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Nipple Twist. I molteplici significati controversi e contrastanti del capezzolo in una mostra in Belgio

Amat Gueye, Bataille sur une île (2021)- Ink on glossy paper on mounted wooden box (61 X 84 cm)

Inaugurata lo scorso ottobre, la Nomadic Art Gallery – di base a Leuven in Belgio – presenta la sua seconda mostra in situ “Nipple Twist” (3 dicembre 2021-14 gennaio 2022) con gli artisti Neozelandesi Oliver Cain e Chloe Marsters e gli artisti Belgi Merijn Verhelst, Amat Gueye e Layla Saâd coinvolti in un dialogo che esplora e decostruisce al contempo i molti significati, spesso controversi ed a volte contrastanti, attorno alla figura del capezzolo.

Dopo il successo dell’apertura del suo primo spazio fisico a Leuven, Belgio, nell’ottobre 2021, The Nomadic Art Gallery, galleria d’arte contemporanea e progetto di arte pubblica e ricerca fondato nel 2020 da Gie e Arthur Buerms, prosegue la sua esplorazione della scena artistica contemporanea neozelandese con la sua seconda mostra: Nipple Twist. Dal 3 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022, questa collettiva mette ancora una volta gli artisti neozelandesi in dialogo con i loro colleghi europei: Oliver Cain (1996, Regno Unito) e Chloe Marsters (1989, Auckland), insieme a MerijnVerhelst (1991, Leuven), AmatGueye (1995, Parigi) e LaylaSaâd (1997, Liegi) indagano le connotazioni semantiche e concettuali di questa controversa parte del corpo.

Merijn Verhelst, Untitled 1 (2021) Acrylic on wooden construction (82 x 60 x 3,75 cm)

Inaugurando poi il programma di mostre digitali del 2022 della galleria, dedicato esclusivamente alla scena contemporanea neozelandese, la tanto attesa Ocean Breeze­ aprirà sulla piattaforma digitale della Nomadic Art Gallery il 15 gennaio 2022 – rivisitando la rivoluzionaria mostra “Bottled Ocean” del 1994, che per la prima volta ha portato l’arte contemporanea del Pacifico sulla scena internazionale.

Nipple Twist si prefigura come una mostra in due parti, dove le nozioni di genere e sessualità assumono un senso di libertà, incontrandosi, messe a confronto nelle loro molteplici forme e significati attraverso il simbolo del capezzolo. Sviluppandosi attraverso i quattro spazi distinti della galleria, i cinque artisti giocosamente abbracciano e rivisitano le svariate connotazioni del corpo censurato, sia materialmente che nell’immaginario condiviso, mettendo in discussione i costumi culturali e le convenzioni sociali.

Layla Saad – Der Rum 2 (2018) Inkjet print on aluminum- 50 x 75 cm 2

Volgendo l’attenzione alla comprensione materiale e letterale, del capezzolo, Oliver Cain, artista inglese-neozelandese di base ad Auckland, stabilisce il tono per il resto della mostra. La fisicità delle sue sculture di ceramica riflette quella del soggetto in questione, mentre si appropria e trasforma audacemente la sua forma. Fusi in una pluralità di forme e dimensioni, i suoi “capezzoli” dall’iniziale gusto stranamente frivolo, escono fuori dagli apparenti confini delle loro cornici rettangolari esottolineando il curioso tocco post-pop art di Cain, i colori brillanti e contrastanti delle 24 sculture incorniciate mettono il capezzolo al centro della scena, con ritrovata irriverenza a sostituire un senso iniziale di erotismo.

Gli Intricati disegni e le stampe dell’artista di Auckland ChloeMarsters aprono un nuovo livello sull’indagine già avviata da Cain. Assorbendo gli spettatori nell’abbraccio organico e sensuale delle sue figure femminili, Marsters espone una nudità morbida ma seducente, impressa nei fluenti elementi naturali, di steli e scarabei, che costituiscono e coprono la loro pelle. Come circondate da punte e foglie, le opere acquisiscono una materialità aggiunta, ma intoccabile – sottilmente suggestiva, allo stesso tempo sfacciatamente tentatrice e dal sapore feticistico.

Oliver Cain, Blue Pink L ÔÇô 280 x 390

Al piano inferiore sotto una suggestiva luce rossa, le sensuali fotografie dell’artista di Liegi LaylaSaâdspingono la componente feticistica verso il sacro.

La controversia traspare attraverso il suo lavoro, sia nella scelta dei soggetti, donne senza nome incontrate ai margini della società, sia nella rappresentazione parziale dei loro corpi.

Impotentemente attratti da queste forme, gli spettatori sono costretti a confrontarsi con le loro proiezioni: quelle di una società che impone un ripudio del corpo, solo per dargli un fascino ancora più potente. Rappresentando questo concetto apertamente, Cain, Marsters e Saâd stravolgono insieme il significato del capezzolo, mettendolo a nudo come costrutto sociale mutevole.

Layla Saad – Der Rum 1 (2018) Inkjet print on aluminum 50 x 75 c

Offrendo una lettura concettuale del termine, gli artisti MerijnVerhelst e AmatGueye – di base a Leuven e Bruxelles – passano dalla rappresentazione all’interpretazione del termine culturalmente radicato: le loro opere sono il nipple twist. Battute genitali e scatologiche riempiono i dipinti scultorei di Verhelst, evocando una sensazione iniziale di confusione. Man mano che i molteplici strati delle opere in legno appaiono gradualmente, mentre chiazze di vernice nera fuoriescono dai colori apparentemente gioiosi, emergono punti di accesso al singolare mondo dell’artista, cenni a una realtà infantile e ad un immaginario segreto, che stravolgono visivamente l’assunto iniziale degli spettatori.

In una vena simile, Gueye oscilla tra metodologia e casualità. La sua scelta deliberata del materiale e del soggetto casuale arriva a incarnare la natura volatile della cultura contemporanea. Nessuna immagine distinta si attacca alle sue tele. Invece, forme sfocate suggeriscono misteriosamente i resti di un linguaggio visivo condiviso, quasi perduto – accenni appena percettibili a simboli pop condivisi, cartoni animati e ricordi d’infanzia. Di fronte a un significato annebbiato, gli spettatori si aggrappano a questi riferimenti, lasciati a vagare al confine tra l’immaginario e il reale.

Chloe Marsters, Janolus (2021) -Ink and marker on paper 42 x 29,7 cm

Dando voce ai suoi infiniti significati fisici, culturali, storici e personali, la mostra spoglia il capezzolo di tutte le definizioni prestabilite, sconvolgendo così gli spettatori nel loro proprio “Nipple Twist”. Chiamando in causa la volatilità di questi significati, gli artisti si impegnano comunemente contro la corrente del conservatorismo e della censura, acclamando invece un ritrovato senso di libertà semantica e universale.

Nipple Twist | 3 Dicembre,2021 – Gennaio14,2022

Ocean Breeze | 15 Gennaio – 3 Marzo,2022

Oliver Cain, Yellow Pink ÔÇô 400 x 450

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