The Batman, Matt Reeves e Robert Pattinson ridanno vita all’uomo pipistrello e con un noir classico indicano una nuova rotta per il mondo dei supereroi
Il cinecomic è un terreno insidioso. Se la Marvel è riuscita a realizzare un progetto a lungo termine coeso e di successo (commercialmente parlando), la rivale DC ha visto momenti ben più bui, con grandi flop (Suicide Squad, Justice League), progetti abortiti (The Atom, Cyborg, nuovi Superman) e successi insperati (Aquaman, Wonder Woman), trovandosi un catalogo di film eterogeneo (per qualità e riscontro di pubblico).
All’inizio fu il Batman di Nolan, la trilogia che ha dimostrato come anche i supereroi possono essere protagonisti di “veri film d’autore”. Dopo Burton con Michael Keaton (già autoriale, ma ancora troppo pop per una certa fetta di critica) e Schumacher con Val Kilmer prima e George Clooney poi (i più vituperati), la saga dell’uomo pipistrello ha visto in Ben Affleck il suo nuovo volto. L’insuccesso di Batman VS Superman e Justice League di Zack Snyder , i due film che lo introducevano nel DCEU (DC Extended Universe), ha messo però una pietra tombale sulla possibilità di uno stand alone di cui Affleck avrebbe dovuto esserne protagonista, sceneggiatore e autore. Non se n’è fatto niente. Warner Bros decide quindi di ripartire da zero, affidando a Matt Reeves (Cloverfield, Blood Story) il compito di rilanciare per l’ennesima volta la saga. Quando viene confermato Robert Pattinson (Cosmopolis, Tenet) come nuovo Bruce Wayne l’aspettativa sale alle stelle. Poi la pandemia, una lunga lavorazione, continui rinvii, sale l’attesa ma anche lo scetticismo. In soli pochi giorni il botteghino ha decretato vinta la scommessa di questo nuovo Batman. E nel frattempo, oltre ai sequel, in cantiere ci sono già due anche serie TV spin-off: una dedicata al Pinguino (con Colin Farrell) e una che ruota attorno al manicomio di Arkham, luogo in cui hanno avuto inizio le storie di molti dei criminali di Gotham City.
The Batman riparte da zero, ma non dall’inizio. Reeves si emancipa dalla zavorra dall’origin story (grande punto debole di film come Batman Begins o Wonder Woman), e ci presenta un Batman già in attività, nel cuore del dramma. Questo primo capitolo (è prevista una trilogia) serve a raccontare sì la storia dietro cui si celano le motivazioni che hanno contribuito alla nascita del vendicatore mascherato, la morte dei suoi genitori per mano della criminalità della corrottissima Gotham City, ma non si perde un lungi prologhi e in spiegazioni didascaliche. La narrazione procede solida, lenta ma incalzante, con una struttura aperta che lascia filtrare elementi passati e precognizioni future, senza l’uso di flashback di maniera o bugiardi.
The Batman è un neo noir liquido e viscoso, che si distacca da tutti i precedenti cinecomic (Marvel o DC), volendo trovare un precedente dobbiamo tornare a Zack Snyder e ai suoi Watchmen (2009) e Sucker Punch (2011), tetri, lugubri e malsani. Reeves però toglie qualsiasi elemento ironico e predilige un trattamento dell’immagine più pittorico, sfocato e impressionistico, predilige l’immagine alla parola, ridà così valore all’occhio che guarda (anche letteralmente, la soggettiva del cattivo di turno, l’Enigmista, mentre spia la sua prima vittima, le avveniristiche lenti a contatto con telecamera di Batman, ma non solo). Le immagini prendono così il sopravvento, anche sui personaggi stessi, definiti con pochi tratti caratteriali, superficiali quasi, Bruce Wayne lo vediamo pochissimo, la maschera prende il sopravvento, la deriva psicanalitica aleggia, ma viene tenuta a bada, a distanza.
Questo nuovo Batman è un film che cede a pochi compromessi, accoglie le semplificazioni base della narrazione superoistica (il bene il male, giusto e sbagliato) senza farsi sopraffare dalla smania di umanizzare, contestualizzare, spiegare; una detective story classicissima, con gangster e spacciatori, con un investigatore reietto ed eccentrico, come nel più classico dei noir hard boiled della Golden age hollywoodiana, ma con – in più – un mantello. Con lui il fido Alfred (Andy Serkis – Gollum nel Signore degli Anelli), maggiordomo dal curriculum un po’ particolare, il Commissario Gordon e Catwoman (Zoë Kravitz, perfetta), randagia vagabonda in cerca di vendetta.
C’è una scena di lotta che si svolge completamente al buio, illuminata a intermittenza solo dagli spari dei mitra, c’è un feroce inseguimento in auto in cui il montaggio stringe sui dettagli, sui riflessi, scomponendolo in un mosaico frenetico, ci sono tre ore di idee, di invenzioni: The Batman è un’opera magnetica e tratti spregiudicata che ridà centralità alla cinepresa, che afferma con orgoglio la sua distanza dal “cine-rendering”, per sfidare lo spettatore a trovare la complessità non sotto la superficie, ma sopra.