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Tiziano, Venezia e l’immagine della donna. La grande mostra di Milano

TIZIANO Venere e Marte, 1550 ca. Olio su tela, 97x109 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Tiziano, Venere e Marte, 1550 ca. Olio su tela, 97×109 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Si apre a Milano (Palazzo Reale) il 23 febbraio una delle più belle e grandi mostre dedicate al pittore veneziano. Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano (sino al 5 giugno). Curata da Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, e da un comitato scientifico internazionale, è una mostra fortemente innovativa.

Perché? Per la prima volta, dopo gli studi di Rona Goffen pubblicati nel volume Titian’s Women del 1997, si indaga sulla figura femminile, rappresentata da Tiziano e compagni, a tuttotondo. Attraverso l’esame dei dipinti infatti, si scava e si entra nella cultura di un secolo a Venezia, nel Veneto e fuori, dalla stampa alla letteratura, dalla poesia al costume e alla società, per capire come e perché viene creato quel tipo di bellezza. E non solo, ma i gesti, gli sguardi, gli atteggiamenti delle donne dipinte parlano con i loro significati.

100 le opere esposte, di cui quarantasei dipinti, quindici di Tiziano, molti giunti dal Kunsthistorisches Museum, gli altri di colleghi, cui si aggiungono incisioni, libri, gioielli, sculture, oggetti di arte applicata. Otto le sezioni del percorso: Prologo, Ritratti, Le belle veneziane, Coppie di amanti, Eroine e sante, Letterati e poetesse, Gli amori degli dei, Allegorie.

A Venezia nel Cinquecento l’immagine della donna assume un’importanza come non si era mai visto nella storia della pittura.  Per molti motivi: per lo sviluppo degli studi letterari e filologici, cui le donne sono protagoniste non solo come soggetto, ma come scrittrici; per il loro ruolo di spicco nell’ambito della famiglia; per lo sviluppo dell’editoria che, con Aldo Manuzio, permette a Venezia la stampa e ristampa di opere letterarie e di poesia che formulano vecchie e nuove immagini femminili, da Petrarca a Boccaccio, da Ariosto a Pietro Aretino a Bembo all’anonimo autore del romanzo Hypnerotomachia Poliphili, pubblicato nel 1499. Ma anche Iliade, Eneide, i miti latini e greci sono utili agli artisti per immaginare e dipingere belle donne.  Poi, perché c’è Tiziano, innamorato della bellezza muliebre e con lui altri grandi artisti, come Giorgione, Tintoretto, Giovanni Cariani, Giovan Battista Moroni, Bernardino Licinio, Palma il Vecchio, Paris Bordone, Veronese, e tanti anonimi, tutti rappresentati nella mostra.

TIZIANO Lucrezia e suo marito, 1515 ca. Olio su legno di pioppo, 82x68 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Tiziano, Lucrezia e suo marito, 1515 ca. Olio su legno di pioppo, 82×68 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum

Così ci sono i ritratti realistici di donne promotrici delle arti e delle lettere, come Isabella d’Este e Eleonora Gonzaga della Rovere, di Tiziano: la prima dipinta giovane, in realtà sessantenne, e resa bella col ricco turbante e l’abito elegante, ma in realtà “brutta” come la definisce Pietro Aretino, la seconda sottolineandone il prestigio attraverso i gioielli e l’abito prezioso ed elegante. E ancora di Tiziano c’è La figlia in veste di Lavinia, di Cariani il Ritratto di una donna con veste a righe ed altre ancora, senza nome, ma dipinte in quella che appariva la loro realtà, certamente migliorata.

Ancora più intriganti Le belle veneziane, donne di rara bellezza, amanti, cortigiane, cariche di eros e mistero, simili alle eroine dei romanzi da cui viene ripresa la loro immagine. Tiziano, ad esempio, si ispira per le sue bionde bellezze alla Laura del Petrarca (le trecce bionde, la pelle color latte, e le guance rosate), come racconta il Ritratto di giovinetta del Museo di Capodimonte di Napoli. E per i suoi nudi (Danae, Lucrezia, Maddalena, Venere) il pittore guarda alle protagoniste di Ariosto, Boiardo, Sannazzaro, Boccaccio. E così i numerosi pittori che ritraggono donne.

Donne abilissime nella seduzione. Come? Attraverso i gesti, che per la prima volta, in una mostra, vengono interpretati e proposti alla luce delle fonti come l’Arte de’ Cenni di Giovanni Bonifacio edito a Vicenza nel 1616 (ma noto prima), un dizionario enciclopedico che esplora ogni cenno, basandosi su antichi scritti. Ogni movimento del corpo, anche il più piccolo, parla: il sorriso (“riso dolce”) è un richiamo all’amante, lo scoprire il seno (“mostrar le poppe”) può essere un atto lascivio, ma anche di puro sentimento come nella Laura di Giorgione, in cui il gesto è nobilitato dalla pianta di alloro, dietro la donna, o nel Ritratto di donna che scopre il seno del 1536 di Bernardino Licinio, il cui significato di fedeltà è evidente anche negli altri gioielli, il braccialetto, ad esempio.

TIZIANO Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere, 1537 ca. Olio su tela, 114x103 cm Firenze, Galleria degli Uffizi
Tiziano, Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere, 1537 ca. Olio su tela, 114×103 cm Firenze, Galleria degli Uffizi

I gesti sono particolarmente rivelatori nelle Coppie di Amanti, come nella bellissima Giovane donna e il suo spasimante, del 1520 circa, dello stesso Bernardino Licinio, in cui ogni dettaglio delle due figure serve a spiegarne il rapporto, la passione dell’uomo e la disponibilità ritrosa della donna. Molti gli esempi, anche quando si tratta di Eroine e Sante, che occupano un altro capitolo della mostra.  Le eroine, come la bella Lucrezia di Paolo Veronese (1580-1583 circa) o la drammatica Lucrezia e Tarquinio di Tiziano, o ancora la Susanna e i vecchioni di Tintoretto sono colte in tutta la loro avvenenza e sensualità in momenti tragici della vita.

Il percorso porta nelle donne del mito attraverso gli Amori degli dei, donne appagate nella loro lussuria, nude, splendide e provocanti come la Danae in pieno godimento, impollinata dalla pioggia d’oro di Giove, o la Venere stretta negli amplessi e carezze di Marte, o ancora la Ninfa e pastore, tre capolavori senza tempo di Tiziano. Ricco e utile il catalogo (Skira) in tre edizioni, italiana, tedesca e inglese.

TIZIANO E L’IMMAGINE DELLA DONNA NEL CINQUECENTO VENEZIANO

Milano, Palazzo Reale, 23 febbraio – 5 giugno 2022

A cura di Sylvia Ferino e un prestigioso comitato scientifico

Promossa da Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Skira editore, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna (Partner Gruppo Bracco)

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