Coraggio, qualità e un pizzico di fortuna. Potremmo riassumere così la spedizione tedesca delle cinque gallerie italiane partite per Art Cologne 2021. L’evento è certamente di prestigio, ma con una situazione pandemica che in Germania si fa ogni giorno più preoccupante, non era affatto scontato che la fiera si tenesse, ancora meno che i collezionisti accorressero subito attirati dalla pur ricca proposta.
Ma del resto la cornice è pur sempre una delle più importanti. Fondata nel 1967, Art Cologne è la prima fiera al mondo di arte moderna e contemporanea ad essere organizzata da e per le gallerie. Così, nonostante sia stata rimandata di oltre due anni causa pandemia, sono comunque 150 gli espositori, provenienti da 20 paesi e distribuiti su due piani espositivi, che non vedevano l’ora di tornare a Colonia. Tra queste – dal 17 novembre, giorno del vernissage – anche le italiane 10 A.M. ART, Galerie Rolando Anselmi, Dep Art Gallery, ABC-ARTE e Galleria Continua.
E, forse anche un po’ a sorpresa, la risposta dei collezionisti è stata forte e immediata. Come nel caso di molte altre fiere d’arte che hanno avuto luogo nell’ultimo anno, i partecipanti ad Art Cologne sono prevalentemente locali. Circa il 90% dei visitatori sono tedeschi, perlopiù del nord, anche se alcuni galleristi hanno notato la presenza di collezionisti dal Belgio, dalla Svizzera e dal sud della Germania. Non male in un periodo come questo. La forte volontà di esserci e la necessità di minimizzare i rischi non fermandosi troppo in fiera si è tradotta nella motivazione dei collezionisti ad acquistare velocemente. Allo stupore di vedere così tanti partecipanti, le gallerie hanno aggiunto l’orgoglio di vendere molte opere proprio nelle prime ore del vernissage. Non fanno eccezione gli espositori italiani, unanimi nell’esprimere soddisfazione.
«Abbiamo venduto cinque opere il giorno dell’inaugurazione. Tre degli anni ’30 e ’40 e due degli anni ’70», racconta il direttore Christian Akrivos di 10 A.M. ART. Il riferimento è ai lavori di Luigi Veronesi, al quale è interamente dedicato lo stand. «L’interesse per Veronesi in Europa è forse più marcato che in Italia, abbiamo avuto un feedback immediato dai collezionisti». É anche per questo allora che la galleria di Milano ha iniziato un processo di internazionalizzazione, che a gennaio 2022 la porterà ad Artgeneve con una doppia bipersonale Marina Apollonio-Lucia di Luciano e Franco Grignani-Mario Ballocco. E poi nuovamente a Miart, dove è già pronto un nuovo progetto incentrato su Veronesi. «Lo stand sarà dedicato interamente a lui: da una parte esporremo la sua produzione dedicata alla fotografia, dall’altra quella incentrata sulla scenografia». Del resto 10 A.M. ART è la galleria più indicata per approfondire l’eclettico talento di Veronesi, dal momento che lo rappresenta in esclusiva ed è la sede del Comitato Luigi Veronesi. «Ma ora concentriamoci su Art Cologne, dove ci aspettiamo un altro flusso di visitatori nel week-end».
Chi ha già dato tutto quel che poteva è la Galerie Rolando Anselmi, che con il solo show dedicato al pittore Guglielmo Castelli ha già venduto tutte le opere esposte. Molto soddisfatto il gallerista, che però non può non notare alcune differenze rispetto alle edizioni pre-covid: «Le gallerie tedesche ci sono tutte, ma mancano tante americane e si sente». Il clima è particolare – i contagi in Germania, insieme ai morti, sono tornati a crescere – e si sente. «C’è entusiasmo, potrebbe anche sembrare una nicchia felice, ma la paura è palpabile».
Gli fa eco Antonio Addamaino di Dep Art Gallery: «Abbiamo avuto coraggio a venire, ma era il modo perfetto per chiudere la stagione delle fiere europee». Inoltre racconta come lo stato tedesco abbia coperto 1/3 delle spese a tutti gli espositori. Nonostante «ci sia la metà dei visitatori degli anni passati», si è fatto di tutto per rendere la fiera un successo e i risultati si vedono. «Abbiamo venduto l’opera più importante che abbiamo in stand, Ghostop di Tony Oursler (1957). É il centro della nostra esposizione minimal: abbiamo solo 5 opere ma di qualità».
Altrettanto curato lo stand di ABC-ARTE, con tre artisti – Giorgio Griffa (1936), Tomas Rajlich (1940) e Nanni Valentini (1932-1985) – a dialogare sul concetto di assoluto. «Abbiamo registrato tanto interesse da subito» racconta il gallerista Antonio Borghese. «Ci aspettavamo la grande attenzione per Griffa, ma anche Rajlich e Valentini non sono stati da meno». Di particolare interesse le sperimentazioni di Griffa, oggetto di analisi a marzo 2022 al Centre Georges Pompidou di Parigi. Riguardo Tomas Rajlich, la galleria presenta un’importante selezione di lavori pubblicati sul libro Tomas Rajlich. 100 Small Paintings, curato da Luuk Hoogewerf (co-curatore della personale di Rajlich del 2018 presso il Boijmans-Van Beuningen Museum di Rotterdam), con il contributo di Tomas Rajlich stesso e pubblicato da Kant. Il libro introduce il grande pubblico alla carriera ultra-cinquantennale di Rajlich attraverso lavori datati dal 1963 al 2018, personalmente selezionati dall’artista. Per Valentini invece è attesa la mostra in galleria, a Genova. Verso l’Annunciazione. Nanni Valentini. Gli anni ultimi. inaugura il 16 dicembre e raccoglie le opere fondamentali dello scultore. La mostra intende ricostruire la storica esposizione che il PAC di Milano dedicò Valentini. Anche una delle opere attualmente esibite ad Art Cologne fa parte delle opere che sono state originariamente esposte nell’esibizione in questione.
Del resto dove, se non ad Art Cologne, la fiera più antica d’Europa, passato e futuro potrebbero convivere generando un presente sorprendente?