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Arte e Lucciole. La Bellezza perduta in Pier Paolo Pasolini

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La ricotta

Le folgorazioni figurative di Pier Paolo Pasolini: mostra, pubblicazioni, convegno e retrospettiva cinematografica completa in occasione dei 100 anni dalla nascita del poeta e regista. Tra Bologna e Vigevano

Uno sguardo plasmato agli anni dell’Università di Bologna da un maestro come Roberto Longhi (1890-1985) che insegnò la lettura dei dipinti a Pier Paolo Pasolini negli anni Quaranta. In particolare, nell’autunno del 1941 in via Zamboni 33, il professore spiegò a un ristrettissimo gruppo di studenti, tra cui il regista, la differenza tra la pittura di Masaccio e quella di Masolino usando una tecnica critica assolutamente nuova: la proiezione sullo schermo dell’aula di vetrini che riproducono le immagini di alcuni particolari delle opere d’arte analizzate.

Lì, dai particolari, dai frammenti di un’opera Longhi ricostruisce lo stile dell’artista e le fasi del suo percorso. Particolari e frammenti di realtà, un viso, un lembo di abito, una mano. Corpi esaminati a pezzi, osservati come oggetti d’amore come nelle sue opere pittoriche. In quei vetrini si sviluppa tutta la visione futura di Pasolini e la sua idea di Realtà come oggetto unico di attenzione, la spinta ad uscire fuori di sé per conoscere il mondo. La carica erotica.

La Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino

Partendo dall’esempio di Longhi, realizza pellicole come “La ricotta” in cui la citazione pittorica nel tessuto filmico diviene stilema. Un modello iconico viene posto di fronte la macchina da presa e sottoposto allo sviluppo temporale della pellicola. Veri e propri tableaux vivants, Pasolini inserisce nel girato la riproduzione di due celebri dipinti incentrati sulla Passione di Cristo. Metafora della condizione esistenziale dei protagonisti, la Deposizione della Croce di Rosso Fiorentino del 1521 e il Trasporto di Cristo di Jacopo da Pontormo del 1526-1528 conservato nella Chiesa di Santa Felicita a Firenze donano sacralità alla narrazione. La scelta di inserirli a colori all’interno della pellicola al contrario del resto della narrazione in bianco e in nero da maggiore risalto all’opera e al personaggio. Ogni suo film è una progressiva costruzione di bellezza che da dignità a ciò che non l’avrebbe e la sua produzione disegna la storia dell’arte in forma di cinema.

Pasolini dedicò allo storico dell’arte e maestro la sceneggiatura di Mamma Roma: “A Roberto Longhi cui sono debitore della mia folgorazione figurativa”. Un debito riscontrabile nella costruzione delle inquadrature concepite come immobili pale d’altare più che nelle citazioni pittoriche puntuali, come espresse in una dichiarazione poetica: “Io cerco la plasticità dell’immagine sulla strada mai dimenticata di Masaccio: il suo fiero chiaroscuro, il suo bianco e nero – o sulla strada, se volete, degli arcaici, in uno strano connubio di sottigliezza e di grossezza. Non posso essere impressionistico. Amo lo sfondo, non il paesaggio”.

Poco prima di morire, come testimoniano alcune fotografie scattate a Chia da Dino Pedriali, Pasolini aveva tracciato su alcuni grandi fogli il profilo di Roberto Longhi ricavandolo dalla copertina del volume antologico curato da Contini nei Meridiani Mondadori (con il titolo Da Cimabue a Morandi). 

Al cinema di Pier Paolo Pasolini, in occasione dei 100 anni dalla nascita del poeta e regista, la Cineteca di Bologna, città di nascita del poeta, dedica una grande mostra dal titolo Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative dal 1° marzo, nei nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo. Capitolo centrale, ma non unico, di un ritorno a Pasolini che si compone anche di due pubblicazioniPasolini e Bologna e Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative (questo ad accompagnare la mostra), un convegno allo Stabat Mater dell’Archiginnasio in programma il 3 marzo, una retrospettiva integrale, sempre a Bologna, al Cinema Lumière, dei film di PPP e la distribuzione (in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale) su tutto il territorio nazionale di alcuni tra i titoli più rappresentativi, grazie al progetto Il Cinema Ritrovato al cinema, con il quale la Cineteca di Bologna porta da un decennio nelle sale italiane i classici restaurati.

Alla sua estetica e al suo linguaggio poetico, teatrale e cinematografico, profondamente segnato dallo storico Roberto Longhi è inoltre dedicato presso la Sala Franzoso della Biblioteca Mastronardi di Vigevano (Pv) il convegno dal titolo “Arte e Lucciole. La bellezza perduta in Pier Paolo Pasolini” con l’esperto d’arte Roberto Comelli, il poeta e scrittore Vito Giuliana (che parlerà della produzione poetica e letteraria), la giornalista, docente e critica d’arte Mariangela Maritato l’esperto di cinema Fabio Pagani, organizzato dall’associazione Astrolabio (5 marzo, ore 10:30). Gli attori Francesca Rifici e Roberto Puddu leggeranno dei brani scelti di teatro di uno dei più grandi autori del secondo Novecento italiano che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del cinema e della letteratura mondiale. 

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