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Dalle fiabe alla performance: l’azione di protesta di Aljoscha Blau

L'artista Aljoscha nudo di fronte al Monumento alla Patria a Kiev in segno di protesta contro l'incursione russa in Ucraina
L’artista Aljoscha nudo di fronte al Monumento alla Patria a Kiev in segno di protesta contro l’incursione russa in Ucraina
L’ucraino–russo Aljoscha Blau, residente in Düsseldorf, nato a Kiev nel 1972, nei giorni scorsi l’ha rischiata grossa. Sono stati i media a riferire che il famoso illustratore di fiabe, tornato appositamente nella madrepatria, abbia mutato abito, indossando quello di artista Concettuale, con un atto di infantile purezza.

Si è fatto fotografare nudo, di spalle, nel freddo di questo gelido marzo. Un’auto-rappresentazione in chiave mitologica, una scultura a tutto tondo di carne umana in una postura  plastica. Questa la colta performance di Aljoscha che evoca Hermes, come spesso è stato rappresentato in pietra nell’antica e civile Atene di Pericle: con le mani alzate al cielo azzurro, mostra due ali di colomba sagomate, simbolo ricorrente del dio in tutte le sue personificazioni, messaggero, guaritore, oltre che ladro abilissimo di tutto il sapere possibile. Si direbbe in attesa di un bombardamento aereo.

La poetica performance si annuncia come un appello di pace, dato che si rivolge a una colossale scultura in bronzo, alta 62 metri,  collocata sette decenni fa nella principale piazza di Kiev dai sovietici, a ricordo della vittoria contro la Germania nazista. Alijoscha Bau, dimostrando di essere una gran bella persona, ha rilasciato ai media poche semplici parole. Non si è vantato, ha solo dichiarato di avere preso un freddo micidiale, ma che ne era valsa la pena.

Ha dunque inviato un nobile messaggio all’ombra scura e miserabile di Vladimir Putin, chiuso nel suo bunker, e responsabile di un’ingiustificabile tragedia. Forse, fra i bambini morti sotto i bombardamenti russi, ce n’erano alcuni che avevano sognato ad occhi aperti sfogliando i libri di fiabe illustrati da Bau, incantati da un innocuo pescecane sottacqua, da una farfalla tirata da un filo infinito o da un gatto nero in postura di attacco.

Ma in questo gelido marzo, per qualche giorno l’artista ha messo da parte i suoi strumenti di lavoro. Matite, pennelli e carta bianca per gouaches, tempere, acquarelli, acrilici. Non curandosi della fretta del suo editore tedesco di pubblicare un nuovo libro, è partito per la sua città natale martirizzata. Il suo gesto ha avuto il merito di rivelare come l’Arte possa essere uno strumento dignitoso, responsabile, e preziosa denuncia contro un assassinio di massa.

Secondo una leggenda ebraica, in ogni epoca il mondo si reggerebbe sulle spalle di 36 giusti la cui identità nessuno conosce. Generazione dopo generazione i 36 Giusti rimangono in numero costante in quanto al venir meno di uno ne nasce un altro. Forse Aljoscha Blau  è uno di loro.

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