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Una fonte rivela: “Moritz Kraus” è l’anagramma di “Riz Mort Suka”. Nuovo capitolo della saga dei collezionisti/artisti fake

L’articolo è stato scritto dall’autore con il contributo determinante di Adele Rochelle e Isabella Persica

Non si placa sui social lo scandalo-affaire-caso-saga dei 4 COLLEZIONISTI FAKE + 1 ARTISTA MAI ESISTITO che ha investito il mondo dell’arte contemporanea italiano questa settimana. Le stories di Instagram da giorni ribollono passione (“anni di studio buttati al vento”), frustrazione (“anni di lavoro buttati al macero”), disillusione e perfino sbeffeggio (vedi i meme di Giulio Alvigini – MakeItalianArtGreatAgain), vendetta (“la pagheranno”, “non finirà qui”, “infami”). La furia dei professionisti della contemporary (giustamente, ragionevolmente e logicamente) è vibrante e multiforme. Amarezza mista a sgomento, stupore misto a rabbia, sconcerto misto a tristezza, si scorge perfino dello smarrimento. La storia in questione, almeno per il ristrettissimo e autoreferenziale cerchio magico dell’arte, è assai nota (e se non fosse nota leggere il bravissimo Nicola Zanella che su Arteconomy ha portato a galla tutto, sono seguite riflessioni e analisi ficcanti su ArtsLife, Artribune, Espoarte).

Uno scandalo che ha mosso e scosso gli animi e le anime, e che proprio oggi -15 gennaio 2022- rivela un particolare che potrebbe risultare fondamentale per fare luce definitivamente sulla spinosa questione. Una fonte molto vicina ai due artisti coinvolti nella creazione dei profili di collezionisti/artisti fake (lui stesso ai nostri microfoni si dichiara “un amico di infanzia del duo”) confida ad ArtsLife un indizio su cui ancora forse nessuno aveva focalizzato le sue ricerche. L’anagramma del nome dell’artista mai esistito (ma che qualcuno ha comprato), “MORITZ KRAUS“, rivelerebbe al suo interno il criptico “RIZ MORT SUKA“. La fonte (di origine bresciana) ci tiene a spiegare come “il duo” sia avvezzo “fin dalla più tenera età” a “praticare perverse pratiche di mistica ed enigmistica volte a scardinare le regole del gioco”. Potrebbe scapparci anche un sorriso se non ci fossero dei bonifici che aleggiano nella nostra spy-story.

Dunque. Si apre un nuovo capitolo nella storia che sta scandalizzando il mondo dell’arte contemporanea italiana? Cosa rivela davvero quella frase dal sapore così dada? C’è del post apocalittico futurismo ZIC ZANG TUMB TUMB RIZ MORT SUKA volto a uccidere il mercato dell’arte? “Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro”? Cosa si cela veramente nelle viscere di quel trittico onomatopeico?

Le risposte sono molteplici. Le ombre non sembrano, per ora, diradarsi. Il mistero si infittisce.

Moritz Kraus
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