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L’altra scultura di Salvatore Sava. L’artista salentino è in mostra a Lecce

Salvatore Sava, Lifting eurobarocco, 2002 cemento, pietra leccese, smalto e rame, 60 (diametro) × 20 cm
Salvatore Sava, Lifting eurobarocco, 2002
cemento, pietra leccese, smalto e rame, 60 (diametro) × 20 cm

Con “Salvatore Sava. L’altra scultura” la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce inaugura la sua seconda mostra temporanea

Fino al 25 settembre 2022, alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud è protagonista lo scultore salentino Salvatore Sava, classe 1966.  Due sue opere – Sentieri interrotti del 1998 e Rosa selvatica del 1999 – sono già presenti nell’allestimento permanente della sede museale della nuova Fondazione leccese.

La mostra comprende circa trenta lavori, che coprono un ampio arco della produzione dell’artista. L’intento del curatore, il direttore scientifico Paolo Bolpagni, è di esporre diverse opere – di datazione fra gli anni Novanta e oggi – rimaste finora inedite, che svelano aspetti e ricerche di Sava restati in ombra, ma meritevoli di attenzione. Sava nelle sue sculture utilizza il ferro, la pietra leccese, l’acciaio, più di recente i colori fluorescenti. Saranno per la prima volta presentati i cicli dei “neri” polimaterici, dei lavori in legno, in resina, in fibra di vetro e smalto, dei collages metallici su cartone, che rivelano un volto diverso dell’artista.

Come scrive Bolpagni: «centrale è e resta comunque il tema della natura, che però non è rappresentata, ma emblematizzata in forme pure e talvolta rudi, vissuta con la consapevolezza appassionata di chi ha le proprie radici in una terra profondamente “sentita”, quella del Salento, cui Sava è voluto rimanere fedele. Perciò anche il dramma della xylella, il batterio che ha distrutto una grande parte dei secolari ulivi, non è evocato in termini retorici, né tanto meno politici, bensì vissuto, per così dire, dal di dentro, in maniera autentica e sofferta, interiorizzata. Càpita che alcune delle recenti sculture di Salvatore Sava ricordino arbusti disseccati, nei quali la natura vegetale è stata sostituita dal metallo e dalla pietra, come a seguito di una metamorfosi dovuta ai disastri ambientali che ci minacciano. Il pensiero corre a un celebre episodio del film Sogni di Akira Kurosawa, ma tutta l’opera di Sava possiede una forza singolare e personalissima, che rende arduo l’accostamento a modelli e l’istituzione di parallelismi».

Si ricorda che la collezione permanente della Fondazione Biscozzi | Rimbaud, aperta a Lecce dal marzo del 2021, comprende opere di artisti italiani e internazionali dell’arte del Novecento (Filippo de Pisis, Arturo Martini, Enrico Prampolini, Josef Albers, Alberto Magnelli, Luigi Veronesi), con particolare riferimento agli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta: Fausto Melotti, Alberto Burri, Piero Dorazio, Renato Birolli, Tancredi, Emilio Scanavino, Pietro Consagra, Kengiro Azuma, Dadamaino, Agostino Bonalumi, Angelo Savelli, Mario Schifano e molti altri.

 

Salvatore Sava. L’altra scultura
6 febbraio – 25 settembre 2022

Fondazione Biscozzi | Rimbaud
Piazzetta Giorgio Baglivi, 4,
73100 Lecce

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