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C’è tanto spazio laggiù in fondo: la nuova mostra immersiva di Giuliana Cunéaz al MEET

Dall’opera filmica I Cercatori di Luce, 2021 (Angela Molina, Alice Tagliaferri, Anais Stevenin)

Il MEET Digital Culture Center presenta C’è tanto spazio laggiù in fondo, la nuova mostra immersiva di Giuliana Cunéaz, tra le artiste più rappresentative della new media art. L’esposizione, aperta al pubblico dal 2 marzo al 2 aprile 2022, è supportata da Fondazione Fiera Milano.

La mostra esplora le possibilità creative che emergono dall’intersezione tra arte, scienza e tecnologia. In particolare, la tecnologia rappresenta un asse portante nella programmazione di MEET, anche come mezzo per potare alla luce ciò che non è immediatamente visibile. Il progetto prende spunto dal titolo della conferenza pronunciata nel 1959 dal fisico americano Richard Feynman al Caltech (California Institute of Technology) di Pasadena. Tale conferenza, intitolata There’s Plenty of Room at the Bottom, è divenuta celebre per le intuizioni geniali e visionarie sulle potenzialità delle nanotecnologie.

La scienza è la matrice per le opere di Giuliana Cunéaz, da cui prende vita un grandioso processo di trasformazione. Le nanotecnologie sono utilizzate dall’artista per esplorare mondi nascosti e invisibili, mostrando punti di contatto tra il mondo fisico, il mondo digitale e l’espressione artistica. Viene così sviluppata una nuova visione del mondo, portando anche importanti conseguenze sul piano estetico. I lavori presentati in mostra, ideati appositamente per il Centro, sono stati realizzati grazie all’uso della tecnologia digitale, che non è mai a sé stante ma si pone in relazione con i linguaggi della scultura e della pittura. Vi è un continuo superamento dei limiti, in un passaggio fluido tra i vari approcci; una ricerca che non è più circoscrivibile ai canoni classici.

 

Microcrystals dream, 2022, (progetto per screen painting) smalti su schermo e animazione 3D

L’esposizione al MEET è articolata nelle tre Gallery del primo piano culmina nella Immersiv Room. Il primo spazio presenta Neither snow nor meteor showers (Nè neve né pioggia di meteoriti), un’opera rielaborata per l’occasione, che si espande sulla parete attraverso vari tipi di strumenti; animazione 3D, segno pittorico e stampa digitale. L’immagine di partenza è la vitamina B12.

La seconda gallery è dedicata a Matter waves unseen. Se nella prima opera pittura e video sembrano integrarsi, in questa seconda opera il video 3D centrale è affiancato dalla scultura. Gli oggetti presentati i video e realizzati anche in scultura hanno forme ispirate a elementi molecolari o polimeri, rielaborati come fossero frammenti di una civiltà scomparsa.

La terza opera in mostra è lo screen painting Microcrystals dream. È un nuovo lavoro, realizzato appositamente per questa mostra, che si ispira ai microcristalli. L’artista qui ha compiuto un forte gesto provocatorio, intervenendo direttamente sullo schermo con il pennello.Le immagini 3D proiettate allora assorbono e si fondono con il segno dipinto. La gallery propone anche una serie di disegni progettuali da cui prende spunto il lavoro dell’artista.

 

Matter waves unseen, 2012, wunderkammer con animazione 3D

Infine, è presentata l’opera immersiva I Cercatori di Luce; qui lo spettatore può conoscere la storia della realizzazione del video grazie ad immagini di backstage. L’opera sintetizza i linguaggi di cinema, danza, teatro e performance. Si sviluppa in una superficie di 200 metri quadrati, creando un forte coinvolgimento emotivo e un forte trasporto nello spettatore. Il paesaggio nanomolecolare diventa lo scenario nell’ambito del quale attori, ballerini e performer compiono azioni tese a modificare il contesto. L’opera spinge a interrogarsi sulle modalità di reperire risorse, dal momento che la sostenibilità ambientale è in grave pericolo. Tra i protagonisti del video vi sono l’attrice spagnola Angela Molina, l’ex prima ballerina della Scala Aida Accolla, la regista e coreografa Giulia Staccioli, la modella Aurora Talarico e lo storico dell’arte Bruno Corà. Le musiche sono di Paolo Tofani.

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