L’amore per l’arte antica non è solo nostalgia, ma una passione capace di rinnovarsi al contatto con capolavori nuovi perché mai visti. Proprio dal concetto di riscoperta nasce il catalogo di Dipinti e sculture del XIX e XX secolo de Il Ponte. A Milano, il 14 dicembre, sono all’asta 300 opere realizzate da autori cardine, ma penalizzati in visibilità, del periodo in questione.
Tra questi Alberto Pasini. La sua Carovana alle porte di Costantinopoli (stima €20-22 mila) è un olio su tela dove edifici, uomini e animali sono disposti in armonia compositiva sotto un cielo terso. Il taglio orizzontale lo fa assomigliare al frame di un film. Sguardo cinematografico anche per la Conversazione (stima € 14-15 mila) di Ettore Tito. Merito dell’inquadratura e della potenzialità narrativa.
Classico, almeno per Giovanni Fattori, i suoi Soldati a cavallo. Ritratti di spalle osservano il terreno della battaglia che dovranno affrontare. Stima €10-12 mila. Non mancano le opere di caratura internazionale come un inedito Luigi Conconi del 1891, affascinato dall’Interno del Palazzo di Brera (stima € 5 mila – 6 mila).
Passando ai primi del Novecento, spicca l’Autoritratto del 1920 di Luigi Russolo (stima €1.8-2 mila) e il Dopo cena di Archimede Bresciani da Gazoldo (stima €1.8-2 mila). E poi Beppe Ciardi con una serie suggestiva di scorci veneziani; Angelo Dall’Oca Bianca con opere presentate alle Biennali veneziane; Teodoro Wolf Ferrari, artista riscoperto negli ultimi anni. Notevole la presenza dei chiaristi lombardi: Lilloni, Spilimbergo, Del Bon, De Amicis e De Rocchi.
A impreziosire la mostra un secondo nucleo di lavori provenienti dalla Collezione Bernasconi, di cui una prima selezione nel mese di giugno ha raggiunto il 100% di venduto. Al suo interno tante firme lombarde tra Otto e Novecento: da Mosé Bianchi a Pompeo Mariani, da Luigi Rossi a Giorgio Belloni.
Da segnalare anche le opere provenienti dalla Collezione Migliavacca di Bergamo, con artisti molto apprezzati all’epoca e che ora trovano nuova occasione di visibilità. Come lo scultore liberty Angelo Montegani o del pittore Natale Morzenti, capace coniugare la tradizione del naturalismo lombardo alla sperimentazione monocroma.