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Macron? Ci porta la cancel culture. Bufera su Villa Medici che censura gli “arazzi indiani”

Tenture des Indes sotto attacco a Villa Medici Tenture des Indes sotto attacco a Villa Medici
Tenture des Indes sotto attacco a Villa Medici
Tenture des Indes sotto attacco a Villa Medici

Un gruppo di giovani borsisti chiede di chiudere il Grand Salon di Villa Medici perché espone gli arazzi delle Tenture des Indes, testimoni di schiavitù e colonialismo

I fatti risalgono ai primi di novembre, ma tornano d’attualità dopo che la questione ha suscitato ampi dibattiti tuttora aperti in Francia. E, simbolicamente, dopo la celebratissima visita ufficiale del premier Macron a Roma. Il tema è la cosiddetta “cancel culture”, tendenza a rimuovere testimonianza storiche reputate “scomode” nel montatnte clima del politicamente corretto. Lo scenario è quello dell’Accademia di Francia a Villa Medici: dove un gruppo di giovani borsisti decide di dare un segnale forte in tema. E in occasione della Notte Bianca del 3 novembre chiede – accontentato dal direttore, Sam Stourdzé – di chiudere il Grand Salon. Luogo “impresentabile”, perché espone gli arazzi delle Tenture des Indes, a loro dire portatori di tracce visive della schiavitù e del colonialismo.

Nel comunicato dei borsisti gli arazzi diventano “rappresentazione di una cultura visiva imperialista che, attraverso uno sguardo carico di esotismo, celebra la violenza coloniale europea, la schiavitù“. Sorprendentemente, le reazioni più forti arrivano proprio in Francia. Decine di storici dell’arte firmano una lettera aperta intitolata “Contre l’épuration”, e pubblicata sulla Tribune de l’art lo scorso 17 novembre. In cui si contesta “l’irruzione della cancel culture nella prestigiosa istituzione culturale creata su impulso di Colbert nel 1666, che ogni anno accoglie artisti e ricercatori per favorire lo sviluppo dei loro progetti in un ambiente di dialogo culturale fecondo”.

 

Villa Medici, a Roma
Villa Medici, a Roma

Attivismo politico

Villa Medici è sotto attacco”, scrive Jérôme Delaplanche, già responsabile artistico dell’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma, citato da Il Foglio. “Gli splendidi arazzi indiani che adornano il grande salone sono criticati perché ‘segnati dall’immaginario coloniale’ secondo la stampa che ha fatto eco alla protesta di alcuni studiosi ospitati dalla prestigiosa istituzione. Quelli che chiamiamo studi decoloniali (o studi postcoloniali) non sono ricerche accademiche come altre, che studierebbero, come si potrebbe pensare, il fenomeno della decolonizzazione. Si tratta di un attivismo politico il cui unico scopo è quello di incriminare l’occidente. Non è ricerca della verità, ma un’opera di indebolimento. Questa ideologia avanza oggi con spettacolare virulenza nell’organismo già indebolito (diciamo ‘decostruito’) del pensiero occidentale“.

https://www.villamedici.it/

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