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Affollato e rutilante. A Cividale del Friuli il campionario umano di Walter Bortolossi

Walter Bortolossi, Imre Lakatos - The methodology of scientific research programmes, 1992, olio su tela cm 150 x 180 (collezione privata) Walter Bortolossi, Imre Lakatos - The methodology of scientific research programmes, 1992, olio su tela cm 150 x 180 (collezione privata)
Walter Bortolossi, Imre Lakatos - The methodology of scientific research programmes, 1992, olio su tela cm 150 x 180 (collezione privata)
Walter Bortolossi, Imre Lakatos – The methodology of scientific research programmes, 1992, olio su tela cm 150 x 180 (collezione privata)

Un corridoio e le sue Stanze è la personale che percorre tutta la carriera artistica di Bortolossi negli spazi del Convento di Santa Maria in Valle

Ci sono tutti. Da Isaac Newton a Bill Gates, da Margareth Thatcher a Lady Gaga, uomini e donne di potere, personaggi da rotocalco, rock star, attori del cinema e della tv, amici, scienziati, figure mitologiche. E anche riferimenti che, se al primo sguardo non riconosciamo, sappiamo essere rappresentativi di un momento storico, di un pensiero, di una scelta politica, anche per il modo in cui trovano spazio nelle sue tele, in collocazioni che non sono mai casuali. Affollato e dissacrante, il campionario umano che vive nelle opere di Walter Bortolossi è una carrellata di personaggi e di vicende che hanno segnato gli eventi degli ultimi 60 anni.

Un percorso lungo che per numero e varietà di opere, 49 in tutto, e un video su YouTube, è di fatto una vera e propria retrospettiva che racconta, anche, l’intera vita artistica dell’autore, dagli esordi, negli anni dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, fino ad oggi, il tempo della maturità, che lo vede protagonista di uno stile e di un carattere molto personali.

 

Walter Bortolossi, Bill Graham presents, 2014, olio su tela cm 105 x 140
Walter Bortolossi, Bill Graham presents, 2014, olio su tela cm 105 x 140

Nella mostra che si è inaugurata a Cividale del Friuli il 26 novembre 2021, l’allestimento sembra fatto apposta per condurci per mano in questo viaggio complesso che è Un Corridoio e le sue Stanze. L’austero impianto del convento di Santa Maria in Valle, nella sua parte appena ristrutturata, proprio accanto al Tempietto Longobardo patrimonio dell’Unesco, inaugura con questa occasione, la costituenda Quadreria.

Il percorso principale, con le opere disposte in modo classico alle pareti del corridoio centrale e del transetto finestrato che lo attraversa a croce, è costeggiato da alcune sale laterali a sorpresa, dodici sulle 16 disponibili, allestite come dei piccoli magazzini che ospitano altre opere disposte alla rinfusa e in modo non convenzionale, in alcuni casi non appese alle pareti ma disposte a terra o su cavalletto.

 

Veduta dello spazio espositivo al piano superiore del Convento di Santa Maria in Valle a Cividale del Friuli
Veduta dello spazio espositivo al piano superiore del Convento di Santa Maria in Valle a Cividale del Friuli

Ciascuna porta dà in una piccola stanza che possiamo immaginare in origine abitata solo dal raccoglimento e dal silenzio monacale e che oggi diventa teatro animato da persone, cose, simboli, citazioni, che Walter Bortolossi ha preso dalla vita reale, o che nei telegiornali, nelle riviste patinate o sulla scena della politica mondiale animavano lo sfondo delle nostre vite comuni. Organizzata secondo un rigoroso ordine cronologico, la mostra parte dai lavori più lontani con una saletta intitolata ad Antonin Artaud e dedicata ai dipinti Neoespressionisti realizzati al tempo degli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, nella seconda metà degli anni ottanta e raramente esposti.

L’idea portante della mostra è che la direzione centrale è alimentata dai focolai laterali delle stanze che rappresentano altrettanti nuclei tematici e depositi di idee che animano il tragitto dell’artista: dopo quella dei dipinti giovanili, le sale si susseguono ad un ritmo serrato e ci permettono di seguire l’evolversi di una cifra stilistica molto riconoscibile, che contraddistingue da sempre l’autore e lo differenzia dagli artisti della sua generazione.

 

Walter Bortolossi, John Rawls e Robert Nozick al David Letterman Show, 2007, olio su tela cm 200 x 120
Walter Bortolossi, John Rawls e Robert Nozick al David Letterman Show, 2007, olio su tela cm 200 x 120

Si può notare come dai primi anni Novanta si affermi la necessità di dilatare l’opera e la prima metà del corridoio è dedicata alla svolta di quel periodo, con i caratteristici dipinti sagomati e composti che affrontano con scritte ed immagini la storia della Scienza e della Filosofia (inaugurando il filone dei dipinti con i “titoli” ambigui e sbagliati), dove si citano frasi di autori come Rudolf Carnap, Imre Lakatos, Ernst Troeltsch e Marshall McLuhan. Questi dipinti, apparentemente Pop, in realtà sono di complessa lettura, non solo per la ricchezza dei riferimenti, ma perché si basano su uno scollamento tra testo e immagine dove quest’ultima diventa un commento e una riscrittura, spesso ironica, del testo.

Dal punto in cui il transetto divide il corridoio, progressivamente i temi dei dipinti si indirizzano verso argomenti meno astratti e più legati alla realtà concreta della società, della politica e dell’economia. La stanza della Musica è dedicata non solo ai suoi protagonisti più ovvi ma anche agli organizzatori di concerti e ai produttori, con citazioni riguardanti personaggi poco noti al largo pubblico. Un’altra stanza presenta tre lavori ispirati ai disegni di Leonardo Da Vinci, per arrivare alle celle finali dedicate agli eventi recenti, in particolare al ciclo dei Quattro Continenti che con quattro quadri racconta una storia del mondo.

 

Walter Bortolossi, Juri Gagarin - Elon Musk, 2021, olio su tela cm 120 x 180, disposto su cavalletto e contornato di oggetti prelevati dallo studio dell'autore
Walter Bortolossi, Juri Gagarin – Elon Musk, 2021, olio su tela cm 120 x 180, disposto su cavalletto e contornato di oggetti prelevati dallo studio dell’autore

La parete di fondo alla fine del corridoio ospita una sorta di dipinto – installazione con un lavoro appena terminato dedicato all’astronauta russo Juri Gagarin e a ElonMusk, disposto su un cavalletto e contornato di oggetti prelevati dalla casa dell’autore con tanto di disegni e appunti appesi come se ci si trovasse nello studio dell’artista. L’ultima sala, la più grande e la più vuota, ospita altri oggetti, altri cavalletti da pittore e quadri ancora imballati.

Anche nelle opere più recenti, Bortolossi procede con la stessa verve sul binario di una tecnica via via sempre più sicura, nitida e coraggiosa nel rappresentare la multiforme essenza di un modo indipendente di fare arte, uno stile pittorico ricco di dettagli che, con la sua forza espressiva si è fatto strada nel mondo dell’arte, incurante di ogni influenza minimalista e concettuale, approcci fotografici, sperimentazioni digitali. Tutti strumenti, questi ultimi, di cui l’artista si serve esclusivamente per la progettazione strutturale delle opere che continuano ad essere realizzate a mano.

 

Walter Bortolossi, Per l'unificazione completa di tutte le forze ci vorrebbe un acceleratore con una circonferenza di mille anni luce, 1994, olio su tela cm 180 x 287
Walter Bortolossi, Per l’unificazione completa di tutte le forze ci vorrebbe un acceleratore con una circonferenza di mille anni luce, 1994, olio su tela cm 180 x 287

Ci si accosta alla lettura di ogni dipinto cercando di cogliere la densità dei tanti significati che esso sottende, le relazioni che esistono tra i vari protagonisti. Ci si fa strada attraverso le valenze retoriche, metaforiche e narrative che l’autore ci suggerisce, molto spesso anche attraverso testi, singoli vocaboli o interi slogan che egli inserisce nella sua opera. La mostra è una collezione che raccoglie molti episodi provenienti da diversi contesti, dalle enciclopedie, dai fumetti ai social, dalle arti visive all’underground più oscuro, attraversando molti campi. C’è molto colore, c’è molta tecnica, c’è un grande piacere del dettaglio, in quelle che sembrano tante quinte teatrali, un condensato di tutto ciò che ha fatto e fa da sfondo al nostro vivere.

Unico lo stile, perseguito con estrema continuità, del tutto dipendente da quanto la sua identità di artista riesce a rivelare, fornendo sempre nuovi tableaux: assembramenti senza maschera di ciò che siamo. Ecco come la mente umana può vedere le cose, ecco cosa c’è nello sguardo di un artista: una percezione molto particolare dell’orizzonte culturale di cui fa parte. Lo stesso orizzonte cui appartiene lo spettatore, il quale però all’artista inevitabilmente chiede di essere messo di fronte all’inatteso oltre che a un più originale, diverso punto di vista. Walter Bortolossi in questo non delude. A chi chiede emozioni offre la sua sorprendente prospettiva.

 

Frame del video Walter Bortolossi - Un corridoio e le sue stanze, visibile su YouTube
Frame del video Walter Bortolossi – Un corridoio e le sue stanze, visibile su YouTube

Un cenno particolare merita il video che accompagna la nostra a livello virtuale, una vera e propria seconda mostra nella mostra, che è stato pubblicato su You Tube a partire dal giorno dell’inaugurazione. La prima parte è incentrata sulla città di Cividale del Friuli e sulla leggenda locale del Ponte del Diavolo e nei suoi oltre 50 minuti vede tra i suoi protagonisti, tra vari dietro le quinte, scene recitate e divertimenti visivi, l’artista Laura Fonovich e il critico e teorico Gabriele Perretta, oltre l’autore stesso.

Viviana Di Domenico

“Walter Bortolossi – Un corridoio e le sue stanze”
Fino al 30 Gennaio2022
Monastero di Santa Maria in Valle
Via Monastero Maggiore, 34
Cividale del Friuli UD
www.cividale.net

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