Complice l’esplosione della pandemia, il 2020 non è stato un anno particolarmente scoppiettante in sede d’asta. Ecco quindi che le circostanze ci hanno lasciato in dote un 2021 incredibile, in cui tutte le case d’aste italiane hanno recuperato le ristrettezze dell’anno precedente. Il risultato? Un fitto susseguirsi di incanti e aggiudicazioni da record.
Per verificare che la ripresa del mercato sia reale bisognerà attendere il prossimo anno, ma nel frattempo possiamo goderci le aggiudicazioni vissute in questi dodici mesi. Un periodo dove i player del settore hanno giovato della formula phygital – ovvero l’ibrido tra fisico e digitale – e di un rinnovato interesse dei collezionisti a utilizzare l’arte come bene rifugio.
Vediamo com’è andato il 2021 di Babuino.
Qual è stato il fatturato 2021?
Il fatturato 2021 di Babuino è stato di €4.500.000,00.
C’è stato un incremento/decremento di fatturato rispetto agli anni precedenti?
Si, nel 2020 era stato di €4.000.000,00.
Quali sono stati i top lot?
- Piccola console in bosso intagliato, probabilmente Andrea Brustolon (Belluno 1662 – 1732). Stima € 10000-15000. Aggiudicazione € 76.250
- Dipinto veduta del Colosseo di Dirck Verhaert. Stima € 30000-40000. Aggiudicazione € 55.000
- Ritratto di gentiluomo con cappello piumato, Harmenszoon van Rijn, seguace di Rembrandt (Leida, 1606 – Amsterdam, 1669). Olio su tavola, cm. 66 x 54,5. Firma e data ‘Rembrandt 16(?)’, A destra della spalla. Stima € 12000-18000. Aggiudicazione 50.000
C’è un dipartimento in particolare che ha vissuto una crescita significativa?
Da noi il settore più forte è sicuramente quello dei Dipinti Antichi, grazie alla migliore clientela nazionale e internazionale che vede nei nostri esperti e nelle loro attribuzioni una garanzia assoluta per i loro acquisti. Quanto alle novità, segnaliamo le aste di Modellismo che procedono con ottimi risultati, unici in Italia ed in Europa con l’eccezione della Dorotheum.
Come si è divisa la vostra casa d’aste, in questi due anni, tra fisico e digitale? Quali strumenti state impiegando per sopperire alla situazione in essere?
Abbiamo già effettuato investimenti in tecnologia a inizio pandemia, favorendo i clienti negli acquisti con ben cinque piattaforme online. Si è inoltre andati a rafforzare – e ancora rafforzeremo – l’offerta sulle timed auction, che hanno addirittura percentuali fino al 80% di venduto.
Quali sono le prospettive per il 2022?
Non ci sono strategie se non quello di incentivare con una migliore qualità il reperimento sulla piazza di Roma e nazionale.
Il commento del direttore Antonio De Crescenzo
La visibilità internazionale dell’arte italiana contemporanea non è riconosciuta. La clientela estera compra da noi solo opere che riguardano i loro paesi; la clientela nazionale è invece molto regionalizzata rispetto alla richiesta delle opere da parte del collezionismo.
I limiti del sistema dell’arte italiano sono sicuramente l’estremo protezionismo statale, in questo periodo assolutamente schizofrenico, umorale e senza regole, che non permette certamente il rientro sul mercato italiano delle opere migliori presenti nelle collezioni private estere. Così facendo il sistema del mercato italiano rimane assolutamente provinciale rispetto a quello europeo e internazionale.
Insomma, i limiti del sistema di circolazione internazionale dell’arte ci penalizzano. Tra i suggerimenti potrebbero esserci la notifica europea, che sicuramente favorirebbe il rientro di importanti opere d’arte in Italia in accordo con il mercato comune europeo. Di questo ne trarrebbe sicuramente vantaggio il commercio dell’arte in Italia, evitando così inutili trafugamenti ed esportazioni illecite.