Parole di forte impegno civile nelle motivazioni per delle dimissioni degli artisti e del curatore del padiglione della Russia
Il sogno di una vita. Il coronamento di tanti studi, tanti sforzi, finalmente un riconoscimento ufficiale. Eppure c’è ancora qualcuno che è disposto a rinunciarci per ragioni ideali. C’è tutto questo dietro la decisione degli artisti selezionati a rappresentare la Russia alla Biennale Arte di Venezia. Alexandra Sukhareva e Kirill Savchenkov ieri avevano comunicato di rinunciare per protesta contro l’aggressione russa all’Ucraina. Oggi contestualizzano la loro scelta, con argomentazioni che arrivano a muovere alla commozione.
“Non c’è posto per l’arte quando i civili muoiono sotto il fuoco dei missili”, scrive Sukhareva sui social network. “Quando i cittadini dell’Ucraina si nascondono nei rifugi e quando chi protesta in Russia viene ridotto al silenzio. Poiché sono nata in Russia, non presenterò il mio lavoro al Padiglione della Russia alla Biennale di Venezia”. Le fa eco il curatore Raimundas Malaskausas, che esprime “ammirazione e gratitudine” ai due artisti con i quali ha lavorato per sviluppare il progetto del padiglione. “Non posso lavorare su questo progetto alla luce dell’invasione militare e del bombardamento dell’Ucraina”, aggiunge. “Questa guerra è insostenibile sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista emotivo”.
Sostegno alla ferma decisione arriva agli artisti dal ministro della Cultura Dario Franceschini. “Credo sia stata una scelta di grande coraggio, dimostra davvero che il mondo dell’arte sa sempre da che parte stare. È stata una scelta coraggiosa e di impegno civile”.