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Arte come indagine interiore. Antonietta Raphaël in mostra a Roma

Antonietta Raphaël Sirena, 1943 olio su tavola / oil on panel, cm 20x33 Galleria del Laocoonte, Roma/Londra Antonietta Raphaël Sirena, 1943 olio su tavola / oil on panel, cm 20x33 Galleria del Laocoonte, Roma/Londra
Antonietta Raphaël nel suo studio, Roma 1966. Foto Alfio Di Bella
Antonietta Raphaël nel suo studio, Roma 1966. Foto Alfio Di Bella
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma inaugura la mostra Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio, curata da Giorgia Calò e Alessandra Troncone e promossa in collaborazione con l’Istituto Lituano di Cultura e l’Ambasciata di Lituania a Roma. Dal 18 novembre 2021 al 30 gennaio 2022.

La figura di Antonietta Raphaël (Kaunas 1895 – Roma 1975), l’artista di origini lituane esponente di spicco della Scuola romana, viene raccontata attraverso dipinti, sculture e opere su carta, accompagnati da documenti, fotografie di famiglia, lettere e pagine dei suoi diari. Completa l’esposizione una selezione di opere di Mario Mafai – compagno di una vita – unitamente a un video documentario inedito realizzato per la mostra.

Attraverso lo specchio allude all’attitudine di Raphaël a trasformare la pratica artistica in uno strumento di indagine sul proprio mondo interiore, ed evoca dimensioni oniriche e immaginifiche in cui la figura femminile è protagonista. Lo specchio, inteso come autorappresentazione, sdoppiamento, soglia da attraversare, diventa quindi il filo conduttore di un percorso che esplora la ricca produzione dell’artista, con una serie di nuclei tematici individuati dalle curatrici.

Antonietta Raphaël Sirena, 1943 olio su tavola / oil on panel, cm 20x33 Galleria del Laocoonte, Roma/Londra
Antonietta Raphaël, Sirena, 1943, olio su tavola / oil on panel, cm 20×33. Galleria del Laocoonte, Roma/Londra

L’autoritratto, pratica che segna tutta la produzione di Raphaël e mette al centro il tema dell’identità esplorata dall’artista attraverso il racconto di sé. Numerosi autoritratti la vedono all’opera con gli strumenti da lavoro, come Autoritratto con tuta blu degli anni Quaranta che introduce lo sguardo “alternativo” dell’artista sul suo lavoro e sulla scultura.

Femminilità e maternità, concetti-chiave ricorrenti nell’opera dell’artista, che più volte nei suoi scritti accomuna la donna a Dio per la capacità di “creare qualcosa dal nulla”, e che ritornano in chiave più strettamente autobiografica nei ritratti dedicati alle figlie Miriam, Simona e Giulia, le Tre sorelle a cui è dedicata la scultura omonima del 1936, parte della collezione della Galleria Nazionale.

Le origini ebraiche, altra grande presenza nel lavoro dell’artista, tema di numerose opere che offrono nuovi spunti sulla rappresentazione femminile in particolare attraverso le figure di Giuditta e Tamar: eroine bibliche, donne indipendenti e volitive, in grado di declinare grazia e bellezza in forza e combattimento e di sovvertire con le loro azioni un contesto dominato da logiche patriarcali.

Infine, uno sguardo all’entourage dell’artista. Una sezione della mostra esplora i rapporti di Antonietta Raphaël con figure e personalità cruciali della sua epoca: gli artisti Giacomo Manzù, Renato Guttuso, Katy Castellucci, Helenita Olivares, ma anche mecenati e collezionisti che hanno sostenuto la sua pratica.

Antonietta Raphaël Io e i miei fantasmi, 1961 olio su tela / oil on canvas, cm 123,5x74 Collezione Berti, Roma
Antonietta Raphaël, Io e i miei fantasmi, 1961, olio su tela / oil on canvas, cm 123,5×74. Collezione Berti, Roma
Antonietta Raphaël Autoritratto con tuta blu, 1940 ca. olio su tavola / oil on panel, cm 77 x 63 Galleria del Laocoonte, Roma/Londra
Antonietta Raphaël, Autoritratto con tuta blu, 1940 ca.olio su tavola / oil on panel, cm 77 x 63. Galleria del Laocoonte, Roma/Londra

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