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Le colline dell’utopia. I tre incontri che il Museo Novecento di Firenze dedica al Monte Verità

Danze di gruppo, Scuola Rudolf von Laban Danze di gruppo, Scuola Rudolf von Laban
Danze di gruppo, Scuola Rudolf von Laban
Danze di gruppo, Scuola Rudolf von Laban
In occasione della mostra Monte Verità. Back to nature, realizzata in collaborazione con la Fondazione Monte Verità (Ascona – Canton Ticino), il Museo Novecento di Firenze presenta una serie di appuntamenti dedicati all’approfondimento della celebre collina dell’utopia, ai suoi fondatori e agli ospiti illustri.

Nel diciannovesimo secolo e nei primi anni del ventesimo secolo il Ticino diventò una destinazione privilegiata di un gruppo di solitari anticonvenzionali, i quali trovarono nella regione, con la sua atmosfera meridionale, terreno fertile in cui piantare quei semi dell’utopia che non erano riusciti a coltivare a nord.

Il Ticino venne a rappresentare l’antitesi del nord urbanizzato e industrializzato, un santuario per qualsiasi tipo di idealista. Dal 1900 in poi il monte Monescia sopra Ascona, poi soprannominato Monte Verità, diventò un polo di attrazione per chi cercava una vita “alternativa”. I riformatori (artisti, intellettuali e non solo) che vi arrivarono trovarono quella terza via tanto agognata. Un’alternativa a comunismo e capitalismo che sembrava non esistere.

Ora il Museo del Novecento, in occasione della mostra dedicata al mitologico luogo, presenta una serie di incontri ad esso dedicato. Eccoli qui.

Sophie Taeuber-Arp raccontata attraverso le sue lettere.
Un piccolo sentiero incolto conduce al giardino del Monte Verità, dove ogni mattina striscio nel mio abito da danzatrice per le lezioni
Mercoledì 16 febbraio, ore 18:00
Sala Cinema – Museo Novecento
Intervengono: Simona Martinoli, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti.

Sophie Taeuber-Arp in costume disegnato da lei, Monaco di Baviera, 1914. Foto di Eduard Wasow. Archivio Fondazione Marguerite Arp, Locarno.
Sophie Taeuber-Arp in costume disegnato da lei, Monaco di Baviera, 1914. Foto di Eduard Wasow. Archivio Fondazione Marguerite Arp, Locarno.

Simona Martinoli, Direttrice della Fondazione Marguerite Arp a Locarno e docente all’Università della Svizzera italiana, dedica il suo intervento alla figura di Sophie Taeuber-Arp, la celebre artista moglie di Jean/Hans Arp, che fu danzatrice con Rudolf von Laban al Monte Verità.

Pioniera dell’astrazione, Sophie Taeuber-Arp (1889-1943) ha realizzato opere profondamente innovative in molte discipline. All’artista svizzera è dedicata la grande retrospettiva attualmente in corso al MoMA di New York e che ha fatto tappa al Kunstmuseum Basel e alla Tate Modern a Londra, segnando la riscoperta a livello internazionale di questa figura centrale delle avanguardie del XX secolo.

La recente pubblicazione di due edizioni di lettere dell’artista, oltre a costituire una preziosa fonte sulla sua vita, ne corregge l’immagine di donna timida e silenziosa, vissuta nell’ombra del celebre marito Jean/Hans Arp. Una è costituita dai tre volumi di lettere indirizzate soprattutto alla sorella (edizione in tedesco a cura di Walburga Krupp e Medea Hoch), l’altra è quella che sarà presentata in occasione dell’evento del 16 febbraio e si intitola Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann.

Il pregio dei carteggi è quello di dare molteplici informazioni entrando direttamente nella vita di chi scrive, ma anche di chi nelle lettere compare, ripercorrendo l’iter creativo di un’artista universale e transdisciplinare, le cui opere spaziano dalle arti applicate alla pittura, dalla scultura alla danza, all’architettura e al design.

Anomalie Quotidiane  
Harald Szeemann e Monte Verità
Mercoledì 2 marzo, ore 18:00
Sala Cinema – Museo Novecento
Intervengono: Chiara Gatti, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti, Una Szeemann.

Una Szeeman © Livio Baumgarten
Una Szeeman © Livio Baumgarten

Una Szeemann ipercorre il rapporto tra suo padre, lo storico dell’arte e curatore svizzero Harald Szeemann, e la celebre collina dell’utopia nata sulle prealpi locarnesi. Anomalie Quotidiane è il titolo dell’intervento che traccia un percorso biografico di Harald Szeemann sviluppato dalla prospettiva soggettiva di una figlia. Attraverso un’introspezione sugli esordi cabarettistici di Harald Szeemann con il suo “Einmanntheater” fino allo sviluppo del “Museo delle Ossessioni” e alla “Agentur für Geistige Gastarbeit”, verranno ricostruiti i processi di riflessione che hanno portato alla gestazione di alcune tra le mostre più celebri del Novecento: “When Attitudes Become Form” (1969), Documenta 5 “Befragung der Realität – Bildwelten heute” (1972), “Grossvater: ein Pionier wie wir” (1974), “Le macchini celibi” (1975), “Monte Verità. Le mammelle delle Verità” (1978).

Proiezione del film Capri-Revolution di Mario Martone   
Venerdì 8 aprile, ore 21:00
Cinema Spazio Alfieri
Intervengono: Ippolita di Majo, Raffaella Giordano, Mario Martone, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti.

Mario Martone e Reinout Scholten van Aschat, foto di Mario Spada
Mario Martone e Reinout Scholten van Aschat, foto di Mario Spada

Il regista Mario Martone parla del suo film – di cui è prevista la proiezione – Capri-Revolution, la pellicola del 2018 vincitrice di due David di Donatello liberamente tratta da una vicenda realmente esistita: quella della comune che il pittore, naturista ed utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach diede vita a Capri agli inizi del Novecento.

Ad ispirare l’esperimento politico e sociale di Diefenbach sull’isola fu proprio il modello di Monte Verità ad AsconaAlimentazione vegana, elioterapia e nudismo, ginnastica, danza e meditazione furono le pratiche quotidiane di una comunità che testimoniano un interesse diffuso ancora oggi verso gli episodi radicali delle esperienze anarchiche come utopia sociale, sogno pacifista e libertario reso possibile da una “riforma della vita” che parte proprio dalla rigenerazione del corpo e dello spirito in un luogo, come dirà Ise Gropius, «dove la nostra fronte sfiora il cielo».

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