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Addio a Monica Vitti, volto e voce del cinema italiano

Monica VItti

Monica VIttiAddio a Monica Vitti, icona rivoluzionaria del cinema italiano, volto e voce di un cinema nuovo, da Antonioni a Scola

«Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto», così Walter Veltroni su Twitter.

Si è spenta a 90 la stella di Monica Vitti, attrice simbolo del cinema italiano, volto di una nuova generazione di donne, indipendenti, libere e moderne. Una bellezza diversa, eccentrica, con i suoi lineamenti e la sua voce roca e profonda ha cambiato il panorama attoriale italiano, rompendo le regole e imponendosi come modello per le generazioni di giovani attrice arrivate dopo di lei. Musa di Antonioni ha incarnato alla perfezione il senso di spaesamento di quell’Italia dilianiata dal boom economica, divisa tra un passato ormai perduto e un futuro incerto, intrappolata in una terra di mezzo fatta di incertezze e perdita d’identità (La notte, L’eclisse e Deserto rosso).

Monica Vitti, al secolo Luisa Ceciarelli, romana classe 1931, aveva compiuto da qualche mese 90 anni. Era assente dalle scene dal 2001, quando fu ricevuta al Quirinale per i David di Donatello. Da allora una lunga e dolorosa malattia, vissuta con totale riservatezza e grande dignità, protetta della famiglia.

Nella sua filmografia è passata con versatilità dal dramma alla commedia all’italiana, lavorando – tra gli altri – con Sordi, Monicelli, Risi e Scola, protagonista di titoli come Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca), La ragazza con la pistola e Teresa la ladra.
Nella sua autobiografia, Sette Sottane, ha scritto: «Faccio l’attrice per non morire, e quando a 14 anni e mezzo avevo quasi deciso di smettere di vivere, ho capito che potevo farcela, a continuare, solo fingendo di essere un’altra».

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