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L’intimità del pastello. Lo sguardo sulla carta di Sophie Westerlind a Reggio Emilia

Sophie Westerlind - Yes, I used to be a great dancer
Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer

Poetica della fragilità, intimità del disegno. Sophie Westerlind (Stoccolma, 1985) inaugura NEUTRO, spazio espositivo situato in una galleria commerciale nel centro di Reggio Emilia. Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer è il racconto di Ingrid e Siv, le due nonne dell’artista, tra una crema Nivea posta sul letto e delle vecchie scarpe da ballo con i tacchi alti. Fino al 16 aprile 2022.

Sei composizioni su carta (150x180cm e 150x240cm) realizzate con pastelli ad olio lasciano trapelare lo sguardo affettuoso di Sophie Westerlind mentre osserva Ingrid (1922) e Siv (1923), le due nonne, durante le sue ultime visite in Svezia. Il racconto è intimamente personale, fuori dalle tendenze della figurazione contemporanea l’artista si pone come narratore onnisciente nel registrare la fragile forza della vecchiaia che si rivela in movimenti eleganti ma anche goffi, a volte quasi grotteschi. Questi si riflettono negli oggetti che circondano le due donne, la crema Nivea di Siv posta sul letto e le scarpe da ballo di Ingrid, e lasciano all’immaginazione di un passato custodito silenziosamente tra le mura delle loro case, circondate dai loro oggetti personali.

Il rapporto tra la figura umana e lo spazio che occupa è uno dei motivi ricorrenti nell’opera di Westerlind e ambito di ricerca prediletto, tanto che da Londra, dopo aver frequentato la Central Saint Martins e il Royal College of Art, si sposta a Venezia per specializzarsi in Anatomia all’Accademia di Belle Arti. Il potenziale espressivo del corpo umano viene qui declinato in filamenti di piccoli segni intrecciati, quasi nervosi nel loro vibrarsi, schizzi della memoria, appunti registrati velocemente che il disegno restituisce enfatizzando la carica emotiva di chi ha vissuto e osservato da vicino la quotidianità delle protagoniste.

Disegnare non fa rumore, non sporca più di tanto, non disturba quasi mai nessuno. Ha poco valore e non deve sempre essere venduto. Il risultato non deve neanche sempre essere mostrato, si può chiudere il quaderno e metterlo via se quello che c’è dentro è troppo personale.

Sophie Westerlind

Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer

Per la prima volta l’artista si misura con fogli di grande formato, i corpi sono quasi a grandezza reale, i colori, non naturalistici, giocano sugli equilibri filamentosi del giallo, rosso, verde e blu, i segni dei pastelli ad olio registrano errori e ripensamenti come una mappa dei ricordi da percorrere a ritroso nel passato di Ingrid e Siv. Il disegno permette a Sophie Westerlind di trascrivere quei momenti estremamente personali, a lui affida le sensazioni dell’infanzia e le riflessioni della maturità, attraverso il disegno ricorda e si immedesima, capisce ed entra in empatia con le due figure. Guardando la serie Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer sembra di aprire un diario segreto dove un’infinita semplicità evoca una disarmante tenerezza, per le persone e le cose che raccontano le persone, e le persone che raccontano le cose.

Ingrid viveva nel Sud della Svezia vicino al mare. Non riusciva a camminare a lungo senza il suo bastone. Una volta, andandomene dopo essere stata a trovarla, mi chiamò della finestra: Mi disse che mi ero dimenticata di prendere il bastone. E adesso come farò a camminare?

Siv vive nella regione Ångermanland, a 7 ore di treno a nord di Stoccolma. La sua casa è vicino a un lago nero dove in primavera ci sono le Ninfee. Vive circondata dal bosco. Al telefono mi dice che ha fatto -35 gradi la scorsa settimana. Faccio fatica a crederci ma i miei genitori hanno confermato che è vero. Dice che di notte riesce a sentire molti animali che passano davanti alla sua finestra. Di giorno, invece, li vede correre nella neve.

Quando la sono andata a trovare, l’ho trovata sdraiata sul letto in una posizione infantile, come se cercasse protezione. Il carattere forte e orgoglioso che ha mostrato il giorno prima mentre sedeva sulla poltrona sembra non appartenerle più. Non vuole dirmi che si sente sola ma continua a tenermi per mano, anche quando fa finta di offendersi.

Tempo e spazio sono intimi e si aprono su vetrine all’interno di un passaggio commerciale nel centro di Reggio Emilia, sei bacheche sperimentano e veicolano il cortocircuito fra transitorietà del luogo e l’immutabilità del segno impresso dall’artista in una soluzione di sospesa cattura dell’osservatore. Il progetto, liberamente scelto da Sophie Westerlind per NEUTRO, è accompagnato da un brano della fotografa inglese Isabelle Young (1989) che racconta il suo ritorno a Venezia e l’incontro con l’opera di Westerlind, tra riflessioni autobiografiche e narrazioni letterarie.

Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer
Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer

Sophie Westerlind (1985) disegna e dipinge principalmente dal vivo, stimolata dalle esperienze e l’impatto che le persone, gli spazi e le cose hanno su di lei. Si è laureata alla Central Saint Martins e successivamente la magistrale al Royal College of Art di Londra. Il suo interesse nell’interpretare il linguaggio corporeo e le relazioni interpersonali l’hanno portata all’ Accademia di Belle Arti di Venezia per specializzarsi in Anatomia e potenziale espressivo del corpo umano. Ha esposto presso il Museo Diocesano di Belluno-Feltre, al Museo di Antichità a Stoccolma ed è stata in residenza presso l’Ex Villaggio Eni a cura di Dolomiti Contemporaneo (2019), al cantiere di Fincantieri a cura di Venice Galleries’ View e Forte Marghera (2020) e a Fano a Lido la Fortuna curato da Luca Zuccala e Andrea Tinterri (2021). Vive e lavora tra Italia e Svezia.

Isabelle Young (1989) è una fotografa londinese. La ricerca visiva e la scrittura sono al centro del lavoro di Young, influenzato da narrazioni letterarie che giocano attivamente con il tempo e il punto di vista che, a loro volta, danno forma ai suoi scatti. La sua pratica comprende libri fotografici e installazioni che combinano la fotografia analogica con le narrazioni cinematografiche. Attualmente sta frequentando il master in Fotografia al Royal College of Art di Londra.

NEUTRO è un progetto espositivo che invita artisti e fotografi contemporanei a sperimentare liberamente in uno spazio eterotopico, dove i rapporti istituzionali tra opera, sede espositiva e fruitore sono sospesi e le opere collocate in un ambito diverso da quello usuale. Sei bacheche commerciali diventano la cornice all’interno della quale l’artista è chiamato a confrontarsi, senza vincoli, con un’esposizione basata sulla fruibilità costante e la diretta relazione con il pubblico. Un’azione semplice, sfruttare bacheche vuote all’interno della città, con l’obiettivo di moltiplicare spazi e funzioni per stabilire un incontro, spesso casuale, che va a colmare la distanza tra l’opera d’arte e il pubblico. Le vetrine, fisicamente situate in un passaggio commerciale nel centro di Reggio Emilia, non hanno un indirizzo proprio. Solitamente destinate a cittadini frettolosi e distratti possono restare inosservate o catturare l’attenzione del passante, costringendolo a rallentare la sua corsa. Un cambio di funzione, un’interferenza nel tessuto urbano, che vuole sovvertire abitudini consolidate permettendo al pubblico di reagire all’esposizione in differenti modi e tempi. Ogni mostra è accompagnata da una pubblicazione che raccoglie traccia dell’intervento dell’artista e introduce un terzo punto di vista attraverso il testo di una figura esterna al progetto.

NEUTRO
Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer
23.01.2022 – 16.04.2022
Reggio Emilia

Sophie Westerlind – Yes, I used to be a great dancer

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