Print Friendly and PDF

Gli “incontri” di Roberto Longhi e Giuliano Briganti in due nuovi volumi inediti

Roberto Longhi e Giuliano Briganti nel 1962. Foto contenuta in un album fotografico di Luisa e Giuliano Briganti Roberto Longhi e Giuliano Briganti nel 1962. Foto contenuta in un album fotografico di Luisa e Giuliano Briganti
Roberto Longhi e Giuliano Briganti nel 1962. Foto contenuta in un album fotografico di Luisa e Giuliano Briganti
Roberto Longhi e Giuliano Briganti nel 1962. Foto contenuta in un album fotografico di Luisa e Giuliano Briganti
La casa editrice Archinto pubblica in contemporanea due volumi che raccontano il lungo e ininterrotto dialogo tra Roberto Longhi e Giuliano Briganti, protagonisti assoluti della storia dell’arte del XX secolo.

A cura di Giovanni Agosti, Roberto Longhi raccoglie gli scritti che Briganti ha dedicato al grande studioso, mentre Incontri. Corrispondenza 1939-1969, curato da Laura Laureati, contiene il carteggio completo Longhi-Briganti, ed indaga la sfera più privata ed intima del rapporto tra i due studiosi. I testi raccolti nel primo titolo coprono l’arco che corre dalla celebrazione di Longhi, nel 1955, sulle pagine della «Fiera letteraria», in cui Briganti festeggiava il maestro in compagnia di Cecchi, Toesca, Contini, Bassani, Bertolucci, Volpe, Pallucchini, Soldati, fino ai molti interventi pubblicati sulle pagine de «la Repubblica», quotidiano cui Briganti ha dedicato decenni della sua attività, cercando di mettere a punto uno stile di informazione accessibile e chiaro. In questo campionario di scritture non manca una prova narrativa, in cui il ricorso al sogno è un altro modo per affrontare l’ombra del Maestro.

Sullo sfondo scorre il panorama della storia dell’arte in Italia nel secondo Novecento, tra editoria, università e inesorabile, progressiva, perdita di autorevolezza culturale. Infine Incontri dipana il carteggio iniziato quando Roberto Longhi è un maturo professore universitario già molto noto, e Giuliano Briganti un giovane studente che si laureerà un anno dopo. Il primo documento è un telegramma dell’agosto 1939. L’ultimo, datato 2 aprile 1969, è un’affettuosa lettera di Longhi, ormai ottantenne e vicino alla morte (3 giugno 1970), inviata al figlio del compagno di gioventù. Briganti ha quasi cinquant’anni ed è già maestro, ma non ha dimenticato che «gli allievi e non solo i libri […] sono fatti per riunire gli uomini al di là della morte e difenderci contro il nemico più implacabile di tutta la vita: la dimenticanza».  

Commenta con Facebook