenis

Federico II sull’augustale di Brindisi: 30.000 franchi.
Statere d’oro di Panticapée, stimato 200.000 franchi
Statere d’oro di Panticapée, stimato 200.000 franchi

E’ davvero di straordinario fascino lo statere di Panticapée, coniato tra il 340 e il 330 prima di Cristo. “Una moneta di grande potenza e bellezza”, lo definisce la casa d’aste ginevrina Numismatica Genevenis (www.ngsa.ch) del 15/16 novembre, e come tutte le cose belle ha un costo elevato. E’ infatti proposto a 200.000 franchi.

Colonia milesiana fondata nel 575 prima di cristo, Panticapée, attuale Kerch in Crimea, dal  480 divenne capitale del Regno del Bosforo, che dal 438/7 al 109 a.C. d.C, fu governato dalla potente dinastia degli Sparticidi. Con probabilità fu durate il regno di Pairisades  I che la moneta venne coniata.  Pesante 9,19 grammi al diritto raffigura un satiro barbuto, capelli al vento ornati di foglie d’edera; il rovescio mostra un leone, custode dei tesori del regno, che in bocca tiene una lancia, in basso è raffigurata una spiga di grano.

San Giovanni proposto in una efficace stilizzazione e stemma dei Savoia sul fiorino di Amedeo VII, valutato 40.000 franchi.
San Giovanni proposto in una efficace stilizzazione e stemma dei Savoia sul fiorino di Amedeo VII, valutato 40.000 franchi.

Nella vendita ginevrina la monetazione dell’Italia preunitaria risulta ben rappresentata. Casa Savoia in particolare, con il fiorino d’oro senza data di Amedeo VII raffigurante lo stemma del Casato al diritto e una essenziale raffigurazione San Giovanni Battista al rovescio. Pesante 2,50 grammi, l’aureo è stimato 50.000 franchi. Identica la valutazione assegnata al ducato d’oro di Filiberto II con un raffinato ritratto duca e lo stemma al rovescio. Più elaborato il ducato di un altro Savoia, Amedeo IX raffigurato a cavallo con armatura brandendo una spada. Qui le palette si alzeranno da 20.000 franchi.

In questo segmento dell’incanto sono proposti lotti, soprattutto per coni d’argento, a portata di tutte le borse, ma non per questo meno interessanti.

Con 40.000 euro è possibile concorre all’acquisto del doppio fiorino che Paolo III, Alessandro Farnese, fece battere intorno al 1539. Sulla moneta del Papa che chiuse la serie dei pontefici rinascimentali, ricordato tra l’altro per aver chiamato a Roma Michelangelo, promosso uno straordinario sviluppo edilizio di Roma e messo  insieme quella che oggi è conosciuta come la Collezione Farnese, è raffigurato di profilo col piviale; al verso un’immagine sempre attuale: San Pietro che fatica a far navigare l sua barca, che è poi la barca della Chiesa.

A seguire alcune belle e interessanti monete siciliane di Federico II, con stime che oscillano tra i 10.000 e i 30.000 euro (l’augustale di Brindisi con busto del sovrano e aquila ad ali spiegate).

Federico II sull’augustale di Brindisi: 30.000 franchi.

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