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I Pittori della Luce. La luminosa epopea seicentesca in 100 capolavori, a Lucca

“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini” “I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”
“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”
“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”
Mostra entusiasmante quella che ci accoglie negli spazi della Cavallerizza in Piazzale Verdi a Lucca. Nelle buie sale, bagliori di luce provenienti dai dipinti avvolgono il visitatore facendogli perdere la cognizione del tempo. Entriamo così in uno dei Seicento più suggestivi che si possano immaginare. “I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini” si intitola la rassegna, curata da Vittorio Sgarbi.

Oltre cento capolavori-veri capolavori- raccontano i riflessi della pittura di Caravaggio su una serie di pittori lucchesi e non, di grande levatura e bellezza, noti agli studi, ma non ancora al grande pubblico. E dicono anche che, nell’arte, non c’è solo Caravaggio, protagonista sempre ricercato, ma anche i suoi seguaci, della prima e seconda generazione e oltre ancora. Un artista, che se non ha avuto una bottega con allievi nel senso canonico, ha creato una “scuola” europea di lunga durata.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio Ragazzo che monda un frutto detto anche Mondafrutto Fine del XVI secolo Collezione privata
Michelangelo Merisi detto
Caravaggio
Ragazzo che monda un frutto
detto anche Mondafrutto
Fine del XVI secolo
Collezione privata

E Lucca è, in questo senso, uno degli esempi più brillanti con i suoi pittori che, nutriti dalla straordinaria tradizione quattro-cinquecentesca, si recano a Roma ad assimilare le novità luministiche e naturalistiche di Caravaggio. Lui non c’è più, spentosi tristemente sulle spiagge di Porto Ercole, ma la sua rivoluzionaria pittura è rimasta in artisti non meno geniali come Bartolomeo Manfredi che, con altri, ne diffondono il “metodo”. La mostra è una lunga passeggiata alla scoperta di questi riflessi e interpretazioni, lungo tutto il Seicento sino al Settecento. All’inizio c’è lui, Caravaggio, con alcune opere emblematiche come il Ragazzo che monda un frutto (Mondafrutto), una delle prime tele del pittore a Roma, di metà anni Novanta del ‘500, ancora molto lombarda, con una luce chiara e serena (ne sono note quattordici redazioni, ma solo tre o quattro valide). Siamo agli inizi, Caravaggio non ha ancora sperimentato le durezze romane. Così come i bravi pittori lucchesi non sono stati ancora investiti dal suo “verbo”, come testimonia la tela con Sansone e Dalila, del 1606, di Pietro Sigismondi, tardomanieristica.

“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”
“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”

Subito dopo i dipinti più drammatici del Merisi, il Seppellimento di Santa Lucia, del 1608, dipinto a Siracusa dal pittore disperato in fuga da Malta e il Cavadenti dello stesso anno, giunto dagli Uffizi. Luci e ombre sottolineano la tragicità degli eventi in un realismo spietato: morte, sangue, dolore.  Opere sino allora mai viste. Con Caravaggio idealmente c’è anche Rubens. La sua sorprendente Adorazione dei pastori del 1608, giunta dalla Pinacoteca di Fermo (un grande prestito!), illumina volti di angeli e personaggi sacri con violenti lampi di luce, in uno scenario notturno.

Pietro Paolini
Allegoria della vita e della
morte
1633-1635 circa
Lucca, Museo Nazionale di Palazzo
Mansi

I due grandi artisti fanno scuola. Poi la serie di interpreti e seguaci, che si dipanano nelle diverse sale, con molte sorprese: dal parmense Giovanni Lanfranco al toscano Baccio Carpi, dal delicato Orazio Gentileschi a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino, autore di un evanescente Angelo custode,da Giovanni Baglione che attira lo sguardo con un’iconica Madonna incoronataal lucchese Paolo Guidotti,dal senese Antiveduto Gramatica a Giovanni Francesco Guerrieri con il suo bellissimo Ercole e Onfale del 1617-1618, una tela davanti alla qualesi starebbe ore per osservare figure, fiori, gioielli (che orecchini!).

Michelangelo Merisi detto
Caravaggio
Cavadenti
(In mostra fino a marzo)
1608 circa
Firenze, Galleria degli Uffizi, Galleria
Palatina

Spicca il lucchese Pietro Paolini (1603-1681) con una sua pittura di grande originalità. Formato a Lucca, è a Roma, tra la seconda metà degli anni Venti e i Trenta, che il pittore dà una svolta decisiva al suo linguaggio guardando a esempi di Caravaggio, di caravaggeschi come Valentin de Boulogne, ed esercitandosi nella bottega di Angelo Caroselli, un’altra presenza importante in mostra. Di Paolini sono esposte opere pubbliche proveniente da musei, chiese e palazzi lucchesi,ma anche da collezioni private come la poco nota Madonna col Bambino e san Domenico. Strepitoso il Cantore della Fondazione Boris Christoff di Roma, scelto per la copertina del catalogo (Contemplazioni), un ragazzo che canta a bocca spalancata di cui si vedono, dietro le labbra carnose, i fili di saliva. Un raggio di luce colpisce il suo volto, lo spartito musicalee il berretto piumato, facendo dimenticare che sono passati quattro secoli da quel 1625 circa, in cui il cantore veniva ritratto.Inquietante il Negromante della Fondazione Cavallini Sgarbi del 1630 circa, affascinanti i ritratti di intellettuali e intriganti i concerti, scene di musica a più figure, dal significato spesso enigmatico, in cui Paolini si rivela  maestro eccezionale.

“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”
“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”

Non meno interessante è il romano Angelo Caroselli (1585-1652), un altro pittore che sta emergendo in questi ultimi anni in tutta la sua complessità, bravura e importanza, con momenti di forte tangenza stilistica con Paolini. A ricordarcelo c’è la tela con Salomone e le sue concubine, di collezione privata, citata in una famosa Lista di quadri del 27 settembre 1634, che Agostino Tassi barattò con una carrozza. Ad evocare enigmi di significati di quell’illuminato e insieme oscuro Seicento c’è la sua Negromante di Ancona ed altre Allegorie uscite dalla sua bottega.

Innovativo l’allestimento, con le maestose sculture di Cesare Inzerillo e Marilena Manzella che emergono dal buio delle pareti in stretto dialogo con i dipinti dei quali ne ricordano dettagli ingigantiti. Un Sudario, consumato di dolore, a ricordare la passione dei martiri e del Cristo. Una Pera, oltremodo matura, confusa fra le nature morte dei trionfali banchetti seicenteschi. Una Viola, muta, dinanzi al Concerto di Paolini e ai suoi cantori. Infine un Candelabro, che sta per cadere sul passante, il quale forse potrà, incuriosito, distogliere lo sguardo dai lampi di luce di Pietro Ricchi.

“I Pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”

La mostra:

I Pittori della Luce. Da Caravaggio a Paolini Lucca, Cavallerizza, Piazzale Verdi, 8 dicembre 2021 – 2 ottobre 2022; visitabile tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (la biglietteria chiude alle ore 18:45)

Promossa da Regione Toscana e Città di Lucca, prodotta da Contemplazioni con la collaborazione di vari Enti.

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