Giunge dalle Ande, dal villaggio di Chopcca, una comunità nel dipartimento di Huancavelica in Perù, il presepe allestito in Piazza San Pietro a Roma per il Natale 2021. Più di 30 pezzi realizzati in ceramica, legno maguey e vetroresina da cinque artisti della regione andina compongono il gruppo della Natività.
Il presepe peruviano vuole ricordare i duecento anni dell’indipendenza del Paese, riprodurre uno spaccato della vita dei popoli delle Ande e simboleggiare la chiamata universale alla salvezza. Le statue sono vestite con i tipici costumi Chopcca e Gesù ha le sembianze di un bambino “Hilipuska”, così chiamato perché avvolto da una tipica coperta Huancavelica e legato con un “chumpi” o cintura intrecciata.
I Re Magi hanno bisacce contenenti alimenti caratteristici della regione andina: patate, quinoa, kiwicha, cañihua e sono accompagnati dai lama che portano sul dorso una bandiera peruviana. La nascita del Salvatore viene annunciata da un angelo bambino, che suona il tipico strumento a fiato chiamato Wajrapuco. Nel Presepe anche statue di animali appartenenti alla fauna locale, alpaca, vigogne, pecore, vizcachas, parihuanas e il condor andino, simbolo nazionale del Perù, in scala ridotta una rappresentazione della comunità Chopcca di lingua quechua di poco più di 10.000 abitanti.
Arriva da Andalo, invece, in Trentino il maestoso abete rosso o peccio (Picea abies) di circa 28 metri. Insieme al presepe rimarrà esposto dal 10 dicembre fino a domenica 9 gennaio 2022
Qual è e dove si trova la prima rappresentazione del presepe
Dopo quello vivente di Greccio inventato da San Francesco, il presepe più antico del mondo sembra sia quello di Arnolfo di Cambio (Colle val d’Elsa 1240-Firenze 1310) in Santa Maria Maggiore, la Basilica romana dedicata al culto della Vergine e all’infanzia di Gesù. È anche il più toccante e commovente nella storia della scultura. Basta guardare gli occhi del bue e dell’asinello partecipi del grande evento, o le figure massicce dei pastori, gli umili a cui per primo si palesò il figlio di Dio appena nato, per comprendere la grandezza di questo architetto e scultore (suo è il progetto di Palazzo Vecchio e della Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze).
Prima rappresentazione scultorea della Natività nella storia, il Presepe sarebbe stato commissionato al celebre architetto da Papa Niccolò IV che fu anche il primo frate francescano a divenire Papa. Le otto statue del Presepe, la Madonna col Bambino al centro, San Giuseppe appoggiato al bastone, le teste del bue e dell’asinello e i Re Magi, uno dei quali inginocchiato sembrano scolpiti a tutto tondo, in realtà sono altorilievi su una superficie di marmo
La Madonna col Bambino è un’aggiunta del 1500 (l’originale sarebbe andato perduto). Elegante e raffinata negli intagli, la scultura ricorda per alcuni aspetti il gotico francese dello stesso periodo, ma non manca l’impronta realistico-romanica della scuola di Nicola Pisano. Uno stile unico, tuttavia, contraddistingue la solennità delle figure e la disposizione scenica. Ispirandosi al presepe di Greccio, Arnolfo realizzò un apparato scultoreo in grado di celebrare la Natività in tutta la sua sacralità, coniugando bellezza stilistica e ricerche realistiche avviate in quegli anni, gli stessi che segneranno il passaggio dall’età medievale a quella moderna.
La Basilica posta sulla sommità del monte Esquilino è conosciuta anche come “Sancta Maria ad Praesepem” perché secondo la tradizione conserverebbe nella cripta i resti della mangiatoia dove Gesù Bambino venne deposto la notte della nascita. Arnolfo di Cambio, una delle personalità più complesse e originali del gotico italiano, si formò alla bottega di Nicola Pisano con lui lavorò all’Arca di San Domenico nell’omonima chiesa a Bologna (1264-67) e al pulpito del duomo di Siena (1265-1269). Protagonista indiscusso della scena artistica romana, nella città eterna realizzò i cibori delle chiese di San Paolo fuori le Mura e di Santa Cecilia in Trastevere oltre alla celebre statua in bronzo di San Pietro in trono, oggetto di grande venerazione nella Basilica vaticana.