L’artista conversa a Palazzo Strozzi con gli studenti del Polimoda di Firenze, to nelle more della mostra Jeff Koons. Shine. Che intanto ha già raggiunto oltre 70mila visitatori
“Si deve provare a restare in contatto con la natura, essere aperti e interagire con le persone. E sentire la vitalità della vita, del desiderio, dei sensi e cosa significa essere umani in questo mondo”. Dopo anni di eccessi, di protagonismo mediatico e sociale, sembra essere la spiritualità il nuovo mood di Jeff Koons. E questo traspare dalle parole dette agli studenti del Polimoda di Firenze, nell’incontro avuto a Palazzo Strozzi nelle more della mostra Jeff Koons. Shine, che intanto ha già raggiunto oltre 70mila visitatori.
Una tappa del tragitto USA-Qatar, dove l’artistar ha appena inaugurato una grande mostra alla QM Gallery Al Riwaq, un temporary space del Museum of Islamic Art. Un’altra retrospettiva – dopo quella fiorentina – con 60 opere che ripercorrono quarant’anni di carriera, curata da Massimiliano Gioni e visibile fino al 31 marzo 2022. Si intitola Lost in Jeff Koons, e per inaugurarla – dicono le cronache – si è scomodata la Sheikha Al Mayassa, la leader culturale dell’emirato, abbigliata da una tunica blu decorata con la riproduzione di Rabbit, l’opera più costosa realizzata da un artista vivente.
Ma tornando a Firenze, non passano inosservate le parole dette da Koons agli studenti, riportate da La Stampa: “il modo in cui le persone vedono l’arte e interagiscono con essa è cambiato, grazie all’accesso ai nuovi media, alle tecnologie”, ha constatato. “Le persone vanno alle mostre e cercano di catturarle nei loro telefoni, invece di osservare semplicemente le opere e lasciarsi coinvolgere. Possiamo indagare su tutto grazie alla tecnologia, ma allo stesso tempo le persone non si aprono all’esperienza della vita e ci stiamo allontanando sempre di più da essa”.