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Ghost over Banksy. A Venezia la prima esperienza di Digital Street Art

Ghost over Banksy – l’iniziativa di digital street art proposta da Pepper’s Ghost a Venezia – si sposta online sui canali sociale del collettivo artistico.

É strano oppure è perfettamente coerente il fatto che la prima esperienza di Digital Street Art abbia luogo a Venezia? Da una parte è una città così antica e anomala che nell’immaginario può sembrare impermeabile a qualsiasi innovazione tecnologica, come fosse avvolta da un sentimento nostalgico che la costringe a vivere in tempo lontano dal nostro. Dall’altra pare del tutto lineare: è una città senza strade, staccata dal mondo e allo stesso tempo impareggiabile crocevia di uomini e merci. Proprio come il web.

Il contesto pare dunque sufficientemente ambiguo – e quindi allineato – con l’evanescente azione Ghost over Banksy. Si tratta dell’iniziatica dell’artista Pepper’s Ghost, che è intervenuto sullo stencil Migrant Child, illuminando e animando letteralmente l’opera, accendendo la forte problematica dei diritti umani e interrogandosi sulla reale esistenza e finalità di Banksy. Rispettando le regole della street art è stata un’azione notturna, silenziosa, furtiva, non annunciata.

Il progetto di digital street art, invece, è stata un’operazione artistica immersiva che fa rivivere la scena impressa su quella parete veneziana come se fosse un’azione tra magia, colore, realtà e luce. Ghost over Banksy è visibile dal 9 marzo ore 18:00 in video sui canali social del collettivo (Instagram, Facebook, Tik Tok, Youtube e Vimeo) in partnership con una delle più importanti pagine d’arte al mondo THE PINK LEMONADE.

Si tratta dunque di una nuova evoluzione artistica, che interagisce con linguaggi preesistenti o memorie. Qualunque opera di street art, qualunque manufatto, qualunque luogo ed evento può quindi essere reso immersivo, ovunque. Animato e non contaminato. Ghost over Banksy darà vita al primo NFT (non-fungible token) di Digital Street Art collezionabile, autenticata e pubblicata su blockchain, grazie alla partnership con la galleria Reasoned Art.

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