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Il Sacro e la Natura. Guido Reni torna alla Galleria Borghese

Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1615-1618 circa, olio su tela, 192 x 264 cm, © su concessione del Ministero della Cultura - Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1615-1618 circa, olio su tela, 192 x 264 cm, © su concessione del Ministero della Cultura - Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli
Guido Reni, Danza campestre, 1605-1606, olio su tela, 81 x 99 cm, Roma, Galleria Borghese, ph. Mauro Coen, © Galleria Borghese
Guido Reni, Danza campestre, 1605-1606, olio su tela, 81 x 99 cm, Roma, Galleria Borghese, ph. Mauro Coen, © Galleria Borghese
La Galleria Borghese di Roma presenta la mostra Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura, a cura di Francesca Cappelletti.

Il Sacro e la Natura nasce dall’esigenza di mostrare al pubblico il ritrovato dipinto di Reni Danza campestre (1605), che da un anno è tornato a far parte della collezione della Galleria Borghese. La Danza campestre, facente parte della leggendaria collezione del cardinale Scipione Borghese, venne perduta a partire dall’800 e ricomparve sul mercato londinese nel 2008 attribuita ad un anonimo bolognese. Dopo le verifiche opportune, l’opera è stata riacquistata dalla Galleria nel 2020.

Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1615-1618 circa, olio su tela, 192 x 264 cm, © su concessione del Ministero della Cultura - Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli
Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1615-1618 circa, olio su tela, 192 x 264 cm, © su concessione del Ministero della Cultura – Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli

La mostra raccoglie oltre 30 opere, ricostruendo il percorso artistico di Guido Reni a partire dai primi anni a Roma. Tra i lavori qui in mostra, quattro monumentali pale d’altare: la Crocifissione di San Pietro (1604-5), la Trinità con la Madonna di Loreto e il committente cardinale Antonio Maria Gallo (1603-4 c.a), il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria (1606 c.a) e il Martirio di Santa Cecilia (1601). Queste opere rivelano moltissimo anche dei rapporti intrattenuti da Guido Reni con i suoi committenti, come Ottavio Costa, Pietro Aldobrandini, Antonio Maria Gallo e Paolo Emilio Sfondrato. La mostra sarà aperta al pubblico dal 1 marzo al 22 maggio 2022.

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