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Alexia Fabre nominata direttrice dell’École des Beaux-Arts di Parigi. La prima donna in 400 anni

Alexia Fabre, curatrice capo di lunga data del Musée d’Art Contemporain du Val-de-Marne (MAC/VAL), a Vitry-sur-Seine, in Francia, è stata nominata direttrice dell’École des Beaux-Arts di Parigi. Fabre diventa la prima donna a guidare la prestigiosa scuola d’arte nei suoi quasi 400 anni di storia. Succede a Jean de Loisy, che è stato direttore dal 2018.

Laureata all’École du Louvre e al National Heritage Institute, Alexia Fabre ha guidato il Museo dipartimentale delle Hautes-Alpes a Gap dal 1993 al 1998. Ha lasciato l’incarico per unirsi al MAC/VAL, inaugurato nel 2005, di cui ha assunto il ruolo di curatore capo. È stata determinante nell’aumentare il profilo nazionale del museo attraverso un programma curatoriale volto al contemporaneo. Si ricordano le mostre della video artista e fotografa Tania Mouraud, della performance artist Esther Ferrer e dell’artista multidisciplinare Nil Yalter. Insieme a Frank Lamy, responsabile delle mostre temporanee al MAC/VAL, ha eseguito un restyling della collezione per includere più opere di artiste e e in generale prediligere una linea eterogenea.

Dal 2007 al 2012 Fabre ha insegnato all’École du Louvre. Nel 2009 e nel 2011, lei e Lamy sono stati co-direttori artistici della Nuit Blanche a Parigi. Ha curato mostre private della pittrice e regista francese Ange Leccia e dello scultore Christian Boltanski. Nel 2015 è stata nominata curatrice di Manif D’art 8 – Biennale di Quebec City.

L’École des Beaux-Arts è tra le istituzioni artistiche più leggendarie della Francia. Tra i suoi alunni più celebri si annoverano Jean-Antoine Watteau, Henri Matisse e Neïl Beloufa. In qualità di prossimo preside della scuola, Fabre dovrà fronteggiare le critiche che si sono abbattute sull’istituzione in termini di diversità ed equità.

Un periodo di grandi cambiamenti nei board dirigenziali dei musei parigini, come raccontavamo in occasione della nomina di Claire Bernardi come direttrice del Musée de l’Orangerie.

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