La Città di Bassano del Grappa celebra il restauro della famosa Ebe, reliquia in gesso realizzata da Antonio Canova.
In un’operazione che sembrava impossibile, il reperto ha trovato nuova vita attraverso un innovativo intervento conservativo. La Ebe del Canova venne distrutta in seguito al bombardamento degli alleati su Bassano del 24 aprile 1945 e da allora i frammenti vennero conservati nei depositi dei Musei Civici, in attesa di nuove tecnologie che potessero restituirgli le sue forme originarie.
La figura di Ebe, coppiera degli Dei e simbolo della giovinezza eterna, è stata nel corso dei secoli soggetto di varie raffigurazioni e cicli pittorici, e amata dal Canova tanto da realizzarne due differenti versioni, che, trasportate in marmo, fanno parte di quattro collezioni pubbliche e private europee, come la Collezione Devonshire a Chatsworth, gli Staatlichen Museen di Berlino e l’Ermitage di San Pietroburgo, fino agl’italiani Musei di San Domenico di Forlì. Grande conoscitore della cultura classica, lo scultore di Possagno ha ricreato il mito di questa divinità, trasformandola in immagine iconica ed emblematica.
Oggi è possibile ammirare l’opera lungo il suggestivo percorso allestito nel Salone Canoviano dei Musei Civici accanto alla sua prima versione in gesso, gioiellino della Collezione Papafava di Padova. L’allestimento ripercorre l’iconografia della dea a partire dalla Magna Grecia, fino alle rappresentazioni rinascimentali del Parmigianino e di Rosso Fiorentino, per poi apprezzare l’immaginario canoviano. Infine, un capitolo è riservato alla narrazione del lungo e complesso intervento di restauro che ha permesso di ridare vita alla Ebe bassanese.