Print Friendly and PDF

Fragole a primavera. Artcurial porta in asta un capolavoro di Chardin

Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779) The Basket of Wild Strawberries Oil on canvas Signed ‘Chardin’ lower left 38 x 46 cm Estimate : 12 000 000 - 15 000 000 Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779) The Basket of Wild Strawberries Oil on canvas Signed ‘Chardin’ lower left 38 x 46 cm Estimate : 12 000 000 - 15 000 000
Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779) The Basket of Wild Strawberries Oil on canvas Signed ‘Chardin’ lower left 38 x 46 cm Estimate : 12 000 000 - 15 000 000
Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779), Il cestino di fragole di bosco, Olio su tela, 38 x 46 cm. Stima: €12 000 000 – 15 000 000
Il cestino di fragole di bosco di Siméon Chardin, proveniente dalla collezione Marcille, è un’opera suggestiva e ricca di sfumature. Artcurial la propone in asta con la stima di €12-15 milioni. L’appuntamento è fissato per il 23 marzo 2022 a Parigi.

In quest’opera vi è di certo una magia. Forse non la si afferra all’istante – del resto ogni incanto deve preservare un certo grado di mistero – ma col tempo emerge, lenta, dallo sfondo. Probabilmente risiede nella forma mutevole della composizione, prima precisa e l’istante successivo fluida. É un effetto che riverbera dalla sfondo, dove tutto pare sfumato e cangiante, e giunge fino alla superficie, dove le forme dei frutti, del bicchiere e dei fiori si delineano con anomala armonia. Non c’è simmetria, ma nemmeno disordine. In un delicato vortice di toni rossastri percepiamo “una forza incredibile di colori, un’armonia generale, un effetto di nitore e veridicità, forme belle, la magia della disperazione, un mix di soluzioni e restituzioni compositive“, come ebbe a dire Diderot in occasione del Salone del 1767.

É quindi carica di suggestioni l’aurea che attornia Il cestino di fragole di bosco di Siméon Chardin (1699-1779). Fascino che per diretta conseguenza si trasferisce nella Old Master & 19th Century Art che Artcurial e Cabinet Turquin propongono il 23 marzo 2022 a Parigi. Anche perché l’opera per Chardin – che pure ha dipinto circa centoventi nature morte – rimane l’unico esempio in cui abbia ritratto le fragole come tema principale.

Esposta dall’artista al Salone del 1761, riscoperto da François-André o Eudoxe Marcille un secolo dopo, prima di scomparire dalla vista del pubblico sino alle retrospettive dedicate all’artista organizzate a Parigi nel XX secolo, questa piccola tela è diventata nel mentre un’icona dell’arte occidentale, combinando una composizione di sublime semplicità geometrica con un’eccezionale qualità esecutiva.

Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779), Il cestino di prugne
Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779), Il cestino di prugne

Del resto, come spesso accade nelle nature morte, il soggetto è meno importante della sua rappresentazione. E in questo caso della fattura tecnica sono tanti gli elementi da evidenziare:

  • La trasparenza dell’acqua nel bicchiere.
  • La montagna di fragola appare omogenea e fluida, ma allo stesso tempo ogni singolo frutto si distingue dal gruppo.
  • I piccioli che rompono la regolarità dello schema.
  • Il chiarore dei fiori che spezza ed esalta i riverberi bruni della composizione.
  • La pesca e le due ciliegi che danno equilibrio pur rimanendo marginali.
  • La geometria diffusa delle forme (il cilindro del bicchiere, la piramide delle fragole).

Il dipinto può essere inoltre associato con Il cestino di prugne (Parigi, Louvre) e Il bicchiere d’acqua e la tazza di caffè (Pittsburgh, Carnegie Institute of Art), datate allo stesso periodo ed entrambe considerate come capolavori assoluti di Chardin.

Affidiamoci quindi alle parole di Edmond e Jules de Goncourt per afferrare in via definitiva la magia che emana dall’opera:

Qui risiede il miracolo delle cose che Chardin dipinge: modellate sia come forme solide sia come contorni disegnati dalla luce, fatti – per dire – del colore dell’anima, sembrano staccarsi dalle tele e diventare vivi, grazie a questa attività ottica meravigliosa tra le tele e lo spettatore nello spazio.

Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779), Il bicchiere d’acqua e la tazza di caffè
Jean-Baptiste Siméon CHARDIN (1699-1779), Il bicchiere d’acqua e la tazza di caffè
La Collezione Marcille

François Marcille (1790-1856) ha riscoperto la pittura del XVIII secolo che durante la prima metà del secolo successivo era stata dimenticata, e ha setacciato i mercatini delle pulci, insieme a un altro grande entusiasta, Louis La Caze, costruendo ciascuno la sua collezione.

La Marcille Collection, che comprende circa 4500 dipinti, include 40 tele di Boucher, 30 di Chardin e 25 di Fragonard, è stata separata dalla parte di disegni e divisa tra i due figli Eudoxe (1814 -1890) e Camille (1816-1875). Il fratello più anziano ha dimostrato lo stesso appetito del padre per le scoperte e le acquisizioni, ogni lunedì dava il benvenuto ad appassionati come i fratelli Goncourt e il giovane Edgar Degas, così come ai colleghi del dottor Louis La Caze.

Nel marzo 1861, Eudoxe Marcille diventa membro della Museums Advisory Commission e membro della giuria alla Grande Esposizione di Londra. Nel 1865, si unisce alla giuria dei Saloni annuali, prima per le incisioni, poi per la pittura. Nel 1870 diventa direttore del Musée d’Orléans dove ha conferito grande dinamicità alla collezione esistente.

Il cestino di fragole di bosco è rimasto nelle mani dei discendenti di Eudoxe Marcille sino a oggi. Si tratta di uno dei più importanti dipinti francesi del XVIII secolo a essere in mani private, stimato intorno ai 12-15 milioni di euro.

Commenta con Facebook